Mettiamo il naso fuori dalla valle
La comunità pastorale della Valmalenco, nata dopo la Visita pastorale del vescovo Diego Coletti (2014), fa parte del Vicariato di Sondrio (vedi Decreto) e ha come Vicario foraneo l’arciprete di Sondrio. Diverse iniziative di formazione e alcune celebrazioni comuni vengono proposte ogni anno a livello di Vicariato, in base alle indicazioni del Piano pastorale diocesano. Per aggiornamenti su tali iniziative, può essere utile consultare, oltre a questo sito, quello della comunità pastorale di Sondrio (www.parrocchiesondrio.it) o il sito della diocesi (www.diocesidicomo.it).
Proposte vicariali, diocesane, nazionali
Vangelo Ragazzi: Che cosa abbiamo nello zaino?
Videovangelo della domenica in cartoni animati
Videovangelo bambini XVII dom TO anno B
La riflessione (a cura di don Giovanni Berti)Uno dei momenti più simpatici delle gite del grest è quello del
pranzo. È davvero curioso vedere quello che i genitori (in genere le
mamme) hanno messo dentro gli zaini dei loro figli, anche se non è raro
che siano i figli stessi a provvedere per sé o anche ad aggiungere
qualcosa.
Solitamente sono ben forniti di ogni genere di cibo, non
solo panini, ma anche pasta o riso freddi, insalate e tantissimi piccoli
dolci, frutta e succhi. Ricordo bene quando la mia mamma mi preparava
il piccolo zaino con qualcosa da mangiare anche se la gita era di mezza
giornata ed era previsto il ritorno per il pranzo a casa. Metteva
comunque panini a sufficienza per poter sfamare una famiglia intera per
due giorni!
Ho pensato subito alla mamma del ragazzo protagonista del racconto
del Vangelo di Giovanni che si ritrova nella sua sacca cinque pani
d’orzo e due pesci. Mi piace pensare che è stata proprio lei a mettergli
dentro quello che sembra essere un pasto abbondante per una persona e
quindi con la possibilità di condividerlo con altri. La concretezza
dell’apostolo Andrea (“…ma che cos’è questo per tanta gente?”) fa
apparire subito insufficiente quel poco che ha il ragazzo per tutta la
gente da sfamare. E mi sorge subito un’altra domanda: ma tutti gli altri
5000 uomini non hanno portato nulla? Le loro mamme non sono state così
previdenti? L’attenzione dell’evangelista si posa però su quello che
c’è, anche se poco, e non sulla mancanza di tutti gli altri. Il racconto
vuole sottolineare prima di tutto l’amore provvidente di Gesù che si
prende cura dei bisogni senza accusare nessuno, e anche mette in
evidenza la piccola generosità di questo ragazzo con quel poco che ha
per lui. E’ da qui che parte il “miracolo” di Gesù, che non crea dal
nulla il cibo ma moltiplica quel che già c’è, non facendo tutto da solo
ma chiedendo la collaborazione dell’uomo, anche se pur minima.
Quei cinque pani d’orzo (il pane della povera gente, perché i ricchi a
quel tempo si potevano permettere quello di frumento) e i due pesci
sono il segno evidente che ognuno di noi non è mai così povero da non
poter mettere a disposizione quel che ha per gli altri. Gesù moltiplica
la generosità dell’uomo, e ci fa scoprire che anche se ci sembra di aver
poco e quel poco siamo tentati di tenercelo per noi, in realtà lo
possiamo condividere sempre in un’esperienza miracolosa di amore che
cambia il mondo.
Quel ragazzo che non ha nome ha il nostro nome quando siamo generosi,
e quel che porta nella sua sacca ci invita a guardare quello che c’è
dentro la sacca della nostra vita per non tenerlo così stretto
rischiando di vederlo marcire nell’egoismo.
Il Papa ha più volte invitato i paesi ricchi in questo tempo di
Pandemia a non dimenticare i popoli dei paesi poveri nella condivisione
dei vaccini e delle cure. La Pandemia ci ha fatto capire che il mondo è
come quel luogo dove Gesù si trova con i sui discepoli e la folla. Siamo
tutti uniti e interdipendenti e solo nella generosità e condivisione
possiamo salvarci davvero. Se i mezzi per uscire dalla Pandemia (vaccini
e cure) ci sembrano pochi e li teniamo solo per noi, per un po’ forse
saremo salvi dal virus, ma alla fine moriremo di egoismo e ci sentiremo
più soli.
Purtroppo oggi non ho più la mia mamma che mi riempie di ogni bene lo
zaino quando vado in gita per il grest, ma non rimango mai a stomaco
vuoto perché tutti i bambini in qualche modo mi donano qualcosa del loro
pasto. E così comprendo in modo molto concreto che condividendo davvero
quel che ho non rimarrò mai troppo povero e tantomeno solo.
La vignetta di Fano
