Mettiamo il naso fuori dalla valle

La comunità pastorale della Valmalenco, nata dopo la Visita pastorale del vescovo Diego Coletti (2014), fa parte del Vicariato di Sondrio (vedi Decreto) e ha come Vicario foraneo l’arciprete di Sondrio. Diverse iniziative di formazione e alcune celebrazioni comuni vengono proposte ogni anno a livello di Vicariato, in base alle indicazioni del Piano pastorale diocesano. Per aggiornamenti su tali iniziative, può essere utile consultare, oltre a questo sito, quello della comunità pastorale di Sondrio (www.parrocchiesondrio.it) o il sito della diocesi (www.diocesidicomo.it).

Proposte vicariali, diocesane, nazionali

Messe e fase 2: Non si sa ancora nulla ma è bene che entriamo nell'ordine di idee ... molte cose in ogni caso saranno diverse!

Messe e fase 2: Non si sa ancora nulla ma è bene che entriamo nell'ordine di idee ... molte cose in ogni caso saranno diverse!

Segnaliamo alcuni articoli di Avvenire su S. Messe e fase 2 dell'emergenza Coronavirus. Non è stato ancora deciso nulla, né il quando né il come (anzi, può essere che la Lombardia riparta più avanti rispetto ad altre regioni). Tuttavia una cosa è sicura: non sarà un semplice ritorno a all'ultima domenica di febbraio, ma molte cose saranno diverse e saranno richiesti un notevole spirito di adattamento e rispetto delle regole a tutti; quindi è bene che come comunità pastorale, ognuno nel suo ruolo e con le proprie responsabilità, cominciamo ad entrare nell'ordine di idee e stiamo pronti ad organizzarci e ad adattarci a ciò che sarà necessario. Gli articoli segnalati, letti nella maniera giusta, possono aiutare a cominciare a capire come probabilmente sarà la faccenda. Cliccare sul titolo per accedere all'articolo completo.

La fase due nelle chiese. Le condizioni per una ripresa delle celebrazioni con il popolo

Appena possibile, non ci sarà più chiesto il sacrificio di non partecipare alla Messa o non celebrare le esequie, ma quello di viverle con un cerimoniale appropriato per le norme di profilassi sociale. Questo comporterà, per i sacerdoti, il predisporre gli ambienti, gli arredi, gli impianti e la igienizzazione delle chiese e lo svolgimento dei riti secondo criteri e con mezzi che non avevano utilizzato in precedenza e, per i fedeli, di partecipare in forma rinnovata, abbandonando alcune inveterate abitudini, come il consueto orario in cui andare tutti insieme alla Messa o lo stesso posto in cui sedersi in chiesa. Lo faranno volentieri, preti e laici, per amore al mistero di Cristo celebrato e 'per uscire dal tunnel' in cui siamo – come ha ricordato ieri a Santa Marta papa Francesco – perché la Chiesa «è familiarità concreta con il popolo».

Coronavirus. Messe e funerali: la Chiesa prepara proposte per la fase 2

La Conferenza Episcopale Italiana vuole riprendere ad «abitare la Chiesa» anche come contributo alla «coesione sociale nel Paese», se pur con modalità diverse dal passato e fino a quando non finisca l'emergenza, la vita ecclesiale. Le modalità sono allo studio ma restano i principi fondamentali, tra cui quello del rispetto delle distanze, della igienizzazione dei locali e dell'uso dei dispositivi di sicurezza (mascherine, guanti, etc) nei casi in cui sia necessario, con numeri contingentati, da far rispettare attraverso l'opera di volontari.

Coronavirus. Ricciardi (esperto dell'Università Cattolica e dell'Organizzazione Mondiale della Sanità): «Prepariamoci a nuove abitudini. Anche in chiesa»

Bando alla fretta: più che cattiva consigliera, potrebbe rivelarsi fatale. Walter Ricciardi predica prudenza, su tutti i fronti, ma senza chiusure assolute a ipotesi di riapertura responsabile delle attività, incluse quelle religiose. A quali condizioni si potranno riprendere alcune attività? I criteri di valutazione sono tre: la circolazione del virus; il livello di rischio delle singole attività; e la geografia. Non è detto che le misure debbano valere per tutto il territorio nazionale, ci sono regioni del Centro-Sud con basso livello di contagio nelle quali alcune attività potranno riprendere ragionevolmente entro maggio ma a condizione che si osservino scrupolosamente le norme sul distanziamento fisico, si usino le protezioni individuali e si adottino rigorose misure igieniche. Indicazioni che valgono, per capirci, anche nello spostamento delle persone per andare e tornare dai luoghi dove svolgono queste attività, quali che siano. Al Nord la situazione è molto diversa, e i tempi sono di certo più lunghi: penso soprattutto a Lombardia, parte del Piemonte, dell’Emilia e del Veneto.

19/04/2020 Categoria: Torna all'elenco