Mettiamo il naso fuori dalla valle

La comunità pastorale della Valmalenco, nata dopo la Visita pastorale del vescovo Diego Coletti (2014), fa parte del Vicariato di Sondrio (vedi Decreto) e ha come Vicario foraneo l’arciprete di Sondrio. Diverse iniziative di formazione e alcune celebrazioni comuni vengono proposte ogni anno a livello di Vicariato, in base alle indicazioni del Piano pastorale diocesano. Per aggiornamenti su tali iniziative, può essere utile consultare, oltre a questo sito, quello della comunità pastorale di Sondrio (www.parrocchiesondrio.it) o il sito della diocesi (www.diocesidicomo.it).

Proposte vicariali, diocesane, nazionali

"Capisci ciò che leggi?" - Lettura continua del Vangelo di Marco: Mc 8,14-21

Mc 8,14Avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un solo pane. 15Allora egli li ammoniva dicendo: "Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!". 16Ma quelli discutevano fra loro perché non avevano pane. 17Si accorse di questo e disse loro: "Perché discutete che non avete pane? Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito? 18 Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate, 19quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?". Gli dissero: "Dodici". 20"E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?". Gli dissero: "Sette". 21E disse loro: "Non comprendete ancora?".


I discepoli sono talmente immersi nei pensieri terra–terra di ogni giorno, che non riescono a penetrare nelle severe parole di Gesù e continuano a manifestarsi l’un l’altro le loro preoccupazioni per il pane.

Gesù interviene e parla loro in tono di tale rimprovero come non aveva mai fatto prima.

Il loro cuore è indurito fin dal tempo della moltiplicazione dei pani (6,52); essi non hanno capito nulla dell’opera messianica di Gesù né hanno compreso il mistero della sua personalità mentre egli camminava sulle onde del lago. Tuttavia Gesù non abbandona nemmeno ora i suoi discepoli, ma cerca di portarli a riflettere e a capire.

I discepoli devono stare attenti a non lasciarsi contagiare dalla mentalità dei farisei e di Erode. Gesù vuole che stiano lontani da questi due partiti: da quello dei farisei, la cui religione è più esteriore che profonda; da quello di Erode che è totalmente preso dalle cose del mondo e della politica. L’avvertimento è tutt’altro che fuori posto: Giuda ci cascherà dentro in pieno, purtroppo!

Ma mentre Gesù diceva loro queste cose, essi pensavano ad altro: «E quelli dicevano tra loro: ‘Non abbiamo pane’» (v. 16). E’ evidente la «distrazione» dei discepoli, la loro incapacità di ascoltare: Sono talmente immersi nella preoccupazione del pane che non afferrano altro. Non avvertono neppure l’urgenza e l’importanza di quanto Gesù sta dicendo. Si comportano come se egli non parlasse.

«Non intendete e non capite ancora?» (v. 17). Il rimprovero di Gesù assume un’ampiezza insospettata e si risolve in una diagnosi completa delle malattie di cui sono afflitti i discepoli: scarsa intelligenza, cecità, sordità, durezza di cuore, sospetta perdita della memoria.

In questi versetti, il martellamento delle domande incalzanti, che vanno verso il fortissimo e passano in rassegna tutti i sensi dell’uomo, fa capire ai discepoli che non hanno capito proprio nulla.

Essi ricordano perfettamente i fatti. Rispondono senza alcuna esitazione e sanno ricordare benissimo ciò che è accaduto. Sono tutt’altro che stupidi, ma non comprendono il grande dramma che si sta svolgendo sotto i loro occhi.

In questa circostanza i nodi vengono al pettine e Gesù coglie l’occasione per fare ai suoi discepoli un esame di coscienza piuttosto ruvido. Non è possibile leggere questo brano senza sentire il tono alto, altissimo della voce di Gesù, con una buona dose d’ira, di accoramento e di delusione. Il Maestro si trova davanti dodici discepoli che non sanno risolvere l’equazione ad un’incognita: e in questo caso l’incognita è Gesù.

«Avete il cuore indurito?». La diagnosi di Gesù si concentra essenzialmente su una malattia: la durezza di cuore. Il cuore, nel linguaggio biblico, indica non tanto la sede della vita affettiva, quanto la fonte dei pensieri e della comprensione. Qui viene denunciata la mancanza d’intelligenza, l’incapacità di vedere la portata messianica di ciò che sta accadendo: è l’accecamento dello spirito. I discepoli sono duri di cuore perché non hanno l’intelligenza per capire chi è Gesù: e questa intelligenza si identifica, di fatto, con la fede.

«Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite?» Tutti questi interrogativi non sono una condanna, ma un invito accorato e costante a convertirsi, che richiama i rimproveri di Mosè (Dt 29, 3) e dei profeti (Ger 5,21; Ez 12,2) al popolo ribelle.

Egli li rimanda alla loro esperienza passata. Come il ricordo dei benefici d’un tempo provocava Israele a uscire dal suo torpore e a tornare a Dio (cf. Sal 77,4.6.12.13; 105,5), così la memoria di quello che essi avevano fatto, distribuendo alle folle il pane che sazia in abbondanza, può richiamarli alla loro responsabilità e aiutarli a capire finalmente chi egli sia.

La funzione di questo brano corrisponde alla prima fase del miracolo che segue: vuol farci vedere che non vediamo. Siamo come il cieco che scambia gli uomini per alberi.

09/11/2018 Categoria: Torna all'elenco