0 - 6 Anni

Per valorizzare la presenza dei genitori appare sempre più promettente curare la preparazione al Battesimo e la prima fase della vita (0-6 anni). L'evangelizzazione passa, in questo periodo, attraverso il linguaggio delle relazioni familiari.
Come mostrano molte esperienze, si tratta di mettere in atto gradualmente un'attenzione pastorale per e con gli adulti, oltre che di impegnarsi nell'annuncio ai piccoli.

La pastorale battesimale e delle prime età costituisce un terreno fecondo per avviare buone pratiche di primo annuncio per e con genitori, famiglie, nonni e insegnanti delle scuole per l'infanzia.
La comunità cristiana impara in tal modo a costruire relazioni fondate sulla continuità, la gratuità, la semplicità, la stima per ciò che le famiglie realizzano nella dedizione per i loro figli.

Diocesi di Como
Progetto di iniziazione cristiana dei bambini e dei ragazzi, Cap. 7

Nella nostra comunità pastorale si cercherà di valorizzare tutte le occasioni favorevoli. Alcune iniziative già esistenti sono:

  • la domenica dopo Pasqua, la Memoria del battesimo, per le famiglie di tutti i battezzati dell’anno precedente
  • la proposta educativa delle quattro Scuole dell’infanzia parrocchiali, col supporto della F.I.S.M.
  • Iniziative varie a portata di bambino potranno essere –gradualmente- la novena di Natale, qualche festa in oratorio, qualche momento rivolto all’intera famiglia, ecc.

Avvisi

Vangelo Ragazzi: Mai soli!

Vangelo Ragazzi: Mai soli!

Videovangelo della domenica in cartoni animati

Videovangelo bambini XIX dom To anno A

Anche noi vogliamo capire (non disponibile questa settimana)

La riflessione
(commento a cura di don Luigi Trapelli)

Gesù ha appena terminato la moltiplicazione dei pani, congeda la folla e i discepoli e sale sul monte a pregare.

Mi colpisce vedere Gesù che trova sempre del tempo per pregare. Il Vangelo non specifica mai cosa dica, però parla di solitudine e di preghiera. Un forte invito per noi oggi che facciamo fatica a trovare il tempo per pregare!

I discepoli sono da soli sulla barca. Il vento è contrario e la barca è agitata dalle onde. Solo alla fine della notte Gesù va verso di loro, camminando sul mare. I discepoli sono presi dalla paura e lo scambiano per un fantasma: è lo stesso atteggiamento che avranno con Gesù risorto. Gridano. Ma Gesù li tranquillizza: " Coraggio sono io".

Questa frase richiama "l'Io sono" di Dio davanti a Mosè. Gesù, come il Padre, è l'Essere, Colui che dona valore alla nostra vita. Per questo aggiunge di non aver paura.

Ma il focoso Pietro vuole una prova e vorrebbe andare incontro a Gesù sulle acque. Subito si accorge di affondare e invita Gesù a salvarlo. Quante volte viene spontaneo anche a noi chiedere a Gesù di salvarci o comunque di aiutarci davanti a situazioni pesanti della nostra vita!

Gesù stende la mano come Dio nella creazione e nell'Esodo e lo invita a non avere più dubbi, visto che è un uomo di poca fede. Pietro sale sulla barca e il vento cessa. L'espressione di fede dei discepoli è di meraviglia, si prostrano dinanzi a Gesù e lo riconoscono come Figlio di Dio.

Mi fermo su tre aspetti.

1) I discepoli sono sulla barca da soli, ma la barca è agitata dalle onde.
E' chiaro il riferimento ecclesiale.

Anche la Chiesa oggi e noi credenti, siamo agitati dalle onde della nostra vita.

I problemi della vita sono tanti e ogni famiglia porta già la sua croce, grande o piccola. Le difficoltà che sento dialogando con la gente sono varie: dai problemi affettivi, a quelli economici, all'ambito delle relazioni di amicizia e così via. Purtroppo, tutti questi problemi facciamo fatica ad affidarli a Gesù. Il problema è che in quella barca Gesù non c'è. Senza Gesù, la Chiesa rischia sempre di essere sopraffata dalle onde del mare di questa vita. Solo quando arriverà Gesù, rinfrancato dalla preghiera con il Padre, la situazione cambierà.

2) Pietro vuole avere la certezza che la persona che cammina sul mare sia Gesù, facendo anche lui le stesse cose. Ma affonda presto. Non ha ancora fede. Ha paura.

A volte vorremmo compiere delle cose per sentirci importanti, per essere riconosciuti dagli altri. Vorremmo essere in tutto uguali a Gesù, magari compiendo dei miracoli, camminando sulle acque. Ma abbiamo bisogno di una fede grande, ancora più matura, che difficilmente potremmo acquisire in questa terra. Per questo andiamo, a volte, in cerca di eventi sensazionali. Siamo stufi del quotidiano.

Eppure, è proprio nella semplicità delle piccole cose che troviamo la felicità vera.

Pietro si sentiva come Gesù, ma sbagliava. Noi siamo uomini peccatori, chiamati tutti i giorni a invitare Gesù a salvarci perché siamo uomini di poca fede. La Chiesa, per questo motivo, ci invita a vivere quel sacramento così fondamentale, anche se meno attuato oggi, della riconciliazione. Abbiamo bisogno di sentirci dire da un umile prete che rende presente Cristo: "Io ti perdono". E anche noi preti, come peccatori, siamo chiamati a vivere spesso questo dono.

3) Gesù afferra Pietro e si lamenta con lui perché ha avuto poca fede e perché ha dubitato.

La grande domanda è proprio quella di capire chi è Gesù per noi. E' un fantasma, è una persona che può risolvere con una bacchetta magica tutti i miei problemi o è il Figlio di Dio riconosciuto dai discepoli prostrati davanti a Lui?

La fede si nutre normalmente di tanti dubbi che vengono proprio quando le cose vanno male. E' facile credere quando tutto va bene. Ma quando la situazione precipita, quando perdi delle persone care, è chiaro che la domanda che ti assale spontanea è: "Perché Gesù hai permesso questo?".

Gesù non offre una risposta precisa, però ci fa intuire che la vita è fatta costantemente di dolore e di fatica, accanto alle piccole gioie che incontriamo.

La fede non ci viene donata solo per vincere il male, ma anche per dare un senso all'apparente non senso della nostra vita. Perché la vita si può vivere anche stando in carrozzella o nella malattia e non è meno profonda di chi sta bene in salute.

La grande speranza è, poi, la prospettiva della vita eterna. Solo lì scopriremo la ricchezza piena della vita, nell'incontro con Dio faccia a faccia.

Come pellegrini in questa terra, siamo degli umili peccatori, bisognosi della misericordia di Dio e capaci, pur in mezzo alle tempeste della nostra vita, di issare le vele della speranza grazie ad una fede che non delude mai.


La vignetta di Robihood

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#Strade Dorate: Dalla postazione radio di Radio Fra Le Note il sacerdote genovese Don Roberto Fiscer commenta il Vangelo della domenica per i ragazzi.



Un giovane prete di Genova ex dj da discoteca, don Roberto Fiscer, ha aperto una radio nel suo oratorio e tra le altre cose fa una brevissima trasmissione anche in video #Strade Dorate in cui spiega il vangelo della domenica per i ragazzi e con i ragazzi.

Dalla postazione radio di Radio Fra Le Note il sacerdote genovese Don Roberto Fiscer commenta il Vangelo della domenica 09 agosto 2020 per i ragazzi


Commento al Vangelo per bambini e ragazzi a cura di don Nicola Salvemini



Dalla parrocchia Sacra Famiglia in Corato (BA) un commento per i ragazzi per tentare di vivere la comunità nella gioia oltre questo tempo difficile di pandemia.

Commento al Vangelo di domenica 09 agosto 2020 per bambini e ragazzi


08/08/2020 Categoria: Torna all'elenco