0 - 6 Anni

Per valorizzare la presenza dei genitori appare sempre più promettente curare la preparazione al Battesimo e la prima fase della vita (0-6 anni). L'evangelizzazione passa, in questo periodo, attraverso il linguaggio delle relazioni familiari.
Come mostrano molte esperienze, si tratta di mettere in atto gradualmente un'attenzione pastorale per e con gli adulti, oltre che di impegnarsi nell'annuncio ai piccoli.

La pastorale battesimale e delle prime età costituisce un terreno fecondo per avviare buone pratiche di primo annuncio per e con genitori, famiglie, nonni e insegnanti delle scuole per l'infanzia.
La comunità cristiana impara in tal modo a costruire relazioni fondate sulla continuità, la gratuità, la semplicità, la stima per ciò che le famiglie realizzano nella dedizione per i loro figli.

Diocesi di Como
Progetto di iniziazione cristiana dei bambini e dei ragazzi, Cap. 7

Nella nostra comunità pastorale si cercherà di valorizzare tutte le occasioni favorevoli. Alcune iniziative già esistenti sono:

  • la domenica dopo Pasqua, la Memoria del battesimo, per le famiglie di tutti i battezzati dell’anno precedente
  • la proposta educativa delle quattro Scuole dell’infanzia parrocchiali, col supporto della F.I.S.M.
  • Iniziative varie a portata di bambino potranno essere –gradualmente- la novena di Natale, qualche festa in oratorio, qualche momento rivolto all’intera famiglia, ecc.

Avvisi

@ Diario di un prete: Gesù non è una mummia

@ Diario di un prete: Gesù non è una mummia

LE PIE DONNE E LE ONORANZE FUNEBRI A GESÚ

Quella mattina del primo giorno dopo il sabato, secondo Marco (16,1), le donne andavano al sepolcro per… imbalsamare il corpo di Gesù. Segno evidente che non si aspettavano assolutamente nulla di particolare. Gesù era morto. Riposasse in pace. Però, quello che si usava fare per un morto andava fatto. Soprattutto in questo caso, in cui, per gravi ragioni indipendenti dalla volontà di parenti ed amici, non s’era potuto fare al momento del trapasso.
L’avvolgimento nella sindone e nel sudario era già stato effettuato al momento della frettolosa sepoltura. Ora bisognava provvedere alla lavatura della salma e quindi alla sua unzione con gli unguenti profumati. Nessun problema. Nicodemo aveva già messo a diposizione a sue spese una notevole quantità di prodotti indicati allo scopo. Fatto questo, ci sarebbe poi stato tempo per organizzare le pratiche di culto verso il caro Estinto e la cura successiva della tomba.
Quest’ultima incombenza si sarebbe potuta affidare a qualche amico di Gerusalemme e dintorni, data l’impossibilità di farlo per l’addolorata Madre e gli amici e le amiche, tutti residenti nella lontana Galilea. Anche questo però era un problema di facile soluzione, potendo contare sicuramente su Nicodemo, Giuseppe d’Arimatea e soprattutto Lazzaro con le sue sorelle residenti nella vicina Betania,

LA SORPRESA DELLA TOMBA VUOTA

Ogni cosa sembrava ottimamente impostata quando tutto venne sconvolto da fatto da loro non previsto: il sepolcro era vuoto.
Per alcuni ci vorrà qualche ora, per altri (come ad esempio Tommaso) ci vorranno alcuni giorni per capire che Gesù non era stato trafugato, ma era risorto, era vivo, di una vita del tutto nuova destinata a non morire più. A Pentecoste, grazie a una speciale effusione dello Spirito Santo, tutto diventerà definitivamente chiaro: Gesù è risorto, la morte è stata vinta, il vincitore è Gesù. Egli quindi, da quel momento, è l’unico Signore e l’unico vero riscattatore efficace dell’uomo.

IMBALSAMARE GESÚ? RIDICOLO!

È facile immaginare quanto le tre Marie, dopo aver capito tutto questo, avranno còlto l’involontaria comicità di quel loro andare a imbalsamare Gesù, il Vivente. Vien da sorridere anche a noi.
Ma c’è una differenza tra noi e loro. Quelle tre poverette, e gli apostoli con loro, dovevano solo rimproverarsi di non essersi ricordati di quante volte Gesù aveva predetto che dopo la sua passione sarebbe risorto, (con la scusante che né loro, né gli apostoli potevano avere un’idea di che cosa volesse dire risuscitare dai morti: vedi Mc 910).
Noi invece, dopo più di duemila anni di evidente rivelazione della potenza del Risorto, siamo ancora così tardi cuore a credere che Egli è vivo e opera sempre. La nostra ottusità è tale che continuiamo a chiamarci cristiani pur essendo così inclini ad… imbalsamare Gesù.
Quando mai? È presto detto. Quando viviamo in modo stereotipato, abitudinario, convenzionale e conformista quella che dovrebbe essere una fede viva in Cristo vivo, non è un imbalsamare Gesù?

EVITIAMO IL RIDICOLO

Per evitare questo rischio, potrà essere utile far scendere nel cuore gli innumerevoli interventi del Papa a riguardo dei cristiani all’acqua di rose, i cristiani da salotto, o da museo, i cristiani tiepidi, pigri, inclini alle mezze misure, o perfino i cristiani pagani. Francesco, a nome del Signore, spinge ad un cristianesimo generoso, zelante con fantasia e creatività in tutti gli ambiti della vita, un cristianesimo coraggiosamente controcorrente. Un po’ come S.Paolo che raccomanda ai Romani: “Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto“.
Si tratta di un non conformismo assolutamente necessario a noi cristiani d’oggi per non essere dei ridicoli mummificatori di Cristo! Ma è comunque importante che tutti sappiano che Gesù non si lascia imbalsamare da nessuno…

Don Giacomo Panfilo


Da www.santalessandro.org

19/04/2020 Categoria: Torna all'elenco