Nel Vangelo di Marco, il racconto delle
tentazioni di Gesù nel deserto occupa il breve spazio di soli due
versetti (Mc 1,12-13). Marco non ne riporta il contenuto, non dice
quante siano state; e – cosa molto importante – non racconta neppure
come Gesù le abbia superate. A Marco sembra stare a cuore e consideri
importante solamente l’idea che Gesù sia stato messo alla prova.
Gesù ha appena vissuto l’esperienza
forte del battesimo, in cui ha ascoltato la voce del Padre che l’ha
chiamato “figlio amato” (Mc 1,9-11). Il vangelo di oggi ci dice che lo
stesso Spirito che al battesimo si è posato su di Lui, ora lo spinge nel
deserto, dove Gesù impara almeno due cose importanti della vita.
Nel deserto Gesù impara innanzitutto
che non c’è solo la voce del Padre. Accanto alla voce del Padre, come
accadde all’inizio con Adamo ed Eva, c’è un’altra voce, che parla di
altro, che indica l’altra via possibile. E sono due voci molto diverse.
Lì dove il Padre parla di sacrificio, l’altro parla di realizzazione di sé.
Lì dove il Padre parla di servizio umile, l’altro parla di potenza e di successo.
Allora Gesù impara che dentro le
circostanze della vita bisogna scegliere chi ascoltare, da quale voce
lasciarsi condurre, quale strada percorrere, di chi fidarsi.
Per tutta la vita Gesù dovrà saper
distinguere una voce dall’altra, riconoscere la via della vita, proprio
come Israele, negli anni di cammino nel deserto, per imparare ad essere
libero. Si tratterà di far propria, di interiorizzare la volontà del
Padre, la Sua preferenza, fino a farla diventare la propria, anche
quando costerà la vita.
E nel deserto, poi, Gesù impara cosa significa essere “figlio”, cosa significhi cioè essere liberi.
Essere figli significa necessariamente
essere messi alla prova. Un servo non viene messo alla prova, non deve
scegliere: può solo obbedire. Il figlio, invece, può e deve scegliere:
se non sceglie il Padre, diventa un servo. E scegliere comporta dubbio,
turbamento, preghiera, memoria, discernimento. A Gesù non è risparmiato
nulla di questa esperienza, come a ciascuno di noi.
Per Marco, quindi, non si tratta tanto
di svelare le tre possibili concupiscenze nascoste dentro le scelte
della vita. Si tratta piuttosto di comprendere che la vita è anche una
prova, una lotta. Non solo in un determinato momento, ma ad ogni
istante.
La Volontà di Dio, infatti, non si
impone, ma chiede di essere scelta, di essere amata. E non c’è amore che
non passi per delle scelte concrete: amare significa preferire. Come
ogni uomo, Gesù deve decidere, e ogni decisione sarà un combattimento. E
questo non una volta per sempre: non basta la scelta iniziale, ma
bisogna preferire sempre, e in modo nuovo, dentro le nuove situazioni
che la vita presenta.
Abbiamo detto che Marco, a differenza
degli altri sinottici, non specifica quali siano le tentazioni, né come
Gesù le abbia superate. Piuttosto sottolinea l’esito di una vita vissuta
in obbedienza al Padre, di una vita che sceglie di ascoltare quella
voce che ci chiama figli: Gesù “stava con le bestie selvatiche e gli
angeli lo servivano” (Mc 1,13).
Per capire il significato di questa
immagine, ci viene in aiuto il Libro di Daniele. Nel racconto della vita
del profeta, vediamo che ad un certo punto Daniele e i suoi compagni
vengono messi alla prova. Infatti, fu imposto di mettere a morte
chiunque avesse rivolto suppliche ad altre dèi o uomini all’infuori del
re Dario. Chiamati a scegliere chi ascoltare, a chi affidare la propria
vita, Daniele e i suoi compagni, come figli, scelgono il Padre, e perciò
vengono gettati una prima volta nel fuoco (Dn 3), una seconda in pasto
ai leoni (Dn 6). Ma né il fuoco né i leoni scalfiscono la vita del
profeta Daniele e i suoi compagni; queste potenze di morte non hanno su
di loro alcun potere, al punto che Daniele e i suoi compagni possono
lodare Dio, mentre un angelo sta accanto a loro nella fornace (Dan 3,
49.92).
La prova dell’uomo diventa così anche
una prova di Dio, a dimostrare che Dio non abbandona chi gli si affida
con tutto il cuore. Per cui Gesù, dopo l’uscita dal deserto, può
annunciare che davvero il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino
(Mc 1,15).
Il vangelo in poche parole