Flash dalla prima Messa di don Remo
Prima Messa di don Remo Bracelli - 12 giugno 2016 - Omelia di don Renato Lanzetti
Carissimo don Remo, carissimi confratelli e carissimi fedeli,
è
con gioia, ma anche con un po’ di preoccupazione che mi accingo ad
offrirvi alcune riflessioni in questa celebrazione così festosa, solenne
e significativa.
Vorrei che le mie parole ci aiutassero a
ricordare e richiamare a noi stessi la grandezza del sacerdote e della
sua missione, e, quindi, la grazia che tu, don Remo hai ricevuto
personalmente, grazia di cui tutti noi godiamo i benefici: per questo
facciamo festa e ringraziamo il Signore.
Don Remo, ieri
il Vescovo Diego ti ha elevato all’ordine del presbiterato, perché al
servizio di Gesù maestro, sacerdote e pastore, tu possa collaborare per
costruire la Chiesa, popolo di Dio e tempio santo dello Spirito.
Sei
stato consacrato e configurato a Cristo, sommo ed eterno sacerdote. A
Lui hai consegnato la tua vita. Egli, attraverso l’imposizione delle
mani del Vescovo, ha preso possesso di te, ha invaso con la forza del
Suo Spirito la tua persona, perché la tua vita sia trasparenza di Lui:
le tue parole diventino le Sue, i tuoi gesti diventino i Suoi, il tuo
cuore rifletta e ripresenti il Suo. Tu appartieni per sempre a Lui, sei
al Suo servizio. Il Suo amore ti protegge e ti accompagna sempre.
Sei
chiamato a dispensare a larghe mani la Parola di Dio, che tu stesso hai
ricevuto, che hai letto, studiato e meditato, di cui continuerai a
nutrirti perché formi in te sentimenti e atteggiamenti secondo il
Vangelo.
Continuerai l’opera santificatrice di Cristo, offrendo al Padre il sacrificio perfetto nella celebrazione dei santi misteri.
Con il Battesimo unirai nuovi fedeli al popolo di Dio.
Con
la Penitenza rimetterai i peccati a nome di Gesù e della Chiesa,
offrendo a tutti coloro che si presentano con cuore pentito la
misericordia infinta del Padre, rivelata sul volto misericordioso di
Gesù. Questa sarà una delle più belle esperienze: regalare a una persona
la Grazia, la serenità e la pace del cuore, mettendo in pratica ciò che
Papa Francesco continuamente ricorda a noi preti: “Non stancatevi mai
di essere misericordiosi! Per favore!... Abbiate misericordia, tanta!”.
Con
l’Olio degli Infermi recherai sollievo a chi soffre nel corpo e nello
spirito e li aiuterai a completare nella propria carne ciò che manca
alla Passione di Cristo per il bene della Chiesa.
Infine, nella
Liturgia delle Ore innalzerai la preghiera di lode e di supplica al
Padre, facendoti voce della Chiesa e dell’umanità, sintonizzandoti con
quel continuo dialogo di amore che il Signore Risorto ha con il Padre:
con Gesù sei chiamato ad essere intercessore del popolo di Dio presso il
Padre, magari strappando alle tue numerose attività, iniziative ed
appuntamenti, degli spazi di preghiera, fino a diventare “permanente in
preghiera” come il Maestro che si alzava al mattino presto e si ritirava
solo sul monte a pregare.
In poche parole, tu sei diventato ministro di Cristo!
Scriveva
S. Agostino: «E noi che cosa siamo? Ministri di Cristo, suoi servitori.
Perché quanto distribuiamo a voi non è cosa nostra, ma noi la estraiamo
dalla Sua dispensa. E anche noi viviamo di essa, perché siamo servi
come voi».
Cosa troviamo nella Sua dispensa?
Nella Sua dispensa troviamo il nutrimento della Parola di verità e del Pane di vita.
Le
letture che hai scelto per questa Messa hanno come centro l’Eucaristia,
prefigurata nell’offerta del pane e del vino fatta da Melchisedek ad
Abramo (1° lettura); raccontata, nella 2° lettura, da S. Paolo nella 1°
Lettera ai Corinti come il centro della Tradizione che lui ha ricevuto e
a sua volta trasmesso; preannunciata da Gesù nel Vangelo di Giovanni,
dove afferma: “Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo
per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il
Pane disceso dal cielo…”.
“Colui che mangia me vivrà per me”.
Ogni
giorno celebrerai l’Eucaristia. Ogni giorno mangerai il Pane
Eucaristico per vivere per Gesù, di Gesù, della forza che viene da Lui.
Ogni giorno offrirai l’Eucaristia alla gente, perché tutti, nutriti
dello stesso Pane, possano diventare un solo Corpo e offrire se stessi
in sacrificio gradito a Dio.
Ieri il Vescovo,
consegnandoti simbolicamente il pane e il vino, ti ha detto: “Ricevi le
offerte del Popolo Santo di Dio per il sacrificio eucaristico. Renditi
conto di ciò che farai, imita ciò che celebrerai, conferma la tua vita
al mistero della croce di Cristo Signore”.
Il Vescovo ha
consegnato a te e ai noi sacerdoti il tesoro più grande della Chiesa:
l’Eucaristia. Siamo chiamati a celebrarla con consapevolezza,
attenzione, cura, partecipazione di sentimenti e di cuore.
Il
venerabile don Giuseppe Quadrio, sacerdote nativo di Vervio, fece questo
proposito: “Ogni giorno voglio celebrare l’Eucaristia come se fosse la
prima, come se fosse l’ultima, come se fosse l’unica”.
Celebrata
con questa consapevolezza e con questi sentimenti, la Messa ci porti a
fare nostra la logica della Croce: amare sempre di più, amare anche chi
ci offende, ci umilia, ci rifiuta; donarsi sempre di più al Padre
nell’obbedienza quotidiana a quanto ci chiede attraverso il Vescovo e
donarsi sempre di più ai fratelli stando in mezzo alla gente secondo la
significativa espressione di Papa Francesco: Il pastore deve essere
davanti al popolo di Dio per dirigere; in mezzo per condividere, dietro
perché nessuno si senta escluso, anche quelli che fanno più fatica: solo
in mezzo alla gente sarà pastore con l’“odore delle pecore”.
Il
prete è al servizio del Popolo di Dio perché questi diventi sempre più
comunità che vive il comandamento nuovo. C’è una relazione profonda fra il
sacerdote e il popolo di Dio.
Il Popolo di Dio – dice il Papa – è
il grembo da cui il sacerdote è tratto, la famiglia in cui è coinvolto,
la casa a cui è inviato.
Il grembo da cui è tratto!
Don
Remo, quanto bene hai ricevuto dal tuo paese, dalla tua gente: dalla
tua famiglia, dai tuoi parenti, dalla tua comunità di Lanzada: hai
trovato un clima di fede e di comunione fraterna che è stato come il
terreno adatto perché il seme di vocazione che il Signore ha posto nel
tuo cuore potesse germogliare in una pianticella, che, poi, curata
dall’opera preziosa, intelligente e delicata del Seminario, è diventata
un grande albero che ora incomincia a dare i suoi frutti maturi per il
bene di tutti.
Hai ricevuto tanto dalle comunità dove hai fatto
esperienze pastorali in questi anni, hai ricevuto tanto dai tuoi amici,
dai ragazzi e dai giovani dei diversi oratori che hai frequentato, anche
dagli ammalati che hanno pregato per te e offerto le loro sofferenze
per te, da tante religiose e consacrati che hanno pregato per la tua
perseveranza.
È vero, noi sacerdoti siamo al servizio della
comunità, ma prima abbiamo ricevuto tanti servizi dalla comunità stessa.
Quanti servizi continuiamo a ricever dal popolo di Dio, quanti esempi
buoni, di fede autentica, di speranza serena, magari pur sofferta, e di
carità concreta, a volte anche eroica.
Il Popolo di Dio è la casa a cui il sacerdote è inviato.
Don
Remo, siamo inviati al Popolo di Dio per aiutarlo ad essere comunità in
cui tutti possano vivere la loro specifica vocazione, nella
valorizzazione e stima dei doni che ciascuno ha ricevuto.
Insieme,
sacerdoti, religiosi e fedeli, siamo chiamati a tener vivi e
trasmettere con fedeltà e creatività quei valori di fede e di amore che
abbiamo ricevuto da secoli di storia cristiana, che vogliamo offrire
alle nuove generazioni come l’eredità più preziosa.
E a voi, fedeli di Lanzada, cosa posso dire?
Un grazie grande, perché avete espresso ancora una volta una vocazione sacerdotale.
Continuate
ad amare i sacerdoti, a stimarli, a pregare perché il Signore susciti
nuove vocazioni sacerdotali, religiose, missionarie, di speciale
consacrazione negli istituti secolari. Pregate perché il Signore faccia
sorgere vocazioni sante al matrimonio sacramento, famiglie in cui siano
vivi il senso di Dio, la preghiera, il perdono reciproco, lo spirito di
sacrificio e di donazione ai fratelli, la partecipazione e la
corresponsabilità nella vita parrocchiale. Difendete a denti stretti la
santificazione della festa come un appuntamento irrinunciabile anche in
mezzo ai tanti impegni o alle tante distrazioni della vita moderna.
Curate la formazione spirituale dei ragazzi e dei giovani.
Chiedete al Signore con fiducia e con insistenza che vi renda sempre terreno fecondo di valori umani e cristiani.
Allora il Signore continuerà a benedire questa comunità con nuove vocazioni.
La
Beata Vergine delle Grazie, che veneriamo nel santuario di Primolo,
conservi la fede nelle nostre comunità, nelle nostre famiglie e nel
nostro cuore, e faccia sperimentare a tutti noi la gioia di donarci al
Signore nella verità e nella carità.