La radio della Comunità

La diffusione via radio della Santa Messa domenicale e feriale, su una unica frequenza, comune a tutti i paesi della valle è un importante strumento di comunicazione che permette alle persone che non riescono ad andare in chiesa - principalmente malati e anziani - la partecipazione, con l’ascolto, alla vita liturgica ed alla preghiera delle comunità.

La radio della Comunità pastorale Valmalenco ha il compito di unificare, in un servizio di rilevante e sociale utilità, tutte le parrocchie della valle componenti la Comunità Pastorale, contribuendo a facilitarne ed ottimizzarne le finalità pastorali.

La nostra radio non ha grandi pretese, ma si augura di poter diventare uno strumento capace di ridurre le distanze, umane e geografiche, tra le persone della nostra comunità e favorire così il nostro spirito di fraternità.

La nuova ed unica frequenza sulla quale sarà possibile ascoltare i programmi da ogni parrocchia sarà 98.400 MHZ

Avvisi

Le lettere di don Pio dalla prima guerra mondiale. Valona, 16 dicembre 1915

Le lettere di don Pio dalla prima guerra mondiale. Valona, 16 dicembre 1915

A 70 anni dalla morte di don Pio Parolini vogliamo ricordare questo sacerdote, malenco di nascita e di ministero, attraverso la pubblicazione delle lettere che egli inviò, come cappellano militare, al vescovo Archi durante la prima guerra mondiale e che sono attualmente conservate presso l’Archivio Storico della nostra diocesi. Grazie a queste potremo approfondire la conoscenza di un santo sacerdote che ha tanto amato il Signore e che ha impiegato la sua vita per portarLo agli uomini. Ogni settimana pubblicheremo su questo sito una lettera realizzando, così, una speciale rubrica settimanale. Un prezioso lavoro a cura di Nicola Bergomi e Anselmo Fabiano. Pubblichiamo la seconda lettera datata 16 dicembre 1915 e scritta da Valona.



La seconda lettera della nostra rubrica ci fa conoscere due importanti cambiamenti nell’esperienza militare di don Pio.
Per prima cosa apprendiamo che il 4 dicembre del 1915 don Pio giunse a Valona, un importante città portuale dell’Albania. Questa città, situata sulla sponda orientale del canale d’Otranto, venne conquistata dall’Italia per potersi garantire la supremazia militare sul mar Adriatico. È da notare come fu un viaggio difficoltoso durante il quale il nostro protagonista rischiò persino di morire.
Secondariamente è importante sottolineare che a Valona don Pio non svolse più la semplice mansione di soldato, come a Edolo, ma venne nominato cappellano militare e di conseguenza aumentarono le sue responsabilità pastorali nei confronti dei suoi commilitoni. Proprio per svolgere al meglio il suo ministero, non avendo un proprio altare portatile, ma dovendolo condividere con altri sacerdoti, don Pio ci rivela che è in attesa di un altare portatile da Roma.
Infine notiamo come don Pio sia dispiaciuto di non potere nominare il vescovo di Como durante la Messa al Te igitur Clementissime Pater (Te, dunque, Padre Clementissimo) che è il momento della preghiera eucaristica in cui il sacerdote normalmente pronuncia i nomi del Papa e del Vescovo della diocesi in cui sta celebrando la Messa. Trovandosi, quindi, don Pio in Albania doveva pronunciare il nome del vescovo della diocesi albanese. Don Pio, però, assicura al vescovo di Como che lo ricorderà in un altro momento della Messa, il memento dei vivi (ricordo dei vivi) in cui il sacerdote normalmente prega per le persone viventi che più gli stanno a cuore.

Il file in formato pdf scaricabile con il testo della lettera e il relativo commento

11/07/2020 Categoria: Torna all'elenco