La radio della Comunità

La diffusione via radio della Santa Messa domenicale e feriale, su una unica frequenza, comune a tutti i paesi della valle è un importante strumento di comunicazione che permette alle persone che non riescono ad andare in chiesa - principalmente malati e anziani - la partecipazione, con l’ascolto, alla vita liturgica ed alla preghiera delle comunità.

La radio della Comunità pastorale Valmalenco ha il compito di unificare, in un servizio di rilevante e sociale utilità, tutte le parrocchie della valle componenti la Comunità Pastorale, contribuendo a facilitarne ed ottimizzarne le finalità pastorali.

La nostra radio non ha grandi pretese, ma si augura di poter diventare uno strumento capace di ridurre le distanze, umane e geografiche, tra le persone della nostra comunità e favorire così il nostro spirito di fraternità.

La nuova ed unica frequenza sulla quale sarà possibile ascoltare i programmi da ogni parrocchia sarà 98.400 MHZ

Avvisi

"Capisci ciò che leggi?" - Lettura continua del Vangelo di Marco: Mc 1,40-45

 Mc 1,40Venne da lui un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: "Se vuoi, puoi purificarmi!". 41Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: "Lo voglio, sii purificato!". 42E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. 43E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito 44e gli disse: "Guarda di non dire niente a nessuno; va', invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro". 45Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.



Secondo la concezione ebraica, la lebbra era «la primogenita della morte» (Gb 18,13). Chi veniva segnato da questa malattia doveva tenersi separato dagli altri e non poteva avvicinarsi a nessuno. I lebbrosi erano lasciati languire lungamente in una lenta morte, e per giunta venivano infamati come peccatori, perché la lebbra era considerata il castigo di gravi peccati.

La legge ebraica dichiarava intoccabile un lebbroso, ma per Gesù non c’è legge che valga quando c’è di mezzo il bene di un uomo.

Gesù è la «buona notizia» di uno che tocca il lebbroso e lo guarisce. Egli è il medico venuto per guarire tutti i mali e tutti i malati (Mc 2,17).

Solo Gesù può liberare la nostra vita dalla lebbra che la devasta. Gli uomini e le leggi riconoscono il male e lo condannano, ma solo Gesù lo guarisce.

Il nostro diritto di accostarci al Signore non viene dal fatto di essere giusti e degni, belli e buoni, ma proprio dal fatto che siamo ingiusti e immondi, brutti e peccatori. Il diritto di precedenza è dato ai malati più gravi. Dio guarda il nostro bisogno, non il nostro merito.

Questo è il vangelo, la buona notizia che ci salva: Dio mi ama perché mi ama; la mia miseria non è ostacolo, ma misura della sua misericordia. Dio non è la legge che mi giudica né la coscienza che mi condanna: è il Padre che dà la vita, e mi ama più di se stesso, senza condizioni, così come sono. Il mio male non lo allontana, ma lo attira verso di me con un amore che non conosce altro metro che quello del mio bisogno. San Tommaso d’Aquino ha scritto: «Dio non ci ama perché siamo buoni, ma ci rende buoni amandoci».

Il comportamento antipubblicitario di Gesù ci ricorda un importante proverbio: «Il bene non fa rumore e il rumore non fa bene». Coloro che credono con umiltà, come la suocera di Pietro o il paralitico, non hanno bisogno di essere zittiti: servono e ubbidiscono.

01/04/2018 Categoria: Torna all'elenco