Cinema Bernina

Il Cinema Bernina si trova a Chiesa in Valmalenco, dietro il Santuario Madonna degli Alpini

Dopo un tempo di chiusura, dovuto alla necessaria sostituzione della vecchia macchina di proiezione con un sistema digitale evoluto, il cinema Bernina ha riaperto i battenti nel mese di agosto 2015. Si è voluto fortemente poter continuare ad offrire, a residenti e turisti, la possibilità di vedere ottimi film. La sala, che comprende anche un piccolo bar, è attualmente gestita dalla cooperativa sociale Intrecci, che ha sede a Tirano. Dalla stagione invernale 2018-2019 si è affiancato alla cooperativa un attivo gruppo di volontari

La programmazione e gli altri avvisi e contenuti relativi al Cinema verranno inseriti sulla

pagina facebook del Cinema Bernina

ed è prevista per i periodi di maggior afflusso turistico: vacanze di Natale e mesi estivi. Accanto alla programmazione nell'alta stagione turistica si propongono anche iniziative durante l'anno per famiglie e ragazzi.

Avvisi

La Parola è la mia casa: Chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non avrà perdono in eterno (X dom TO anno B)

La Parola è la mia casa: Chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non avrà perdono in eterno (X dom TO anno B)

I testi della liturgia del 10 giugno da www.chiesacattolica.it

Il commento alle letture
(da symbolon.net)

CHI AVRA' BESTEMMIATO CONTRO LO SPIRITO SANTO NON AVRA' PERDONO IN ETERNO
di don Claudio Doglio



Nel brano del vangelo di oggi Marco sottolinea le reazioni opposte che suscita la persona di Gesù. Mentre le folle lo cercano, i suoi lo ritengono folle e, non comprendendo affatto la sua missione, vogliono distoglierlo a forza facendolo tornare al paese.
Per capire l’atteggiamento della sua famiglia bisogna ricordare che i primi 30 anni di Gesù erano trascorsi nell’oscura banalità di una vita simile a quella di tutti gli altri. Poi, d’improvviso, quest’uomo abbandona il suo villaggio e si mette a percorrere il paese avanzando pretese pazzesche, enormi, come quella di correggere la legge e le tradizioni del popolo eletto. Era molto difficile accettare tutto questo anche per Maria e Giuseppe. Lo zelo di Gesù appare infatti eccessivo, quasi folle e con buona ragione la sua famiglia è preoccupata.
Ancora più grave è l’ostilità dei dottori della religione; essi si persuadono che Gesù riceve il suo potere dal più grande dei demoni quando combatte le forze del male e le sottomette. Proprio i capi religiosi, in quanto si ostinano alla cecità e persistono nel rifiutare Gesù per partito preso, cadono in un peccato senza rimedio. Chiamare Satana il Figlio di Dio significava collocarsi al di fuori della salvezza.
L’evangelista non ha dubbi: è una bestemmia contro lo Spirito Santo, la cui gravità deriva dal fatto che non si tratta più semplicemente di un errore sulla persona di Gesù, ma di un deliberato rifiuto della grazia e della rivelazione.
Al contrario, la folla che si accalca attorno a Gesù, assidua nell’ascoltarlo e nel seguirlo, costituisce la sua vera famiglia che non nasce da legami di sangue. Sono le primizie della Chiesa, della comunità riunita dalla sola fede in Gesù. Marco insiste sul paradosso: la famiglia secondo la carne si tiene “al di fuori”, mentre la parentela secondo la fede fa cerchio “attorno a lui”.
Il brano di Marco di oggi ci presenta come tre scene.
Nella prima i parenti carnali di Gesù: “i suoi”. La loro reazione è quella dalla cecità e del perbenismo: “è fuori di sé”, (lett. “esaltato”). Questa famiglia, gretta e timorosa davanti all’azione libera e provocatoria di Gesù, non trova che il sistema più sbrigativo per soffocare lo scandalo e defilarsi: dichiarare l’infermità mentale di Gesù così da non protrarre la vergogna sull’intero clan. E’ l’incomprensione del benpensante che mai potrà accettare la carica dirompente del cristianesimo: quest’ultimo, infatti, mette in causa tutte le sue placide sicurezze, il suo “equilibrio” e il suo buon senso.
Nel secondo quadretto abbiamo gli scribi venuti da Gerusalemme. Essi incarnano il rifiuto totale, organizzato, premeditato, satanico: Gesù è un indemoniato, è l’incarnazione del male. E Gesù, dopo aver fatto balneare l’assurdità anche logica di tale definizione, denuncia con violenza questo peccato imperdonabile come “bestemmia contro lo Spirito Santo”: il non riconoscere in Gesù Cristo, non tanto la sua realtà storica, quanto la sua realtà teologica, quale figlio di Dio, è il peccato contro lo Spirito Santo. Esso è il rifiuto ostinato di riconoscere i segni e l’azione di Dio nei segni del suo Santo Spirito, è chiudere gli occhi alla positività della predicazione profetica e della attività di Gesù interpretandole come azione demoniaca (era molto più comoda per i farisei questa interpretazione). Chi giunge a questo livello di odio e di rifiuto ha quasi sigillato il suo destino e la sua condanna definitiva; è la reazione estrema che cancella la luce dichiarandola tenebra, che combatte il bene definendolo male.
C’è infine la terza scena piena di luce e di speranza. I protagonisti sono coloro che intuiscono in profondità il mistero di Gesù. Per capirlo non sono sufficienti i legami carnali ma quelli interiori ed esistenziali. Fedele è “chi compie la volontà di Dio”. E’ questo il vero criterio della parentela con Gesù: “Ecco mia madre e i miei fratelli!”(v.35).

N.b.: I fratelli di Gesù.

A livello filologico bisogna ricordare che l’ebraico e l’aramaico non dispongono di un termine specifico per indicare “cugino”. Uno stesso termine in ebraico e in aramaico può indicare, oltre che fratello in seno stretto, anche parenti più o meno prossimi es. nipote, zio ecc.


Il vangelo in poche parole


«Una sorta di malevolenza ha fatto di Gesù semplicemente un uomo dalla mente disturbata; e i suoi vicini, o lo giudicarono così o pensarono perlomeno che era meglio limitare la sua libertà, finché fossero circolate quelle cattive voci a suo riguardo. È questa l’intenzione che spinse sua madre e i suoi fratelli a cercare di avvicinarlo. Ma allora egli non poteva più sottostare al volere della sua famiglia, benché essa avesse nella società ebraica un potere vincolante. Quando, più tardi, avvertì coloro che volevano seguirlo che avrebbero dovuto “odiare” il padre e la madre, sapeva bene di che cosa parlava. La sua famiglia doveva essere ormai la comunità che si andava formando attorno a lui».

C. Dodd

La Parola da vivere


Parola da vivere durante la settimana: È FUORI DI SÉ

La prima e vera famigliarità è quella che Dio stabilisce con noi in Cristo Gesù, riconoscendoci suoi figli e fratelli tra noi. I vincoli di parentela sono «relativizzati» alla relazione fondamentale con Dio Padre, e quindi alla fraternità universale che ci lega ad ogni uomo e donna della terra.

 
Altri commenti affidabili, semplici, profondi

p. Marko Ivan Rupnik: www.clerus.va (testo)
Piero Stefani: www.ilregno.it (testo)
Enzo Bianchi: www.monasterodibose.it (testo)
p. Ermes Ronchi: www.avvenire.it (testo)
p. Alberto Maggi: www.studibiblici.it (testo; video)
don Claudio Doglio: dondoglio.wordpress.com (video; audio)
don Claudio Doglio: www.symbolon.net (testo)
p. Gaetano Piccolo: cajetanusparvus.com (testo)
Acli.it: vivere la domenica (testo)
sr. Mariangela Tassielli: cantalavita.com (testo)
Ileana Mortari (teologa): www.chiediloallateologa.it (testo)
Wilma Chasseur (teologa ed eremita): www.incamminocongesu.org/ (testo)
don Enzo Pacini (cappellano del carcere di Prato): www.toscanaoggi.it (testo)
Paolo Curtaz: www.tiraccontolaparola.it (testo, audio, video)
don Tonino Lasconi: www.paoline.it (testo)
Evangeli.net: Commento e breve spiegazione teologica in meno di 450 parole (testo)

Per chi vuole qualcosa di più: Esegesi, lectio divina e meditazioni

Comunità Kairòs: Lectio (testo)
Carmelitani: Lectio divina quotidiana (testo)
Combonianum.org: Lectio divina (testo)
Centro apostolato biblico: www.centroapostolatobiblico.it (testo)

09/06/2018 Categoria: Torna all'elenco