Pastorale Giovanile

Per i preadolescenti e i giovani della nostra Valle, è coinvolta, oltre ai preti e alle suore, una bella equipe di giovani e adulti delle diverse parrocchie, che progettano e propongono gli incontri e le esperienze per i ragazzi e le ragazze delle diverse età:

  • i preadolescenti: coloro che hanno terminato la mistagogia, e iniziano a vivere l’età dei cambiamenti (13-14enni)
  • gli adolescenti: quelli che frequentano le superiori e sono invitati a collaborare come animatori negli oratori
  • i giovani: i maggiorenni che, affacciandosi all’età adulta, guardano alla loro vita con più responsabilità.

Alcuni appuntamenti sono proposti a livello diocesano, altri a livello vicariale, altri a livello di Valle.

Gli scopi degli incontri in Valle sono

  • offrire molteplici spunti di aggregazione, divertimento, scoperta, riflessione, ascolto e crescita
  • confrontarsi con la proposta cristiana con più consapevolezza
  • conoscersi meglio, evidenziando le proprie idee, i desideri, i valori, e anche la resistenze, i dubbi, le fatiche
  • sentirsi protagonisti delle proprie scelte e capaci di mettersi a servizio nella comunità.

Cf. Diocesi di Como, CHE COSA CERCATE? Progetto diocesano di pastorale giovanile
Cf. Diocesi di Como, Progetto di iniziazione cristiana dei bambini e dei ragazzi, cap. 11: La proposta educativa dopo la mistagogia.
Cf. sito diocesano di pastorale giovanile: www.pgcomo.org

Avvisi

Vangelo Ragazzi: Se vuoi puoi

Vangelo Ragazzi: Se vuoi puoi

Videovangelo della domenica in cartoni animati

Videovangelo bambini VI dom TO anno B

La riflessione
(commento a cura di Tiziana Mazzei

Carissimi bambini, oggi il Vangelo di Marco ci presenta un lebbroso. Chi erano i lebbrosi? Erano quelli che avevano una brutta malattia, la lebbra. E' una malattia terribile perché contagiosa...
ti obbliga ad un perpetuo lockdown.
Come è stato per voi il lockdown?

Il lebbroso non vive il lockdown per qualche giorno o settimana, ma per sempre. Pensate che dramma! Si muore prima di morire, perché la vita senza relazioni si trasforma in un inferno. Ci si sente e si è soli, lontano da tutti, senza poter mai comunicare con qualcuno. Inoltre, all'epoca, non c'erano i mezzi della tecnica (computer, telefonino etc.) che rendono meno duro l'isolamento, ma c'era la più completa solitudine.

Il lebbroso è un malato cronico che ha perso la sensibilità soprattutto a livello degli arti. Non sente più né il calore, né il dolore, né il contatto... le sue estremità lentamente marciscono e andando in putrefazione emanano cattivo odore e devono essere amputate.

La lebbra è contagiosa e può rimanere in incubazione anche fino a 10 anni.

Il lebbroso ai tempi di Gesù era un emarginato. Doveva avvisare della sua presenza con un campanello in modo che le persone avessero modo di allontanarlo.

Immaginiamoci adesso la scena descritta dall'evangelista Marco:

“un lebbroso viene da Gesù”... come fa ad avvicinarsi a Lui? Era talmente tanta la sofferenza che tenta il tutto per tutto... non gli importa di essere sgamato dagli altri... ha solo un intento: supplicare Gesù e lo fa bene, con tutto se stesso. Il Vangelo ci dice che lo supplicava in ginocchio. Supplicare è molto più che chiedere. Nonostante sia altissimo il desiderio di guarigione il lebbroso non impone a Gesù il miracolo, gli dice: “se vuoi, puoi purificarmi... se vuoi..”

Noi quando desideriamo ardentemente qualcosa da Dio non diciamo: “se vuoi”, ma diamo a Lui dei comandi precisi.

Il lebbroso riconosce che Gesù è libero di decidere. “Se vuoi...”

Il lebbroso sa che Gesù ha il potere di purificarlo ma sa anche che Gesù ha una volontà personale... e quindi non gli dice: “purificami”, ma “se vuoi, puoi purificarmi”. Gesù ne ebbe compassione. Gesù partecipa sempre al nostro dolore, non si tira mai indietro, non ha paura di essere contagiato. Infatti il Vangelo ci dice che prima lo toccò, e poi lo guarì. Noi avremmo fatto il contrario; prima avremmo operato la guarigione e poi semmai lo avremmo toccato. Gesù non ha paura del nostro male. Niente e nessuno può contagiarlo. Lui è Signore del bene, lui decide di purificarlo, lo vuole purificare.
Che cosa ci dice questo episodio per la nostra vita?

Anche noi siamo in un certo senso lebbrosi. (Apro una parentesi: S.Caterina da Siena, una grande santa vissuta nel XIV sec, aveva il dono soprannaturale di leggere nei cuori delle persone. Ogni volta che partecipava a qualche festa dell'alta società, avvicinandosi a donne altolocate, nobili, raffinate, ben vestite e profumate, soleva sentire con l'olfatto la puzza che emanava da queste signore quando la loro anima era piena di peccati e quindi senza farsi problemi, diceva loro apertamente: “scansatevi perché puzzate”...).

Noi siamo lebbrosi perché appunto siamo, chi più chi meno, peccatori, non facciano cioè in tutto e per tutto il bene... Oggi questo lebbroso ci dice prima di tutto che dobbiamo cercare di avvicinarci a Gesù nonostante le nostre colpe e che lo dobbiamo fare con molta umiltà, senza nulla pretendere, sapendo che Gesù è una persona con una volontà e che quindi è libero nel suo agire. Non dobbiamo pensare che non siamo degni di pregare o di andare alla Messa perché non ci siamo comportati bene. Al tempo stesso rivolgiamo a Lui un appello accorato capace di mettere insieme fiducia nell'azione di Gesù e rispetto per la sua persona e quindi per la sua volontà, per le sue decisioni.

Impariamo, inoltre, da Gesù, a deciderci per il bene sapendo che anche per noi si prospetta la stessa situazione, cioè, anche per noi ogni azione dipende dalle nostre decisioni. Quindi ogni giorno il Signore ci dice: “se vuoi, puoi seguirmi”. “Se vuoi”... sì, ogni giorno possiamo scegliere tra il seguire il nostro egoismo, i nostri capricci, le nostre fissazioni, o il lasciare a Gesù di guidare le nostre azioni.

Concludiamo allora questa nostra riflessione con la seguente preghiera:

“Signore Gesù, che non hai evitato di toccare e purificare il lebbroso, concedi anche a noi di essere sanati da te perché possiamo a nostra volta andare incontro ai nostri fratelli, scegliendo di seguire l'invito costante della tua voce che ci suggerisce: “se vuoi, puoi seguirmi”.

La vignetta di Robihood



#Strade Dorate:
Dalla postazione radio di Radio Fra Le Note il sacerdote genovese Don Roberto Fiscer commenta il Vangelo della domenica per i ragazzi.



Un giovane prete di Genova ex dj da discoteca, don Roberto Fiscer, ha aperto una radio nel suo oratorio e tra le altre cose fa una brevissima trasmissione anche in video #Strade Dorate in cui spiega il vangelo della domenica per i ragazzi e con i ragazzi.

Dalla postazione radio di Radio Fra Le Note il sacerdote genovese Don Roberto Fiscer commenta il Vangelo della domenica 14 febbraio 2021 per i ragazzi


13/02/2021 Categoria: Torna all'elenco