Pastorale Giovanile

Per i preadolescenti e i giovani della nostra Valle, è coinvolta, oltre ai preti e alle suore, una bella equipe di giovani e adulti delle diverse parrocchie, che progettano e propongono gli incontri e le esperienze per i ragazzi e le ragazze delle diverse età:

  • i preadolescenti: coloro che hanno terminato la mistagogia, e iniziano a vivere l’età dei cambiamenti (13-14enni)
  • gli adolescenti: quelli che frequentano le superiori e sono invitati a collaborare come animatori negli oratori
  • i giovani: i maggiorenni che, affacciandosi all’età adulta, guardano alla loro vita con più responsabilità.

Alcuni appuntamenti sono proposti a livello diocesano, altri a livello vicariale, altri a livello di Valle.

Gli scopi degli incontri in Valle sono

  • offrire molteplici spunti di aggregazione, divertimento, scoperta, riflessione, ascolto e crescita
  • confrontarsi con la proposta cristiana con più consapevolezza
  • conoscersi meglio, evidenziando le proprie idee, i desideri, i valori, e anche la resistenze, i dubbi, le fatiche
  • sentirsi protagonisti delle proprie scelte e capaci di mettersi a servizio nella comunità.

Cf. Diocesi di Como, CHE COSA CERCATE? Progetto diocesano di pastorale giovanile
Cf. Diocesi di Como, Progetto di iniziazione cristiana dei bambini e dei ragazzi, cap. 11: La proposta educativa dopo la mistagogia.
Cf. sito diocesano di pastorale giovanile: www.pgcomo.org

Avvisi

La Parola è la mia casa: Vivere in vista dell'incontro (XXXII TO anno A)

La Parola è la mia casa: Vivere in vista dell'incontro (XXXII TO anno A)

I testi della liturgia di domenica 12 novembre da www.chiesacattolica.it


Il commento alle letture
(da www.clerus.va)

VIVERE IN VISTA DELL'INCONTRO
di p. Marko Ivan Rupnik


Comincia con questa domenica ad apparire in modo più evidente il tema della fine dell’anno liturgico e dell’inizio del nuovo, con le parabole “escatologiche”.

La questione dello sposo e della sposa nell’Antico Testamento è la questione dell’alleanza tra Dio e l’uomo. L’uomo è un essere di appartenenza ed è il rapporto con Dio a determinarne l’identità. Nell’Antico Testamento la differenza tra saggio e stolto sta proprio nel sapere a chi si appartiene. Lo stolto è colui che sbaglia il bersaglio perché non sa a chi appartiene e non costruisce sulla roccia ma sulla sabbia, cioè vive un’esistenza senza un vero fondamento. È questa sapienza del mondo - dove l’uomo è l’epicentro di tutto – che Cristo è venuto a rovesciare, facendola diventare stoltezza (cf Lc1,51-54).

In che cosa consiste allora la sapienza di queste cinque vergini sagge che tengono in mano non piccole lampadine ma delle vere e proprie fiaccole, con un contenitore dell’olio che fa uscire una fiamma decisa e che è praticamente impossibile spegnere? Il loro modo di ragionare parte dalla fine, cioè dall’incontro con lo Sposo dove assolutamente non si possono trovare senza fuoco, altrimenti inutile aspettarlo. Tanto più non sapendo quando arriverà. Il ragionamento è tutto in funzione dell’incontro ed è questa la sapienza: creare una mentalità che tiene continuamente la sua sorgente in ciò che è il senso, cioè l’incontro con il Signore, quello definitivo. E nel frattempo tener fede al proprio compito. Questo significa non solo sapere che appartengo al Signore, ma organizzare la mia vita in modo tale che veramente posso appartenere definitivamente a Lui.

È curioso che queste luci devono illuminare lo Sposo quando arriva, devono fargli strada, illuminare il suo volto perché la gente veda la sua bellezza.

Che è lo stesso senso delle nostre opere, affinché splenda qualche cosa sul volto di Dio.

L’olio da dove la lampada prende la luce è, praticamente per l’unanimità dei Padri, la carità, o meglio lo Spirito Santo: la carità è un frutto, è lo Spirito Santo a versarla nei nostri cuori (cf Rm5,5). L’olio è lo Spirito Santo; la carità infatti ti fa amare l’altro, ti fa donare tutto, ti fa unire all’altro, ma non è possibile trasmettere da noi stessi la sorgente dell’amore. Lo Spirito Santo lo possiamo contemplare l’uno nell’altro, ma uno solo è il donatore, il Padre, per mezzo del Figlio, cioè per mezzo della Chiesa.

Siccome questa parabola parla di Israele che è stato scelto per preparare la via al Messia, per attenderlo e riconoscerlo come il vero Sposo, allora è tanto più evidente che bisogna essere pronti anche perché lo Sposo può tardare. Bisogna imbeversi di quello Spirito alla luce del quale possiamo dire che Cristo è il Signore. È proprio su questo non si può essere leggeri e contare sugli altri. La salvezza è sempre personale.

Anche se tutte si sono addormentate, le sagge erano pronte comunque, proprio perché hanno vissuto e pensato in vista di questo incontro, che dipendeva dallo Sposo. Infatti era in ritardo, ma loro non erano prese alla sprovvista. Mentre una parte di Israele era troppo sicura di sé, dei suoi calcoli e delle sue abitudini e non si incontrano.

Il senso della vita dell’uomo, come diceva s. Serafino di Sarov, è acquisire lo Spirito Santo, essere abitati dallo stesso Spirito che ha abitato lo Sposo. Avere lo stesso soffio che ha lo Sposo.

Ci si addormenta, ma la differenza è trovarsi con o senza l’olio. È lo Spirito Santo che ci fa riconoscere lo Sposo ed è la ragione per cui Lui ci riconoscerà.

Il Padre darà lo Spirito a coloro che glielo chiedono. E chiederlo è l’inizio della sapienza, perché tiene conto dell’incontro finale, ragiona a partire da questo evento.

Il vangelo in poche parole


«
Con la parabola delle dieci vergini che vanno incontro allo sposo, il Signore ha voluto tratteggiare la vicenda dei suoi discepoli nel mondo e il significato del loro passaggio attraverso la vita; ha voluto aiutarci a rispondere a quell’eterna e inquietante domanda: Dove stiamo andando?». 

p. Rainero Cantalamessa

Parola da vivere


Parola da vivere durante la settimana:  ENTRARONO ALLE NOZZE
La saggezza delle vergini sta nel non confidare nelle proprie forze e nel riconoscere di aver bisogno della grazia dello Spirito, mentre la stoltezza sta nel non aver accettato la sapienza che viene dall’amore. La vigilanza è un’attesa fervida e operosa, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese (Lc 12,35), perché generata e sostenuta dall’amore per Colui che è atteso, e quindi liberata dalla paura, perché si aspetta un Signore buono. Lui viene ad assumere completamente la condizione degli uomini, che giacciono nelle tenebre e nell’ombra di morte (cf Mt 4,16).

Altri commenti affidabili, semplici, profondi

p. Marko Ivan Rupnik: www.clerus.va (testo)
Piero Stefani: www.ilregno.it (testo)
Enzo Bianchi: www.monasterodibose.it (testo)
p. Ermes Ronchi: www.avvenire.it (testo)
p. Alberto Maggi: www.studibiblici.it (testo; video)
don Claudio Doglio: dondoglio.wordpress.com (video; audio)
don Claudio Doglio: www.symbolon.net (testo)
p. Gaetano Piccolo: cajetanusparvus.com (testo)
Acli.it: vivere la domenica (testo)
sr. Mariangela Tassielli: cantalavita.com (testo)
Ileana Mortari (teologa): www.chiediloallateologa.it (testo)
Wilma Chasseur (teologa ed eremita): www.incamminocongesu.org/ (testo)
don Enzo Pacini (cappellano del carcere di Prato): www.toscanaoggi.it (testo)
Paolo Curtaz: www.tiraccontolaparola.it (testo, audio, video)
don Tonino Lasconi: www.paoline.it (testo)
Evangeli.net: Commento e breve spiegazione teologica in meno di 450 parole (testo)

Per chi vuole qualcosa di più: Esegesi, lectio divina e meditazioni

Comunità Kairòs: Lectio (testo)
Carmelitani: Lectio divina quotidiana (testo)
Combonianum.org: Lectio divina (testo)
Centro apostolato biblico: www.centroapostolatobiblico.it (testo)

11/11/2017 Categoria: Torna all'elenco