Pastorale Giovanile

Per i preadolescenti e i giovani della nostra Valle, è coinvolta, oltre ai preti e alle suore, una bella equipe di giovani e adulti delle diverse parrocchie, che progettano e propongono gli incontri e le esperienze per i ragazzi e le ragazze delle diverse età:

  • i preadolescenti: coloro che hanno terminato la mistagogia, e iniziano a vivere l’età dei cambiamenti (13-14enni)
  • gli adolescenti: quelli che frequentano le superiori e sono invitati a collaborare come animatori negli oratori
  • i giovani: i maggiorenni che, affacciandosi all’età adulta, guardano alla loro vita con più responsabilità.

Alcuni appuntamenti sono proposti a livello diocesano, altri a livello vicariale, altri a livello di Valle.

Gli scopi degli incontri in Valle sono

  • offrire molteplici spunti di aggregazione, divertimento, scoperta, riflessione, ascolto e crescita
  • confrontarsi con la proposta cristiana con più consapevolezza
  • conoscersi meglio, evidenziando le proprie idee, i desideri, i valori, e anche la resistenze, i dubbi, le fatiche
  • sentirsi protagonisti delle proprie scelte e capaci di mettersi a servizio nella comunità.

Cf. Diocesi di Como, CHE COSA CERCATE? Progetto diocesano di pastorale giovanile
Cf. Diocesi di Como, Progetto di iniziazione cristiana dei bambini e dei ragazzi, cap. 11: La proposta educativa dopo la mistagogia.
Cf. sito diocesano di pastorale giovanile: www.pgcomo.org

Avvisi

@ Diario di un prete: Messa nella notte di Natale. Molto rumore per nulla

@ Diario di un prete: Messa nella notte di Natale. Molto rumore per nulla

"Molto rumore per nulla”: così recita il titolo di una commedia teatrale, opera del grande William Shakespeare. Mi sembra decisamente appropriato, questo titolo, per proporre qualche riflessione sulla questione, molto discussa in questi giorni, a riguardo della Messa nella notte di Natale, anche se, in questo caso, non si tratta di una “tragicommedia” come quella del noto commediografo inglese, bensì di una vicenda che, dal mio punto di vista, risulta decisamente triste e inopportuna.

“Messa nella notte”, non “di mezzanotte”

La “vexata quaestio” è data dalla lunga fila di persone, di varia estrazione sociale e culturale, che vanno lamentandosi per l’impossibilità, che pare ormai definitiva, di celebrare la cosiddetta “Messa di mezzanotte”, tra il 24 e il 25 dicembre, per via delle normative atte a contenere il contagio della pandemia. Ora, dove sta il problema? Dal punto di vista liturgico, il problema, semplicemente, non esiste. Basta leggere la dicitura riportata sul Messale Romano per verificare che si parla di “Messa nella notte”: ora, Messa nella notte non significa che essa debba essere celebrata in piena notte! Le tenebre che costituiscono il tempo notturno, adeguatamente separato dal momento del “Vespro”, che si può tranquillamente celebrare nel pomeriggio e dopo il quale è possibile la celebrazione della “Messa vespertina nella vigilia”, può tranquillamente essere considerato anche nella tarda serata.
Peraltro, come diversi illustri liturgisti hanno ricordato, da molti anni anche i pontefici celebrano la Messa nella notte di Natale alle ore 21:30 o 22 (e, questo, ad esempio, avveniva anche con papa Benedetto: lo dico per rassicurare anche chi ancora non accetta papa Francesco, come ho letto in diversi commenti aberranti alla foto che ritrae insieme Benedetto XVI e Francesco, in occasione della visita di quest’ultimo al predecessore insieme ai neo-cardinali).

Non è l’orario di una messa che ne segna l’autenticità

Per quel poco che posso capire, a me sembra che la questione non risieda nell’ora della celebrazione, ma nella celebrazione stessa, unitamente alla vita di chi celebra (preti e comunità insieme): sarà Natale non se la Messa nella notte sarà a mezzanotte (tradizione pur significativa.. ben venga se potremo celebrarla nel Natale 2021, ma non è un problema fondamentale), ma se il mistero dell’Incarnazione che in essa viene celebrato, nel quale, misericordiosamente, la Divina Dolcezza viene presso gli uomini nella carne di un bambino che chiede accoglienza, ci troverà pronti a rispondere, esistenzialmente, a questo desiderio di Dio di essere per l’uomo e con l’uomo. Questo, con tutto ciò che esso comporta per la vita: se affermo di accogliere Dio e, nel contempo, respingo i fratelli, divento una contraddizione vivente, incompatibile con la fede nel Dio di Gesù Cristo.
Quello che più mi dispiace è l’impressione che, alla fine, si voglia semplicemente strumentalizzare il Natale, per finalità che con la fede non hanno nulla da spartire. Mi piacerebbe molto, così, a titolo anche solo statistico, verificare quanti di quelli che si mostrano scandalizzati “perché fanno nascere Gesù due ore prima” o “perché il governo non permette ai cristiani di celebrare il Natale”, partecipano regolarmente alla Messa e, soprattutto, quando hanno partecipato alla Messa di Natale l’ultima volta. Sono certo che si scoprirebbero cose decisamente interessanti. Peraltro, mi sorge spontanea la domanda: se per finalità alternative alla celebrazione della fede, siano essere politiche o di altro genere, si è pronti a fare dell’Eucarestia, sacramento di comunione, motivo di divisione, siamo sicuri che desideriamo celebrare il Natale del Signore, che viene per essere il Salvatore di ogni uomo? E, ancor più radicalmente, siamo sicuri di essere cristiani?    

Don Alberto Varinelli


Da www.santalessandro.org

12/12/2020 Categoria: Torna all'elenco