Quando sul mio schermo è apparsa la mail, l’ho riletta bene, per
paura di essermi sbagliato. Invece, era proprio la conferma che speravo:
“Buongiorno don Alberto, la signora Acutis è disponibile a incontrarvi
in videoconferenza. Mi mandi pure il link. Grazie”. Inoltro la mail
immediatamente ai catechisti di terza media: il nostro momento di
preghiera con i cresimandi cambia, niente video sulla figura del Beato
Carlo Acutis, niente testi, perché di lui ci parlerà direttamente la
mamma!
Anselmo, catechista e insegnante di religione alle superiori, mi
dice: “Don, questo incontro è l’ottavo dono dello Spirito Santo per
questi ragazzi e per noi!”. Giunge la sera dell’appuntamento. I ragazzi,
che in ottemperanza alle normative vigenti occupano l’intera Chiesa
Parrocchiale di Grumello, distanziati e distribuiti sulle sedie e uno
per banco, alle ore 19.50 sono al loro posto.
Alle ore 20, clicco sul link di Google Meet che avevo preparato e,
appena aperto il collegamento, compare, sullo schermo che Massimo,
volontario di Telgate, ha predisposto, il volto di Antonia, mamma del
Beato Carlo Acutis, adolescente milanese, “patrono di internet”, morto
nel 2006 per una leucemia fulminante e beatificato lo scorso 10 ottobre
ad Assisi. “Eccoci qua, buonasera!” esordisce Antonia. Un po’ impacciato
ed emozionato, rispondo: “Buonasera Signora Antonia e grazie per il
dono che ci fa della sua presenza in questa forma, mediata
dall’informatica, ma che è a tutti gli effetti una presenza in mezzo a
noi!”.
La signora Antonia sorride, io le presento in poche parole la nostra
comunità e i 70 ragazzi che riceveranno la Cresima il 9 maggio prossimo;
le racconto di come la figura di suo figlio, il Beato Carlo, ci aiuti a
conoscere meglio, nella concretezza, ciò che lo Spirito Santo opera
nella vita di un giovane quando quest’ultimo permette allo Spirito di
agire. Lei sorride e volentieri pazienta qualche minuto, mentre noi in
Chiesa imbocchiamo quella che suo figlio Carlo definiva l’ “autostrada
per il cielo”, ossia esponiamo l’Eucarestia per un momento di preghiera e
adorazione che porterà al suo interno, come dono prezioso, la sua
testimonianza.
Poi, Antonia inizia a parlare ai ragazzi. Ci racconta di Carlo, della
sua santità di vita che è consistita nel rendere straordinaria
l’ordinarietà della sua esistenza. Racconta ai ragazzi di Carlo, che
ogni giorno partecipava alla Messa, riceveva la Comunione, si confessava
ogni settimana. Con grande competenza mamma Antonia offre anche spunti
catechistici fondamentali, ad esempio citando la preghiera di Mosè per
spiegare l’importanza della preghiera per la fede, sottolineando la
differenza tra peccato mortale e veniale, per ricordare l’importanza
della confessione anche del “peccatuccio”, perché l’accumulo di peccati
apparentemente di poco conto apre la strada a ben altri peccati.
Ci racconta della passione straordinaria di Carlo per l’informatica,
per internet; sottolinea la capacità di Carlo, con pochi strumenti e un
computer datato, di creare mostre online, come quella sui miracoli
eucaristici che anche papa Francesco, che ha voluto la beatificazione di
Carlo, ha visitato con attenzione.
Ci parla della carità di Carlo, che raggiungeva tutti, in particolare
i senzatetto, ai quali volentieri regalava il suo secondo paio di
scarpe, che non teneva per sé, “perché non serve, a me ne basta uno”. E
risponde, la signora Antonia, alle nostre domande. Ne racconto solo una,
che incuriosiva particolarmente i ragazzi: quella inerente la sua
reazione, come mamma, alla malattia e alla morte del figlio. Antonia
risponde sicura, mostrando una fede straordinaria, accresciuta e
fortificata, come lei stessa ha affermato, dall’esempio del figlio: il
dolore di una mamma che perde il figlio è immenso, ma tutto fa parte di
un disegno di Dio. Dio concede, Dio toglie. Non solo, più volte la mamma
del Beato Carlo Acutis ripete la parola Paradiso, termine chiave della
nostra fede, perché alla luce della Risurrezione di Cristo anche noi
possiamo sperare che quella Risurrezione riguardi anche noi, che la
morte sia un passaggio alla vita piena e definitiva, dove vivremo in
pienezza tutte le relazioni con coloro che abbiamo amato. Non siamo
fatti per il finito, ma tutto di noi, come affermava Carlo, è fatto per
l’infinito. Dopo un’ora circa, ci salutiamo, promettendoci reciproca
preghiera, perché mamma Antonia deve accompagnare a letto i figli, due
gemelli nati quattro anni dopo la morte di Carlo. Con i ragazzi,
proseguiamo la preghiera, ripercorriamo il percorso sui doni dello
Spirito Santo e concludiamo con la Benedizione Eucaristica. Porto nel
cuore le parole di mamma Antonia, che ringrazio per il tempo che ci ha
dedicato e invoco suo figlio, il Beato Carlo Acutis, perché custodisca i
miei ragazzi che ricevono la Cresima e le mie comunità, aprendo i cuori
di noi tutti alla voce dello Spirito e rendendoci disponibili a fare
ciò che Lui ci indicherà.