Pastorale Giovanile

Per i preadolescenti e i giovani della nostra Valle, è coinvolta, oltre ai preti e alle suore, una bella equipe di giovani e adulti delle diverse parrocchie, che progettano e propongono gli incontri e le esperienze per i ragazzi e le ragazze delle diverse età:

  • i preadolescenti: coloro che hanno terminato la mistagogia, e iniziano a vivere l’età dei cambiamenti (13-14enni)
  • gli adolescenti: quelli che frequentano le superiori e sono invitati a collaborare come animatori negli oratori
  • i giovani: i maggiorenni che, affacciandosi all’età adulta, guardano alla loro vita con più responsabilità.

Alcuni appuntamenti sono proposti a livello diocesano, altri a livello vicariale, altri a livello di Valle.

Gli scopi degli incontri in Valle sono

  • offrire molteplici spunti di aggregazione, divertimento, scoperta, riflessione, ascolto e crescita
  • confrontarsi con la proposta cristiana con più consapevolezza
  • conoscersi meglio, evidenziando le proprie idee, i desideri, i valori, e anche la resistenze, i dubbi, le fatiche
  • sentirsi protagonisti delle proprie scelte e capaci di mettersi a servizio nella comunità.

Cf. Diocesi di Como, CHE COSA CERCATE? Progetto diocesano di pastorale giovanile
Cf. Diocesi di Como, Progetto di iniziazione cristiana dei bambini e dei ragazzi, cap. 11: La proposta educativa dopo la mistagogia.
Cf. sito diocesano di pastorale giovanile: www.pgcomo.org

Avvisi

@ Diario di un laico: Tempo di covid, tempo di semina. Anche in parrocchia: ripartiamo dall’essenziale

@ Diario di un laico: Tempo di covid, tempo di semina. Anche in parrocchia: ripartiamo dall’essenziale

Sono invitato a tenere gli Esercizi Spirituali in una parrocchia non lontano da Bergamo. Mi vengono chieste tre riflessioni, una al mattino, una al pomeriggio e l’ultima la sera. Confesso che quando parto da casa, penso che saranno poche le persone, per lo più anziane, ad ascoltarmi. La sorpresa è dunque grande quando – entrando in Chiesa – la trovo affollata di gente di varie età. A giusta distanza e con le mascherine, è occupato ogni posto a disposizione. Così succede anche nel pomeriggio, stavolta sotto il grande Tendone, ben riscaldato,  allestito nel campo nell’oratorio. Un po’ meno le presenze della sera. La stessa sorpresa quando la domenica partecipo all’Eucarestia presso una piccola parrocchia a ridosso della città o, talvolta, al Patronato San Vincenzo. Qui – addirittura – i giovani presenti sono davvero tanti. 

Sono “istantanee” che non hanno nessuna pretesa di fotografare una realtà complessa e articolata come è la Chiesa bergamasca ma che stridono con il mainstream dominante e diffuso da tanti preti: la pandemia ha azzerato la partecipazione dei fedeli all’eucarestia domenicale e reso problematica ogni attività pastorale. Non metto in dubbio che da molte parti questo possa essere vero e che il protrarsi dell’emergenza sanitaria ci metta a dura prova. Mi chiedo però quanto serva insistere con i piagnistei e le lamentazioni tirandoci sempre fuori dalle situazioni e dalle responsabilità.

O se non serva, piuttosto, ricominciare a fare con cura le cose che contano. Rimettere al centro le poche cose che valgano veramente. Togliere l’inutile ed accudire l’essenziale.

Che vuol dire cura liturgica (che non è estetismo), predicazione accurata (che non è moralismo), vicinanza alle persone (che non è verbalismo). 

Una comunità cristiana che parli dell’uomo e dell’umanità di Dio, perché nella cura delle piccole cose si genera il mondo. Non preoccupata dei numeri, piuttosto preoccupata, più che di sé, di seguire la verità del Vangelo che sta sempre davanti. Non dietro o, peggio, in tasca. Mi torna spesso alla mente il Vangelo secondo Matteo di Pasolini: Cristo in questo splendido film è ripreso spesso di spalle. 

È lui che cammina avanti. Anche in questo tempo. Tempo di semina e di grazia. Nonostante tutto. Nonostante noi.

Daniele Rocchetti


Da www.santalessandro.org

10/04/2021 Categoria: Torna all'elenco