Liturgia

Per una dignitosa e fruttuosa celebrazione dei riti sacri, e per permettere a tutti i partecipanti di sentirsi coinvolti in modo attivo e consapevole, in tutte le nostre parrocchie sono presenti diversi uomini e donne che con passione e fedeltà si prendono cura delle varie chiese e delle celebrazioni:

  • i sacristi e i loro collaboratori
  • gli addetti alle pulizie, alla manutenzione degli impianti, ai fiori
  • coloro che accolgono le persone in chiesa
  • gli animatori del canto e della musica (organisti, cantori…)
  • i lettori
  • i ministri straordinari della Comunione
  • i ministranti (chierichetti) e chi li guida
  • i ragazzi che raccolgono le offerte

In base alle necessità si potranno convocare riunioni periodiche dei diversi volontari, anche per una migliore formazione liturgica e per concordare scelte comuni.

Avvisi

La Parola è la mia casa: Rispose Tommaso: “Mio Signore e mio Dio!” (II TP anno B)

La Parola è la mia casa: Rispose Tommaso: “Mio Signore e mio Dio!” (II TP anno B)

I testi della liturgia del 08 aprile da www.chiesacattolica.it

Il commento alle letture
(da www.chiediloallateologa.it)

RISPOSE TOMMASO: "MIO SIGNORE E MIO DIO!"
di Ileana Mortari



L’apostolo Tommaso è universalmente noto come emblema dell’incredulità, tanto che proprio a questa sua caratteristica pittori e scultori di ogni tempo hanno dedicato bellissime opere d’arte! E diffusissima poi è la nota espressione proverbiale “voler vedere e toccare come Tommaso”.

Ora, è certamente vero che – come dice S.Gregorio Magno – “a noi giovò di più l’incredulità di Tommaso che la fede degli apostoli”; ma su di essa si è forse insistito un po’ troppo, tanto da far passare in secondo piano altri aspetti dell’episodio che meglio ci aiutano a rispondere all’interrogativo di fondo sottostante a questa pagina: come, in ogni tempo, è possibile arrivare a credere in Gesù Cristo, morto e risorto, Messia e Figlio di Dio?

Tommaso, solo menzionato come uno dei Dodici dagli autori del Nuovo Testamento, compare invece più volte come personaggio di un certo rilievo nel quarto vangelo: prima della resurrezione di Lazzaro (Giov.11,14-16), durante i discorsi dell’Ultima Cena (Giov.14,1-7) e nell’episodio del cap.20.

Dal temperamento schietto e spontaneo, egli esprime apertamente interrogativi e inquietudini che serpeggiano anche negli altri discepoli e soprattutto nel cap.20 è scelto da Giovanni per esemplificare quella situazione di dubbio e incertezza che, come sappiamo da altri passi, ha colto tutti gli apostoli dopo la Resurrezione, tanto che Gesù stesso li rimprovera e li convince con prove sensibili che Egli non è un fantasma! (così in Luca 24,38-43).

Essendo stato assente alla prima apparizione di Gesù avvenuta nel giorno stesso di Pasqua, Tommaso dichiara che non bastano l’esperienza e le assicurazioni dei compagni per fargli accettare una cosa assolutamente impossibile: che un uomo, crocefisso, possa ritornare vivo!

Per questo pone le condizioni: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi………..non crederò” (v.25). Fin qui la sua posizione è quanto mai ragionevole e consequenziale; in fin dei conti egli, apostolo, rivendicava anche per sé quel “privilegio” di cui i suoi compagni avevano goduto.

Così la seconda apparizione di Gesù, sempre nel giorno della domenica (della settimana successiva) e con le stesse modalità, pare proprio venire incontro alla richiesta di Tommaso; è Gesù stesso che riecheggia le parole e le condizioni poste, per credere, dal discepolo scettico. In questo ritroviamo un tratto tipico del Nazareno: saper entrare in dialogo profondo con ogni persona, saperla capire e accogliere per quella che è, andandole incontro fin là dove è possibile il dialogo vero.

Ora, è proprio questo che ha fatto scattare la molla nel discepolo “incredulo”: di fronte alla sconfinata condiscendenza e comprensione di Gesù, egli capisce che non aveva senso pretendere di porre delle condizioni e addirittura stabilire le modalità del riconoscimento; probabilmente avrà anche provato vergogna per la sua meschinità di fronte alla incredibile magnanimità di Gesù!

E così, di colpo, senza più aver bisogno di “constatare” personalmente e sensibilmente alcunchè, arriva a pronunciare la più alta, profonda e solenne professione di fede del vangelo, connotata oltretutto da una sfumatura di intimità personale: “Mio Signore e mio Dio!” (v.28).

Ancora una volta, come sempre negli episodi di apparizione, è solo ed esclusivamente l’iniziativa di Gesù che rende possibile, al di là di tutti i nostri calcoli e tentativi, l’incontro con Lui; non solo per i suoi contemporanei, ma in ogni tempo, come ci assicura Egli stesso: “Beati quelli che, pur non avendo visto, crederanno!” (v.29)

Ma allora Tommaso non può più essere considerato l’emblema dell’incredulità; semmai è il rappresentante di tutti coloro che, mossi da ostinata ricerca della Verità, pur conoscendo le inquietudini dell’esitazione e del dubbio, giungono a quella straordinaria esperienza che è l’incontro con il Vivente.

Per questo il quarto evangelista ha strettamente collegato l’episodio delle due apparizioni ai discepoli con la considerazione dei vv.30-31, che si riferisce a tutti quei “segni” compiuti da Gesù utili a credere che Egli è il Cristo.

L’esperienza storica, straordinaria ma non più ripetibile, di chi ha visto Gesù risorto, è consegnata alla Scrittura e questa ci è stata tramandata perché crediamo e, credendo, abbiamo la vita!


Il vangelo in poche parole


«Il motivo per cui Tommaso giunge alla fede è il fatto di essersi sentito conosciuto; Gesù ha visto, lui per primo, dentro il cuore di Tommaso ed è per questo che a sua volta egli vede Gesù».

don Pasquale Pezzoli

La Parola da vivere


Parola da vivere durante la settimana: LE PIAGHE SUL CORPO

Il concedersi del Risorto fonda la certezza della fede in termini più validi delle verifiche e delle conclusioni raggiunte da sforzi umani; la fede ha un’evidenza e certezza in se stessa, quella del Signore che mostrandosi sollecita un rapporto. La fede non è un «credere alla cieca», ma il dono di un «fidarsi» di Dio e della sua Parola che consente di vedere quello che altrimenti non potremmo vedere.

 
Altri commenti affidabili, semplici, profondi

p. Marko Ivan Rupnik: www.clerus.va (testo)
Piero Stefani: www.ilregno.it (testo)
Enzo Bianchi: www.monasterodibose.it (testo)
p. Ermes Ronchi: www.avvenire.it (testo)
p. Alberto Maggi: www.studibiblici.it (testo; video)
don Claudio Doglio: dondoglio.wordpress.com (video; audio)
don Claudio Doglio: www.symbolon.net (testo)
p. Gaetano Piccolo: cajetanusparvus.com (testo)
Acli.it: vivere la domenica (testo)
sr. Mariangela Tassielli: cantalavita.com (testo)
Ileana Mortari (teologa): www.chiediloallateologa.it (testo)
Wilma Chasseur (teologa ed eremita): www.incamminocongesu.org/ (testo)
don Enzo Pacini (cappellano del carcere di Prato): www.toscanaoggi.it (testo)
Paolo Curtaz: www.tiraccontolaparola.it (testo, audio, video)
don Tonino Lasconi: www.paoline.it (testo)
Evangeli.net: Commento e breve spiegazione teologica in meno di 450 parole (testo)

Per chi vuole qualcosa di più: Esegesi, lectio divina e meditazioni

Comunità Kairòs: Lectio (testo)
Carmelitani: Lectio divina quotidiana (testo)
Combonianum.org: Lectio divina (testo)
Centro apostolato biblico: www.centroapostolatobiblico.it (testo)

08/04/2018 Categoria: Torna all'elenco