Liturgia

Per una dignitosa e fruttuosa celebrazione dei riti sacri, e per permettere a tutti i partecipanti di sentirsi coinvolti in modo attivo e consapevole, in tutte le nostre parrocchie sono presenti diversi uomini e donne che con passione e fedeltà si prendono cura delle varie chiese e delle celebrazioni:

  • i sacristi e i loro collaboratori
  • gli addetti alle pulizie, alla manutenzione degli impianti, ai fiori
  • coloro che accolgono le persone in chiesa
  • gli animatori del canto e della musica (organisti, cantori…)
  • i lettori
  • i ministri straordinari della Comunione
  • i ministranti (chierichetti) e chi li guida
  • i ragazzi che raccolgono le offerte

In base alle necessità si potranno convocare riunioni periodiche dei diversi volontari, anche per una migliore formazione liturgica e per concordare scelte comuni.

Avvisi

La Parola è la mia casa: La lingua che si parla vivendola (Pentecoste TP anno B)

La Parola è la mia casa: La lingua che si parla vivendola (Pentecoste TP anno B)

I testi della liturgia del 20 maggio da www.chiesacattolica.it

Il commento alle letture
(da www.paoline.it)

LA LINGUA CHE SI PARLA VIVENDOLA
di don Tonino Lasconi



Dov'è finita quella lingua che tutti capivano come fosse la lingua nativa? È sempre a disposizione, se la parliamo non con le parole ma con i fatti.

L'irruzione fragorosa dello Spirito Santo come "un vento che si abbatte impetuoso" nella casa dove gli apostoli stavano, incerti e impauriti; le "lingue come di fuoco su ciascuno di loro"; l'incontro senza più alcun timore con la folla radunata da quel rumore; la lingua che tutto capiscono come fosse la propria...: sono fatti incisi nella memoria di tutti noi. E sono la Pentecoste. Ugualmente presente, però, nella memoria di tutti è la torre di Babele, dove l'unica lingua per un unico popolo si confuse, e nessuno comprese più quella dell'altro: cioè l'esatto contrario della Pentecoste.

Questo nesso inevitabile tra i due eventi - la liturgia ce lo conferma con la prima lettura della Messa della vigilia – ci mette in difficoltà, perché ci spinge a domandarci come mai la nostra esperienza quotidiana ci induca a pensare che la torre di Babele, dopo una breve sconfitta in quella mattina di Gerusalemme, abbia ripreso il sopravvento. Anche a occhi chiusi, infatti, si vede come nella realtà quotidiana il fragore come di un vento impetuoso non sia quello dello Spirito Santo che unisce, ma quello di Babele, cioè della incomprensione, della divisione, del contrasto, della contrapposizione..., di tutto ciò che divide e fa sì che nessuno comprenda la lingua dell'altro. È questa la situazione che la cronaca ci ricorda ogni giorno con il resoconto di ciò che succede a livello mondiale, e giù giù, a quello europeo, a quello nazionale – si pensi alla politica italiana in questi giorni -, fino a quello basso, nei luoghi della vita quotidiana, persino tra cristiani. Le statistiche, comprovate da quello che vediamo intorno a noi, affermano che le liti tra vicini, tra parenti, tra colleghi intasano i tribunali.

E allora ecco il dubbio: dov'è finita questa lingua che tutti capiscono, portata dal cielo dallo Spirito Santo? Subito dopo aver fatto rumore quella mattina è scomparsa? Sembrerebbe proprio che sia andata così. Infatti, basta continuare a leggere il libro degli Atti: poche ore dopo, appena gli apostoli cominciano a parlare di Gesù nel tempio e per le strade di Gerusalemme furono fermati, frustati, imprigionati. Ma come? E la lingua che tutti capivano, non si capiva più? Era scomparsa? E oggi la si sente parlare ancora oppure è scomparsa?

Quella lingua è ancora, come sempre, a nostra disposizione, perché c'è la promessa di Gesù: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio». Quella lingua che tutti capiscono, infatti, non è fatta di vocali e consonanti, ma di scelte di vita. Quella lingua è testimoniare Gesù con la vita. Ciò che accadde quella mattina a Gerusalemme non fu un episodio conclusosi in pochi minuti, ma un dono venuto da cielo destinato a rimanere stabilmente tra noi. Quella lingua è scendere dalla torre di Babele per andare a Gerusalemme.

Come si parla quella lingua? Ce lo dice San Paolo: «Camminate secondo lo Spirito, cioè fate tutto ciò che produce i suoi frutti: amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé. Non soddisfate il desiderio della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere».
C'è qualcuno che ha bisogno dell'interprete per capire chi "parla questa lingua", cioè chi produce frutti di amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé? Tutti la capiscono. Tutti la capiamo. Come mai, allora, ci sembra che sia parlata così poco, prima di tutto da noi e tra noi? Perché un contro è capirla, un altro conto praticarla. Per quanto riguarda noi, non dobbiamo mai dimenticare che essa è dono dello Spirito Santo, e perciò soltanto invocando continuamente i suoi doni possiamo riuscire a parlarla. Cosa che, purtroppo, non siamo stati educati a fare. Recuperiamo. Per invocarlo non occorrono tante parole. Basta dire: Vieni, Spirito Santo!

Il vangelo in poche parole


«Senza lo Spirito Santo Dio è lontano, Cristo rimane nel passato, il Vangelo è lettera morta, la Chiesa è una semplice organizzazione, l'autorità è una dominazione, la missione una propaganda, il culto una evocazione, e l'agire dell'essere umano una morale da schiavi. Ma nello Spirito Santo il cosmo è sollevato e geme nella gestazione del Regno, Cristo risorto è presente, il Vangelo è potenza di vita, la Chiesa significa comunione trinitaria, l'autorità è un servizio liberatore, la missione è una Pentecoste, la liturgia è memoriale e anticipazione, l'agire umano è divinizzato».

patriarca Atenagora

La Parola da vivere


Parola da vivere durante la settimana: ANIMATI DALLO SPIRITO

Con lo Spirito «l’impossibile diventa dono». Per questo è necessaria la «fragorosità» del miracolo di Pentecoste. E non una volta sola e una volta per tutte, ma sempre, perché il rischio è di ritornare nella paura. La Chiesa è sempre sospinta da questo ospite misterioso ad annunciare il suo messaggio di salvezza alla città degli uomini, è incitata a esortare tutti alla conversione, è incaricata di recare alla disanimata discendenza di Adamo il dono di una vera speranza, e della verità.

 
Altri commenti affidabili, semplici, profondi

p. Marko Ivan Rupnik: www.clerus.va (testo)
Piero Stefani: www.ilregno.it (testo)
Enzo Bianchi: www.monasterodibose.it (testo)
p. Ermes Ronchi: www.avvenire.it (testo)
p. Alberto Maggi: www.studibiblici.it (testo; video)
don Claudio Doglio: dondoglio.wordpress.com (video; audio)
don Claudio Doglio: www.symbolon.net (testo)
p. Gaetano Piccolo: cajetanusparvus.com (testo)
Acli.it: vivere la domenica (testo)
sr. Mariangela Tassielli: cantalavita.com (testo)
Ileana Mortari (teologa): www.chiediloallateologa.it (testo)
Wilma Chasseur (teologa ed eremita): www.incamminocongesu.org/ (testo)
don Enzo Pacini (cappellano del carcere di Prato): www.toscanaoggi.it (testo)
Paolo Curtaz: www.tiraccontolaparola.it (testo, audio, video)
don Tonino Lasconi: www.paoline.it (testo)
Evangeli.net: Commento e breve spiegazione teologica in meno di 450 parole (testo)

Per chi vuole qualcosa di più: Esegesi, lectio divina e meditazioni

Comunità Kairòs: Lectio (testo)
Carmelitani: Lectio divina quotidiana (testo)
Combonianum.org: Lectio divina (testo)
Centro apostolato biblico: www.centroapostolatobiblico.it (testo)

19/05/2018 Categoria: Torna all'elenco