La liturgia ci porta a chiederci non
«dov’é Gesù?», ma «dove sta andando?». Non «dove possiamo trovarlo?», ma «dove ci porta?». Domenica scorsa abbiamo sentito un brano della Prima Lettera di Pietro (cap.2): «
Se
facendo il bene sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà
gradito davanti a Dio. A questo infatti siete stati chiamati, poichè
anche Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme». La
domanda dunque ci insegue: “dove sta andando?”, “dove ci porta?”.
Questa domanda l’abbiamo sentita risuonare nel Cenacolo nell’imminenza
della Pasqua: «
Quando Giuda fu uscito, Gesù disse: “Figlioli, ancora
per poco sono con voi; voi mi cercherete: dove vado io voi non potete
venire”. Simon Pietro gli dice: “Signore, dove vai?”.
Gli rispose Gesù: “Dove io vado per ora tu non puoi seguirmi; mi
seguirai più tardi”. Pietro disse: “Signore, perché non posso seguirti
ora? Darò la mia vita per te!”. Rispose Gesù: “Darai la tua vita per me?
In verità, in verità ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non
m’abbia rinnegato tre volte”» (Gv. 13). Questa domanda risuona dopo la resurrezione e si fa chiara oggi: « “
E del luogo dove io vado, voi conoscete la via”. Gli disse Tommaso: “Signore, non sappiamo dove vai e
come possiamo conoscere la via?”. Gli disse Gesù: “Io sono la via, la
verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”»
(Gv. 14). Il termine più importante è il primo, “la via”, gli altri due
servono come spiegazione (cioè: “Io sono la via, in quanto verità e
vita”).
«
Dice il Signore: Io sono la via, ma noi abbiamo seguito altre strade.
Io sono la verità, e noi abbiamo pensato di possederla chiudendola in formule, in aride dottrine.
Io sono la vita, ma noi abbiamo cercato altre sorgenti e altro pane che non nutrono» (padre Ermes Ronchi).
Domenica scorsa Gesù si è presentato:
« Io sono la porta». Oggi ci dice «
Io sono la strada».
Anche Gesù è in movimento. Domenica si diceva:«
il pastore cammina davanti al gregge». Oggi si dice «
Io vado…quando sarò andato tornerò…».
Esodo. Una chiesa in esodo, in movimento. Un ovile che…viaggia, più
simile ad una transumanza che ad un rifugio protettivo o un muro del
pianto.
Mi pare che siamo perseguitati da immagini, parole e verbi di
movimento. E’ chiaro che non si tratta solo di spostamenti da un posto
all’altro: anche questo, ovviamente, se si rilegge la storia della
Chiesa coma la storia di una missione: «
Andate».
Ma si tratta anche di spostamenti interiori, quello schiodarsi dalle
proprie abitudini e idee che la Bibbia chiama con il termine di
“ritorno” o “conversione”: «
Fin dai tempi dei vostri padri vi siete
allontanati dai miei precetti, non li avete messi in pratica. Ritornate a
me e io tornerò a voi, dice il Signore. Ma voi dite: “Come dobbiamo
tornare?” » (Malachia 3, 7). Ecco la domanda: «Come dobbiamo
tornare? Come possiamo conoscere la via?». Ma la domanda più sapiente
l’ha fatta, a nome nostro, Simon Pietro: «
Signore, dove vai?». Il nostro specifico posto di discepoli è di essere dove è Lui: «…
perché siate anche voi dove sono io».
Se risaliamo la corrente della nostra vita di battezzati prima o poi
ritroviamo la nostra sorgente che consiste in un invito: «
Seguimi». Dove va il Signore?. Gesù pregava spesso con i salmi: «
Camminerò alla presenza del Signore sulla terra dei viventi (mentre vivo la mia vita quotidiana)» (Salmo 116, 9). «
Beato
l’uomo di integra condotta, che cammina nella legge del Signore…Non
commette ingiustizie, cammina per le sue vie…Sarò sicuro nel mio
cammino, perché ho ricercato la tua volontà….Lampada per i miei passi è
la tua parola, luce sul mio cammino….Grande pace per chi ama la tua
legge, nel suo cammino non trova inciampo». (salmo 119, versetti
1.3.45.105.165). Già così riusciamo a capire verso dove sta andando e
verso dove ci conduce il pastore delle nostre vite.
Il vangelo in poche parole