Liturgia

Per una dignitosa e fruttuosa celebrazione dei riti sacri, e per permettere a tutti i partecipanti di sentirsi coinvolti in modo attivo e consapevole, in tutte le nostre parrocchie sono presenti diversi uomini e donne che con passione e fedeltà si prendono cura delle varie chiese e delle celebrazioni:

  • i sacristi e i loro collaboratori
  • gli addetti alle pulizie, alla manutenzione degli impianti, ai fiori
  • coloro che accolgono le persone in chiesa
  • gli animatori del canto e della musica (organisti, cantori…)
  • i lettori
  • i ministri straordinari della Comunione
  • i ministranti (chierichetti) e chi li guida
  • i ragazzi che raccolgono le offerte

In base alle necessità si potranno convocare riunioni periodiche dei diversi volontari, anche per una migliore formazione liturgica e per concordare scelte comuni.

Avvisi

La Parola è la mia casa:

La Parola è la mia casa: "Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce" (IV TA anno B)

I testi della liturgia di domenica 24 dicembre da www.chiesacattolica.it

Il commento alle letture
(da symbolon.net)

"ECCO CONCEPIRAI UN FIGLIO E LO DARAI ALLA LUCE"
di don Claudio Doglio



1° Lettura (2 Sam 7,1-5. 8b-12. 14a. 16)

Il Signore ti farà grande, poiché ti farà una casa
La prima lettura di oggi è tratta dal secondo libro di Samuele. Davide pensa che la costruzione di una “casa” a Dio propizi in modo definitivo i suoi favori e lo faccia abitare stabilmente in mezzo al suo popolo. Ma il profeta di corte gli annuncia che sarà Dio a costruire una casa a Davide e cioè una dinastia che durerà per sempre. Dio non rifiuta il tempio ma afferma che lui è sempre stato ovunque con il suo popolo e l’avvenire del popolo e della dinastia poggerà più sull’alleanza tra Dio e l’uomo che non sul tempio stesso. La reciproca fedeltà tra Dio e l’uomo sarà più importante dei sacrifici del tempio. Dio pone la sua dimora non in edifici ma negli uomini. Il tempio è un luogo sacro non perché sono sacre le pietre che lo compongono, ma perché sono santi i cristiani che vi si radunano. Il Signore costruirà in avvenire una casa al suo popolo, lo libererà dai nemici e dalla schiavitù, e farà grande, stabile per sempre, la casa di Davide. Dio è sempre dappertutto in mezzo al suo popolo e non può rinchiudersi, isolarsi, in nessuna costruzione. Questa promessa è il punto di partenza della speranza messianica del popolo eletto. I cristiani credono che tale speranza si sia realizzata in Gesù discendente dal grande re attraverso Giuseppe.
Il Signore, più che essere inquadrato nello spazio sacro di un tempio, edificato in concorrenza con i santuari pagani delle altre nazioni, ama essere presente nella realtà che più aderisce all’uomo, cioè il tempo, la storia, espressa nella dinastia davidica dalla quale sarebbe disceso il Messia. Alla casa materiale che Davide vuole progettare per il suo Dio si sostituisce la casa fatta di pietre vive, cioè di persone. “Dio non abita in luoghi costruiti da mano d’uomo, abita invece nel tempio vivo che lui si è innalzato: l’uomo”. Siamo quindi invitati a cercare Dio, non in orizzonti nebulosi, ma nella quotidianità della storia e nel volto dei fratelli in cui Cristo si fa presente, spesso, a nostra insaputa.
Il patto di Yahveh con Davide, e la sua dinastia, è la garanzia e l’argomento che tiene alto il morale e la speranza del popolo nei momenti difficili. Finché resta accesa la “lampada di Davide” nulla è definitivamente perduto. Come notizia forse è interessante sapere che l’arca di Dio della quale parla Samuele è l’arca dell’alleanza o della testimonianza e cioè una cassa rettangolare di legno d’acacia di 1 metro per 50 e per 75 centimetri, tutta rivestita d’oro con degli anelli attraverso i quali passavano le stanghe per il trasporto; anche le stanghe erano in legno d’acacia rivestite d’oro. In essa erano custodite le tavole della legge, appunto la testimonianza. Essa rappresentava cioè il simbolo del patto di Dio con Israele e simboleggiava anche il luogo in cui la Santità di Dio si rendeva materialmente presente.
* 9. “Renderò grande il tuo nome”: il “nome” racchiude l’essenza, la potenza, il destino di colui che lo porta. Nella Bibbia vi sono numerosi casi in cui Dio “dà un nome”, oppure lo cambia, per inserire il nominato nel suo piano salvifico conferendogli spesso una missione corrispondente al significato dello stesso nome. Davide ode qui le medesime parole che furono rivolte ad Abramo agli albori della sua vocazione (Gn 12,2) e di tutta la storia salvifica.
14b-16. “se farà il male...ma non ritirerò”: l’impegno che il Signore prende con la discendenza di Davide è definitiva e irrevocabile anche nei casi di infedeltà e di peccato. Il patto del Signore con Davide, e la sua dinastia, è la garanzia e l’argomento che tiene alto il morale e la speranza del popolo nei momenti difficili.

2 ° Lettura (Rm 16,25-27)
Il mistero taciuto per secoli ora è rivelato

La seconda lettura di oggi è l’ultimo brano della lettera di san Paolo apostolo ai Romani. E’ un inno di gloria a Dio che per mezzo di Gesù Cristo ha rivelato al mondo il mistero, cioè il piano salvifico di Dio, taciuto, nascosto per secoli eterni e solo a poco a poco rivelato per mezzo dei profeti. Qui Paolo chiarisce lo scopo dell’Antico Testamento: quello di preparare la rivelazione definitiva di Dio in Cristo Gesù.
Per ordine di Dio questo mistero, questo piano di salvezza, ha acquistato unità e chiarezza nella persona e nell’opera di Cristo. La rivelazione di Gesù Cristo dà un significato alla storia del mondo ed al destino di ciascun uomo.
Fino alla sua venuta la natura esatta del piano divino sull’umanità rimaneva necessariamente nascosta agli uomini, incapaci di cogliere la profondità dell’amore misericordioso del Signore. Per questo, conclude Paolo nella sua lunga lettera, dobbiamo rendere gloria a Dio nei secoli dei secoli. La Chiesa esprime con Paolo il suo stupore di fronte al mistero dell’incarnazione e della salvezza offerta all’umanità intera. Il vangelo non si può annunziare se non tenendo conto della misteriosa gratuità di Dio che, senza che ne conosciamo la ragione, ci sceglie per questa missione difficile e dolorosa, ma magnifica e grandiosa allo stesso tempo.

Vangelo (Lc 1,26-38)
Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce

Il vangelo di oggi, secondo Luca, è il racconto dell’Annunciazione. Con quest’annuncio, il più sconvolgente che essere umano abbia mai ricevuto dal cielo, siamo non nel tempio di Gerusalemme, come forse vorrebbe l’importanza dell’annuncio stesso, ma semplicemente in un borgo insignificante, sconosciuto, della Galilea, remota provincia mista di popolazioni pagane. Non è nemmeno una famiglia conosciuta, importante o speciale in qualche modo.
Ecco perciò, ancora una volta qui dimostrato, che Dio è infinitamente libero nella scelta delle persone e delle comunità che destina ad esercitare una missione di salvezza, ed ancora una volta predilige gli umili, i puri di cuore, i semplici: quelli che in terra sono considerati gli ultimi. Di fronte al sorprendente messaggio non un segno di spavento o di dubbio: Maria riflette, medita, ma soprattutto crede. Ha veramente un’immensa fede, un’infinita disponibilità ed una grandissima umiltà. Questa donna ha la “Grazia” cioè il favore di Dio. In lei, vergine, prende corpo il Cristo: ciò avviene non per un progetto d’uomo, ma accade per la presenza e l’azione di Dio stesso, dello Spirito che crea e dona la vita.
Il realizzarsi in Gesù delle promesse è opera esclusiva di Dio e non dell’uomo benché questo non avvenga senza il consenso umano rappresentato dalla libera accettazione di Maria. Con quest’annuncio si compie così la promessa fatta da Dio a Davide di una dinastia che durerà per sempre: “il tuo trono sarà reso stabile per sempre”. Giuseppe, infatti, era della stirpe di Davide.
Dio è quello che agisce sullo sfondo; parla attraverso l’angelo che è l’espressione della sua presenza; opera in modo creativo per mezzo del suo Spirito; si attualizza nel Figlio che nasce da Maria. Maria è l’espressione dell’umanità che si mantiene aperta al mistero di Dio e concretizza la speranza di Israele: è la realtà dell’uomo arricchito da Dio. Maria si trasforma nella figura dell’avvento, in segno della presenza di Dio fra gli uomini. Maria è l’umanità che semplicemente ama e spera, l’umanità che accetta Dio, ammette la sua parola e diviene strumento della sua opera.
Lo Spirito di Dio: dall’Antico Testamento lo Spirito è la forza divina che guida gli uomini verso Cristo; è il potere di Dio che ha sostenuto Cristo sul cammino della vita; è l’eredità che Gesù ci ha lasciata con la sua Pasqua, è la forza dell’amore. Gesù è la speranza degli uomini e procede dalla forza trasformante di Dio. Essendo presenza di Dio può offrire loro la salvezza definitiva.
Maria attende silenziosamente, ascolta la parola di Dio e collabora. Il suo “avvenga di me secondo la tua parola”, trasformato in motto della nostra attività, della nostra esistenza, può e deve cambiare tutta la nostra vita.
L’invito che il Natale ci rivolge è quello della ricerca di Dio, non in cieli lontani, ma nella realtà della nostra vita attraversata dalla presenza divina del Cristo, che bisogna però saper riconoscere nel nostro prossimo; il Cristo risorto, naturalmente, perché è solo nella luce della Pasqua che la nascita del Cristo diventa il germe che trasforma in mondo e la storia.
Maria si è messa completamente a disposizione di Dio: si è fidata di Dio, si è affidata a Dio; nella sua umiltà ha accettato il piano di Dio su di lei senza nemmeno capirlo bene. Quando ha capito che quella era la volontà di Dio, umilmente la accetta. La sua grandezza è proprio qui : è nel concretizzare su di sé il “sia fatta la tua volontà”. Maria prima ascolta e riflette e poi ubbidisce con umiltà, amore, disponibilità e adesione totale alla volontà di Dio. Anche noi dobbiamo accettare nella nostra vita la volontà di Dio, sempre, nelle grandi e nelle piccole cose, in quelle che ci sembrano buone e in quelle che ci appaiono cattive.
La grandezza di Maria è tutta nell’aver ascoltato, accolto e messa in pratica, la parola di Dio.
* “... avvenga di me secondo la tua parola”
Parola = dabar (in ebraico) indica parola, ma anche cosa, evento, fatto. La Parola accade, è un evento che va accolto nella nostra vita. Il termine “Verbo/Parola” per le ascendenze etimologiche possiede un forte valore dinamico: si tratta della parola efficace di Dio, del suo progetto da realizzare. Qui, in più, è un soggetto personale, una realtà in se stessa, presente in principio nell’atto creatore. La  Parola era un tutt’uno con Dio che si comunicava, era Dio e non solo divina, (non era aggettivo, ma sostantivo). C’è una partecipazione diretta della Parola all’evento della creazione dell’universo. La creazione è essenzialmente un evento di parola (cfr. -Sal 33, 6; Sir 43, 26), l’evento della Parola, la Parola originaria e fondante dell’esistente, che ha la sua essenza nell’atto comunicativo di Dio.
* 26. “Nel sesto mese” dopo il concepimento di Giovanni Battista. “mandato da Dio”. In tal modo Luca sottolinea l’iniziativa divina, mentre nell’annuncio a Zaccaria riferisce semplicemente che “gli apparve” (v.11). Distinzione fondamentale tra i due annunci è la loro ubicazione: lì a Gerusalemme, al centro del giudaismo, ad un sacerdote nel bel mezzo di un rito e nel momento più alto della sua esperienza sacerdotale, nel luogo della presenza di Dio; qui a Nazaret, un piccolo villaggio della Galilea in casa di un’umile ragazza. Importante, per Luca, è far emergere la novità che sta accadendo attraverso un forte contrasto: per un Giudeo è impensabile che l’angelo, che sta di fronte al trono di Dio, possa essere inviato ad una ragazza, per di più nella città galilaica di Nazaret. Secondo il costume giudaico del tempo, ad una donna non si porgeva alcun saluto. Questo contesto religioso e culturale spiega il turbamento di Maria all’ascolto delle parole dell’angelo: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te”.
28. “Ti saluto”: preferibile letteralmente come BJ, “rallegrati” (greco “chaire”), invito alla gioia messianica, eco di quello dei profeti alla figlia di Sion e come esso motivato dalla venuta di Dio in mezzo al suo popolo (Is 12,6; Sof 3,14-15; Gl 2,21-27; Zc 2,14; 9,9).
34. “Come avverrà questo? Non conosco uomo”. Secondo lo stile letterario dei racconti di nascita, la domanda è qui attesa. Dal punto di vista storico è ben attendibile ritenere che Maria e Giuseppe si fossero fidanzati allo scopo di vivere un matrimonio del tutto normale con l’intenzione di avere figli. Di fronte al mistero della nascita di Gesù, essi decidono di impegnare il loro amore nel servizio del bambino. Dio, come ha reso più volte feconda la sterilità, ora rende feconda la verginità. La verginità di Maria e la sterilità di Elisabetta sono progettate da Dio per la fecondità: in modo diverso sono entrambe a servizio della nascita del Messia.

Il vangelo in poche parole


«Perché gli uomini potessero nascere da Dio, Dio è nato anzitutto dagli uomini. Infatti, Cristo è Dio ed è nato dagli uomini. Sulla terra ha voluto cercare solo una madre, perché in cielo aveva già un Padre. Nato da Dio per crearci, egli nasce da una donna per ricrearci ... Ha voluto nascere dagli uomini perché tu abbia la certezza di nascere da Dio ... Perché stupirsi del fatto che gli uomini nascono da Dio? Contempla Dio stesso nato dagli uomini».

Sant'Agostino

Parola da vivere


Parola da vivere durante la settimana:  UN GREMBO DA ACCOGLIERE
Tra pochissimo Cristo Gesù viene a nascere e a porsi in mezzo a noi. Identifica la sua casa con la nostra fisicità personale e collettiva ferita, ma da Lui eletta. Tutti noi siamo invitati ad essere grembo materno della sua nascita per la nostra rinascita in Lui. Se prepariamo così la casa del Signore, Egli può venire a fare la sua dimora in mezzo a noi. L’Avvento non ricorda solo il tempo precedente la venuta di Gesù di Nazaret, è anche un tempo in cui siamo chiamati a riprendere coscienza che sempre il Signore viene. Ma perché questo avvenga, Egli ha bisogno di qualcuno che lo accolga.

Altri commenti affidabili, semplici, profondi

p. Marko Ivan Rupnik: www.clerus.va (testo)
Piero Stefani: www.ilregno.it (testo)
Enzo Bianchi: www.monasterodibose.it (testo)
p. Ermes Ronchi: www.avvenire.it (testo)
p. Alberto Maggi: www.studibiblici.it (testo; video)
don Claudio Doglio: dondoglio.wordpress.com (video; audio)
don Claudio Doglio: www.symbolon.net (testo)
p. Gaetano Piccolo: cajetanusparvus.com (testo)
Acli.it: vivere la domenica (testo)
sr. Mariangela Tassielli: cantalavita.com (testo)
Ileana Mortari (teologa): www.chiediloallateologa.it (testo)
Wilma Chasseur (teologa ed eremita): www.incamminocongesu.org/ (testo)
don Enzo Pacini (cappellano del carcere di Prato): www.toscanaoggi.it (testo)
Paolo Curtaz: www.tiraccontolaparola.it (testo, audio, video)
don Tonino Lasconi: www.paoline.it (testo)
Evangeli.net: Commento e breve spiegazione teologica in meno di 450 parole (testo)

Per chi vuole qualcosa di più: Esegesi, lectio divina e meditazioni

Comunità Kairòs: Lectio (testo)
Carmelitani: Lectio divina quotidiana (testo)
Combonianum.org: Lectio divina (testo)
Centro apostolato biblico: www.centroapostolatobiblico.it (testo)

22/12/2017 Categoria: Torna all'elenco