Gentile suor Chiara
Papa
Francesco ha indetto un anno speciale dedicato alla figura di San
Giuseppe, e forse nei suoi intenti c’è anche il desiderio di stimolare
un approfondimento sul ruolo del padre e del lavoro nella società di
oggi, in un momento in cui fra l’altro stiamo vivendo una profonda crisi
economica e sociale. Ho quasi quarant’anni e tra poco nascerà il mio
primo figlio, vi chiedo: secondo voi quali aspetti della vita, della
spiritualità e dell’azione di questo santo possono essere più attuali e
di maggiore ispirazione per un papà di oggi?
Giacomo
La figura di san Giuseppe, del quale si ricorda il 150° anniversario
della sua dichiarazione a patrono della Chiesa, è significativa per
tutti i credenti, caro Giacomo; coloro che accettano di mettersi con
docilità nelle mani del Signore, disponibili a compiere la sua volontà,
trovano in Giuseppe un modello di fede e di obbedienza; quanti hanno
ricevuto in dono la missione di generare alla vita, i papà, e coloro che
vivono la paternità, nella verginità e nel celibato, riconoscono nel
padre di Gesù un maestro dal quale imparare la difficile arte della
genitorialità.
La vita di questo santo, il suo itinerario di fede e la sua modalità
di accogliere e vivere la sua vocazione sono caratterizzate da alcuni
atteggiamenti importanti e indispensabili anche e soprattutto ai nostri
giorni.
Innanzitutto Giuseppe ci insegna che essere padri è una chiamata di
origine divina, alla quale è necessario rispondere con consapevolezza,
così da viverla con senso di responsabilità, passione e dedizione. Egli
non esita a dedicare tutto sé stesso alla missione ricevuta da Dio,
senza alcuna limitazione di tempo e di intensità, dimostrandoci che non
si è padri o madri a scompartimenti o ad orari, e che il figlio non è un
impiccio alla propria realizzazione. Diventare papà, ci insegna
Giuseppe, non è semplicemente un atto biologico, attribuito solamente
alla dimensione umana, ma ha la sua genesi in Dio, vero e unico Padre,
con cui ogni padre è chiamato a confrontarsi.
Sappiamo bene, tuttavia, che la paternità umana, proprio perché tale,
è sempre limitata e che “ciascuno fa come può”, ma siamo anche
consapevoli che è possibile compierla nel migliore dei modi, lasciandoci
ammaestrare da coloro che l’hanno vissuta splendidamente.
San Giuseppe è un esempio luminoso e un ottimo intercessore per ogni padre.
Egli, pur non avendo generato nella carne il Figlio di Dio, può dirsi padre a tutti gli effetti.
Con il suo esempio, la sua testimonianza, il suo lavoro, il suo amore
ha contribuito alla crescita umana e spirituale di Gesù, aiutandolo a
maturare come uomo e a sperimentare, nella concretezza della vita
familiare, l’amore e la fedeltà del “Padre suo”.
Da Giuseppe, Gesù impara l’arte dell’autorevolezza e della tenerezza,
evitando il rischio dell’autoritarismo e del cedere al “tutto è
lecito”. Ebbene, lo sposo di Maria ha in sé una straordinaria capacità
di discernere e di integrare, con sapienza, questi due aspetti
indispensabili per la crescita di Gesù.
L’ultima caratteristica che vorrei evidenziare nella personalità di
Giuseppe è la consapevolezza di non essere “padrone” del proprio figlio,
ma di averlo semplicemente ricevuto in dono, per una missione più
grande. Ciò rappresenta per tutti noi una vera e propria sfida!
Appropriarsi dei figli e tenerli “stretti”, tutti per sé, pretendendo
che siano a propria “immagine e somiglianza”, o peggio, reclamare loro
scelte secondo le proprie aspettative, sono tentazioni forti per
entrambi i genitori, pericoli che, se assecondati, mortificano impedendo
al proprio figlio di “spiccare il volo” secondo la propria misura e la
missione ricevuta dal Signore.
San Giuseppe può dire molto ai padri del nostro tempo e insegnare la
paternità creativa e coraggiosa, che non si lascia arrestare anche nei
momenti più difficili e bui.
E allora, caro Giacomo, lasciati guidare anche da san Giuseppe nella
missione che stai per ricevere diventando papà! Sii orgoglioso di tale
vocazione! …e apri il cuore all’accoglienza e al rendimento di grazie.