In questi giorni, ho spesso riflettuto sul Sinodo per la Chiesa
italiana che il Papa, dopo averne espresso il desiderio anni fa, al
Convegno di Firenze, ha nuovamente incoraggiato, lo scorso 30 gennaio,
rivolgendosi ai partecipanti all’incontro promosso dall’Ufficio
catechistico nazionale della CEI. In molti hanno scritto su questo,
anche sul nostro settimanale, con competenze di ben altro livello
rispetto alle mie. Per questo, mi accodo umilmente a loro, consegnando a
voi lettori alcune riflessioni che mi sono sorte, una sera, nella quale
pensavo a questa sollecitazione del papa (che buon tempo un curato che
la sera può pensare a queste cose… ah, benedetto coprifuoco delle 22!).
Sono riflessioni semplici: per questo, se dovesse capitare che qualche
Vescovo le incrocia, spero abbia la bontà di sorridere dinanzi
all’ingenuità del sottoscritto, che capisce poco e sogna tanto; spero
anche riconosca il bene che voglio alla Chiesa e al mio Vescovo, che
considero padre, avendo io promesso a lui e ai suoi successori, il
giorno dell’ordinazione, filiale rispetto e obbedienza.
Nelle mie riflessioni molto concrete e poco teologiche, ho immaginato
quattro scenari possibili, due “negativi” e due “positivi”. Inizio con
quelli negativi, per lasciare il “vino buono” alla fine, secondo
l’insegnamento del Vangelo di Giovanni.
Primo scenario negativo possibile: i nostri Vescovi faranno orecchi
da mercante e non ascolteranno papa Francesco. Lo lasceranno parlare, ma
non si lasceranno interrogare dalla sua insistenza sul tema. L’unica
novità, quindi, sarà che non ci sono novità. Spero vivamente questo
scenario desolante non si realizzi: la fedeltà al Papa è costitutiva del
ministero episcopale e un eventuale silenzio dinanzi alla richiesta del
Santo Padre non sarebbe una buona testimonianza né per noi preti né per
la nostra gente.
Secondo scenario negativo possibile: il Sinodo per la Chiesa italiana
si farà, ma soltanto per dare un “contentino” al papa. È
l’atteggiamento di chi fa perché si sente costretto a salvare quantomeno
un’impressione di obbedienza. Formalmente quindi il Sinodo viene
celebrato, si parla di tutto con il rischio di non riflettere seriamente
su nulla, si predispone infine un bel volume sintetico, teologicamente
perfetto, ma che non porta nulla alle questioni serie della Chiesa
italiana. Così, il Papa è sistemato e il volume che raccoglie gli atti
sinodali finisce sugli scaffali delle diocesi a prender polvere. Anche
questo sarebbe triste, molto.
Finalmente, ecco il primo scenario positivo possibile: i vescovi
dicono al Papa che non se la sentono di celebrare il Sinodo, che è
ancora presto, che le nostre diocesi non sono pronte a questo passo.
Qualcuno si starà chiedendo: perché parli di scenario positivo, se il
Sinodo non viene celebrato? Rispondo in modo convinto a questa eventuale
domanda, certamente pertinente: io credo che l’obbedienza autentica
contempli la possibilità del “no”. Quando la richiesta supera le mie
capacità o le mie possibilità, o chiede qualcosa per il quale non sono
ancora pronto, è obbedienza anche rispondere: “Chiedo scusa, ma non me
la sento, non riesco, non sono in grado”. È quindi, questa, una
possibilità positiva, perché scaturisce da una considerazione seria
della proposta del papa, da una riflessione profonda accompagnata da
intensa preghiera, in spirito di obbedienza e di confronto schietto e
sincero.
Infine, ecco il secondo scenario positivo possibile. I Vescovi,
ascoltando il Papa e il suo appello a un cammino sinodale serio per la
Chiesa italiana, colgono nella richiesta di Francesco un invito che
viene dallo Spirito; con impegno, unito a fatiche che certamente non
possono mancare, iniziano il difficile percorso di preparazione, che
occuperà il tempo che si riterrà necessario, per poi, finalmente,
celebrare un Sinodo che metta al centro la situazione effettiva della
Chiesa italiana, tenendo presenti le diversità delle diverse realtà
diocesane, che costituiscono per tutti una ricchezza e un patrimonio di
inestimabile valore spirituale, teologico e pastorale. Cosa accadrà,
alla fine? Non lo so, spero solo che ciò che accadrà sia frutto di un
cammino insieme, nell’ascolto attento delle parole del successore di
Pietro e sotto la guida dello Spirito.