22 settembre 2019 Giornata della Parola di Dio: La Parola è come il Pane
La “Giornata della Parola di Dio” è un’iniziativa proposta da Papa
Francesco a tutta la Chiesa nella Lettera “Misericordia et Misera” a
conclusione del Giubileo della Misericordia: “Sarebbe opportuno che
ogni comunità, in una domenica dell’Anno liturgico, potesse rinnovare
l’impegno per la diffusione, la conoscenza e l’approfondimento della
Sacra Scrittura: una domenica dedicata interamente alla Parola di Dio,
per comprendere l’inesauribile ricchezza che proviene da quel dialogo
costante di Dio con il suo popolo. Non mancherà la creatività per
arricchire questo momento con iniziative che stimolinoi credenti ad
essere strumenti vivi di trasmissione della Parola” (n. 7). Una
giornata per rimettere al centro della vita, accanto all’Eucaristia,
l’ascolto della Sacra Scrittura, attraverso esperienze e momenti di
lettura, approfondimento e riflessione spirituale da vivere in comunità
Parola: il Ministero del lettore
Nella celebrazione liturgica, è un dato di fatto affidare a un
lettore il compito di proclamare le Scritture. Tuttavia, l’impressione, è
che non sia considerato un vero e proprio ministero ma un semplice
compito da espletare. Qual è l’identità del lettore? Quello del
lettore è un ministero molto antico, che sin dalle prime comunità
cristiane appare come un servizio stabile, istituito e stimato. Il
riconoscimento di questo ministero all’interno della celebrazione
(attraverso la processione di introito, il luogo in ci si siede) è in
realtà tutto relativo alla parola, di cui il lettore è umile ministro,
esposto tra la necessità di coinvolgersi totalmente (perché la Parola
sia viva ed efficace) e di espropriarsi di sé, scomparendo dietro la
Parola. La creazione di un gruppo aperto di lettori, garantirebbe il
giusto equilibrio tra la stabilità che onora il ministero e
l’intercambiabilità. Quando di parla di formazione dei lettori occorre
distinguere diversi piani di lavoro. Per prima cosa, ma non unica,
occorre una preparazione tecnica che permetta di fare il salto dal
“leggere le letture” alla “proclamazione” della Parola di Dio. Tale
competenza si acquisisce con pazienza e costanza partecipando, per
quanto è possibile, a corsi specifici. Non è infatti sufficiente saper
legger, ma occorre che il lettore presti la sua voce alla Parola, perché
questa risuoni nelle orecchie, nella mente e nel cuore dei fedeli che
partecipano alla celebrazione. Parallelamente alla formazione tecnica
potrebbe essere opportuno, all’inizio di ogni anno pastorale, proporre
un tema liturgico di approfondimento. E’ poi importante aver cura di
individuare nuovi lettori, guardandosi intorno “con occhi nuovi” (il
gruppo lettori non deve essere un gruppo chiuso di inamovibili): la
celebrazione feriale potrebbe essere un primo momento per invitarli a
provare e verificarne l’attitudine.
La Parola e il Pane: l’unità delle due mense
Nella celebrazione liturgica, la liturgia della Parola e la liturgia
del sacramento sono così strettamente legate da costituire un unico atto
di culto. Uno solo e identico, infatti, è il Pane di Vita che si dona
ai fedeli, nella forma della Parola e del sacramento. Si tratta di due
momenti speculari nella loro dinamiche: come nella liturgia eucaristica
l’umanità del pane diventa sacramento della divinità del corpo, così
nella liturgia della Parola l’umanità della voce permette alla lettera
delle Scritture, sigillata nel libro, di diventare parola viva del Dio
vivente; come nella comunione mastichiamo e assimiliamo in noi il
sacramento eucaristico, così nella liturgia della Parola spezziamo la
Parola, la mastichiamo (soprattutto nell’omelia) per assimilarci ad
essa. Come i discepoli di Emmaus, anche noi, seguendo il sentiero della
celebrazione eucaristica, siamo illuminati da quelle parole che invitano
a riconoscerlo presente nei gesti e nelle parole dell’ultima cena. Come
far trasparire questa verità nelle nostre celebrazioni? Anzitutto
vigilando perché i due momenti della celebrazione sacramentale siano
equilibrati e proporzionati nella durata e nel ritmo. Un secondo
suggerimento è quello di valorizzare gli elementi eucaristici presenti
nella liturgia della Parola.
Parola: la preghiera dei fedeli
Tutta la Liturgia della Parola si svolge nel ritmo dell’ascolto e
della risposta. La Parola di Dio, infatti, è viva: bussa per essere
accolta, attende per suscitare una risposta, scuote per provocare una
conversione. Dopo averla udita essa scende nel cuore per toccarlo, così
da rivoltarlo nello Spirito. A volte consola, a volte ferisce. La sua
corsa, poi, risale sulle labbra per suscitare una risposta e raggiungere
le mani, ispirando gesti di amore, di perdono, di laborioso lavoro nel
campo della vita. Vi è, infine, la risposta che si fa preghiera,
invocazione, supplica: è la preghiera universale o dei fedeli.
Da www.diocesidicomo.it/la-parola-e-come-il-pane/