Iniziazione cristiana

La catechesi è il cammino di fede che ogni battezzato vive, all’interno della comunità e seguendo la sapiente “regia” dell’anno liturgico. La catechesi vive su tre pilastri:

  • l’ascolto della Parola di Dio,
  • la preghiera e la celebrazione dei sacramenti,
  • la carità/l’impegno concreto di servizio e testimonianza.

I primi destinatari della catechesi sono gli adulti, chiamati ad essere poi guide nella fede dei propri figli. Ecco perché, come ci dicono i nostri vescovi, i primi “catechisti” sono proprio i genitori.

La nostra comunità pastorale prevede durante l’anno diversi momenti formativi per i genitori, che servano prima di tutto per la crescita della fede personale, e poi anche in vista dell’educazione dei figli.

In diocesi di Como un apposito sussidio regola le diverse tappe dell’itinerario: Progetto di iniziazione cristiana dei bambini e dei ragazzi, disponibile anche sul sito della diocesi.

Attualmente gli incontri di catechesi avvengono così:

  • Biennio del Primo annuncio: incontri quindicinali nelle quattro sedi (Torre, Caspoggio, Chiesa, Lanzada) al lunedì pomeriggio
  • Discepolato (incontri settimanali al lunedì pomeriggio)

Per ora non è ancora attivo l’anno della mistagogia

Avvisi

@ La posta di Chiara: San Giuseppe: modello di fede e di obbedienza che ha molto da dire ai padri di oggi

@ La posta di Chiara: San Giuseppe: modello di fede e di obbedienza che ha molto da dire ai padri di oggi

Gentile suor Chiara
Papa Francesco ha indetto un anno speciale dedicato alla figura di San Giuseppe, e forse nei suoi intenti c’è anche il desiderio di stimolare un approfondimento sul ruolo del padre e del lavoro nella società di oggi, in un momento in cui fra l’altro stiamo vivendo una profonda crisi economica e sociale. Ho quasi quarant’anni e tra poco nascerà il mio primo figlio, vi chiedo: secondo voi quali aspetti della vita, della spiritualità e dell’azione di questo santo possono essere più attuali e di maggiore ispirazione per un papà di oggi?

Giacomo

La figura di san Giuseppe, del quale si ricorda il 150° anniversario della sua dichiarazione a patrono della Chiesa, è significativa per tutti i credenti, caro Giacomo; coloro che accettano di mettersi con docilità nelle mani del Signore, disponibili a compiere la sua volontà, trovano in Giuseppe un modello di fede e di obbedienza; quanti hanno ricevuto in dono la missione di generare alla vita, i papà, e coloro che vivono la paternità, nella verginità e nel celibato, riconoscono nel padre di Gesù un maestro dal quale imparare la difficile arte della genitorialità. 

La vita di questo santo, il suo itinerario di fede e la sua modalità di accogliere e vivere la sua vocazione sono caratterizzate da alcuni atteggiamenti importanti e indispensabili anche e soprattutto ai nostri giorni.

Innanzitutto Giuseppe ci insegna che essere padri è una chiamata di origine divina, alla quale è necessario rispondere con consapevolezza, così da viverla con senso di responsabilità, passione e dedizione. Egli non esita a dedicare tutto sé stesso alla missione ricevuta da Dio, senza alcuna limitazione di tempo e di intensità, dimostrandoci che non si è padri o madri a scompartimenti o ad orari, e che il figlio non è un impiccio alla propria realizzazione. Diventare papà, ci insegna Giuseppe, non è semplicemente un atto biologico, attribuito solamente alla dimensione umana, ma ha la sua genesi in Dio, vero e unico Padre, con cui ogni padre è chiamato a confrontarsi.

Sappiamo bene, tuttavia, che la paternità umana, proprio perché tale, è sempre limitata e che “ciascuno fa come può”, ma siamo anche consapevoli che è possibile compierla nel migliore dei modi, lasciandoci ammaestrare da coloro che l’hanno vissuta splendidamente. 

San Giuseppe è un esempio luminoso e un ottimo intercessore per ogni padre. 

Egli, pur non avendo generato nella carne il Figlio di Dio, può dirsi padre a tutti gli effetti. 

Con il suo esempio, la sua testimonianza, il suo lavoro, il suo amore ha contribuito alla crescita umana e spirituale di Gesù, aiutandolo a maturare come uomo e a sperimentare, nella concretezza della vita familiare, l’amore e la fedeltà del “Padre suo”.

Da Giuseppe, Gesù impara l’arte dell’autorevolezza e della tenerezza, evitando il rischio dell’autoritarismo e del cedere al “tutto è lecito”. Ebbene, lo sposo di Maria ha in sé una straordinaria capacità di discernere e di integrare, con sapienza, questi due aspetti indispensabili per la crescita di Gesù.

L’ultima caratteristica che vorrei evidenziare nella personalità di Giuseppe è la consapevolezza di non essere “padrone” del proprio figlio, ma di averlo semplicemente ricevuto in dono, per una missione più grande. Ciò rappresenta per tutti noi una vera e propria sfida! 

Appropriarsi dei figli e tenerli “stretti”, tutti per sé, pretendendo che siano a propria “immagine e somiglianza”, o peggio, reclamare loro scelte secondo le proprie aspettative, sono tentazioni forti per entrambi i genitori, pericoli che, se assecondati, mortificano impedendo al proprio figlio di “spiccare il volo” secondo la propria misura e la missione ricevuta dal Signore. 

San Giuseppe può dire molto ai padri del nostro tempo e insegnare la paternità creativa e coraggiosa, che non si lascia arrestare anche nei momenti più difficili e bui. 

E allora, caro Giacomo, lasciati guidare anche da san Giuseppe nella missione che stai per ricevere diventando papà! Sii orgoglioso di tale vocazione! …e apri il cuore all’accoglienza e al rendimento di grazie. 

 

Chiara - monaca clarissa


Da www.santalessandro.org

08/05/2021 Categoria: Torna all'elenco