Iniziazione cristiana

La catechesi è il cammino di fede che ogni battezzato vive, all’interno della comunità e seguendo la sapiente “regia” dell’anno liturgico. La catechesi vive su tre pilastri:

  • l’ascolto della Parola di Dio,
  • la preghiera e la celebrazione dei sacramenti,
  • la carità/l’impegno concreto di servizio e testimonianza.

I primi destinatari della catechesi sono gli adulti, chiamati ad essere poi guide nella fede dei propri figli. Ecco perché, come ci dicono i nostri vescovi, i primi “catechisti” sono proprio i genitori.

La nostra comunità pastorale prevede durante l’anno diversi momenti formativi per i genitori, che servano prima di tutto per la crescita della fede personale, e poi anche in vista dell’educazione dei figli.

In diocesi di Como un apposito sussidio regola le diverse tappe dell’itinerario: Progetto di iniziazione cristiana dei bambini e dei ragazzi, disponibile anche sul sito della diocesi.

Attualmente gli incontri di catechesi avvengono così:

  • Biennio del Primo annuncio: incontri quindicinali nelle quattro sedi (Torre, Caspoggio, Chiesa, Lanzada) al lunedì pomeriggio
  • Discepolato (incontri settimanali al lunedì pomeriggio)

Per ora non è ancora attivo l’anno della mistagogia

Avvisi

@ Diario di un prete: I peccati parrocchiali

@ Diario di un prete: I peccati parrocchiali

In un'udienza generale di qualche anno fa in Piazza S.Pietro il Papa ha fatto un intervento che mi ha fatto tremare.

LE PICCOLE DIVISIONI QUOTIDIANE

Francesco ha parlato di “peccati parrocchiali”.
«Gli Atti degli Apostoli – ha detto – insistono nel ricordare che i primi cristiani si distinguevano per il fatto di avere “un cuore solo e un’anima sola”. E pure l’apostolo Paolo esortava le sue comunità ad essere «un solo corpo».
L’esperienza storica, tuttavia, ci racconta anche di tanti “peccati contro l’unità”: non solo i grandi scismi, ma anche piccole e comuni mancanze nelle nostre comunità. “Peccati parrocchiali”», li ha chiamati il santo Padre, e ha continuato osservando che «A volte le nostre parrocchie, chiamate ad essere luoghi di condivisione e di comunione, sono tristemente segnate da invidie, gelosie, antipatie…».
Qui, a braccio, ha soggiunto: «Le chiacchiere sono a mano di tutti. Quanto si chiacchiera nelle parrocchie! Se uno viene eletto presidente di quella associazione, si chiacchiera contro di lui. E se quell’altra viene eletta presidente della catechesi, le altre chiacchierano contro di lei. Ma, questa non é la Chiesa, eh?… Questo non si deve fare! Non dobbiamo farlo! Non vi dico che vi tagliate la lingua, no, no, questo no… Ma, chiedere al Signore la grazia di non farlo!»… «Perché -ha aggiunto riprendendo il testo scritto – “questo è umano, sì, ma non è cristiano!”; succede, cioè, “quando puntiamo ai primi posti; quando mettiamo al centro noi stessi, con le nostre ambizioni personali e i nostri modi di vedere le cose, e giudichiamo gli altri; quando guardiamo ai difetti dei fratelli, invece che alle loro doti; quando diamo più peso a quello che ci divide, invece che a quello che ci accomuna…».

PARROCI E PARROCCHIANI

Il Papa, evidentemente, avrebbe potuto continuare nell’esemplificazione. Da parroco emerito mi sarebbe piaciuto che mettesse il dito anche sulla piaga delle mormorazioni contro i parroci che tanto scoraggiano anche i pastori più zelanti e tanto indeboliscono la buona volontà anche dei collaboratori più fervorosi. Ma poi mi sono detto che forse anche i fedeli avrebbero desiderato che il Papa dicesse qualche cosa anche ai parroci che con i loro pensieri, le loro parole, le loro opere e soprattutto le loro omissioni qualche problema lo creano alla costruzione di una comunità come Dio comanda.
In conclusione, mi sono detto che, all’inizio del nuovo anno, non starebbe male un bell’esame di coscienza da parte di tutti, con un bel proposito, magari uno solo e neanche tanto grande, ma forte, per evitare il nostro più frequente e più dannoso peccato contro l’unità della nostra parrocchia.

Don Giacomo Panfilo


Da www.santalessandro.org

11/01/2020 Categoria: Torna all'elenco