di
Ileana Mortari

La liturgia odierna ci propone, per la festa del Natale, la bellissima pagina di Luca sulla natività di Gesù.
Forse qualcuno si sarà chiesto: “Ma com’è possibile
tanta gloria, risonanza e splendore per la nascita del Redentore, se
poi, all’inizio della sua vita pubblica, nello stesso vangelo di Luca,
troviamo subito due episodi dai quali pare che la gente ignori
completamente le straordinarie circostanze di quella nascita? Infatti in
Luca 4,28-30 troviamo che a Nazareth tutti si indignano contro Gesù,
definito solamente come “
il figlio di Giuseppe” (v.22), lo
cacciano dalla città e vorrebbero addirittura gettarlo da un precipizio!
E in Luca 7, 18-23 vediamo un Giovanni Battista molto dubbioso nei suoi
confronti, tanto che manda due suoi discepoli a informarsi se è lui
quello che deve venire o un altro!La “contraddizione” si supera se si guarda con la
dovuta attenzione ai primi due capitoli di Luca, definiti – come i
paralleli di Matteo - i “vangeli dell’infanzia”, pagine che mancano
completamente negli altri due vangeli, quello di Marco, il più antico, e
quello di Giovanni, che fa capo ad altre tradizioni.
Questo significa che solo in secondo tempo, nella
comunità cristiana, è nato il desiderio di saperne di più sulle origini e
i primi anni di Gesù di Nazareth; il materiale di cui si sono serviti
Matteo e Luca è derivato probabilmente dai diretti protagonisti delle
vicende, cioè, oltre che da Gesù, da Maria e da Giuseppe, ma in modo
indipendente; infatti Matteo narra episodi in cui è particolarmente
sottolineata la figura del padre putativo; Luca ne racconta altri,
diversi, dove prevale il punto di vista di Maria.
Entrambi dunque utilizzano elementi storici, ma non
espongono “una cronaca dei fatti”, bensì li reinterpretano e
rielaborano alla luce di tutta la vita di Gesù e soprattutto della sua
morte e resurrezione, che Lo ha manifestato come il Messia atteso.
“La stella, l’uccisione dei bambini di Betlemme, la
fuga in Egitto…, la visita di Maria a Elisabetta, la presentazione al
tempio, lo smarrimento di Gesù….sono fatti accaduti; i Magi, i pastori,
Simeone e Anna…sono personaggi reali. Fatti e personaggi nella trama
evangelica prendono tuttavia contorni più ampi e significato più
profondo, perché vengono connessi con tutta la storia di Gesù e con
quella dell’Antico Testamento” (M. Orsatti)
Matteo e Luca vogliono soprattutto mostrare
l’identità del Nazareno, Messia e Figlio di Dio, e dimostrare che in Lui
si sono compiute le Scritture. Nel brano della liturgia odierna questo
si vede bene nella comparsa di un angelo che avvolge di luce i pastori,
ai quali annunzia: “
Oggi è nato il Cristo Signore”, e anche di “
una
moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva: “Gloria a
Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama” (v.14)
Queste immagini non vanno prese alla lettera,
perché rientrano nel genere letterario della “teofania”, cioè della
manifestazione di Dio; è l’occhio attento del teologo Luca che vede
nella realtà
un bambino avvolto in fasce e deposto nella mangiatoia di una stalla
(perché Maria e Giuseppe non avevano trovato posto neppure nel
caravanserraglio - l”albergo”! - disponibile per i forestieri in ogni
grosso villaggio); ma
più in profondità lo stesso Luca coglie e descrive adeguatamente il significato
teologico di questo bambino: egli, come dice l’angelo del Signore, è il
Salvatore, il Cristo Signore.Si tratta di tre titoli solenni, densi di significato. Il “
Salvatore”,
sulla scorta della letteratura e della fede veterotestamentaria, è
colui che porta una salvezza e una liberazione, non politiche (come si
aspettavano i Giudei), ma di ordine spirituale: la salvezza e la
liberazione dal male e dal peccato.
“Cristo” è la traduzione greca (
Kristòs)
dell’ebraico “mashiah” = Messia, che significa propriamente “unto”;
nell’Antico Testamento l’unzione con olio si effettuava su persone
destinate a svolgere un servizio importante, ad esempio di re,
sacerdote, profeta; l’”unto di Dio” per eccellenza era il re del popolo
ebraico. Dopo la caduta di Israele il termine “Messia” viene usato per
indicare il futuro, misterioso e possente re che avrebbe liberato gli
Ebrei dai nemici, attuando il regno di Dio in questo mondo. Con il Nuovo
Testamento il titolo “Cristo” è passato quasi come un nome proprio a
Gesù di Nazareth, vero liberatore di tutta l’umanità e fondatore
autentico del regno di Dio.
“
Signore”
è un appellativo per noi abituale e forse un po’ logorato dall’uso, ma
per la lingua biblica è il titolo solenne che indica esclusivamente Dio;
nel greco della Settanta traduce il nome proprio di Dio, che in ebraico
è impronunciabile, essendo il famoso tetragramma JHWH (=
Jahvè = Io sono colui che è sempre a favore degli uomini); il titolo “Signore” (
Kyrios
in greco) viene dato a Gesù solo dopo la sua resurrezione, quando la
comunità ha compreso in pieno la natura del Cristo risorto e Luca lo
utilizza nel suo vangelo tutte le volte che vuole sottolineare che Gesù è
uguale a Dio.
Non si poteva rendere in modo più solenne e
significativo questa irruzione del divino nell’umano che è la nascita in
terra del Verbo (la 2° persona della SS. Trinità) incarnatosi in Gesù.
Irruzione del divino che trova adeguata espressione sia nell’angelo
annunziatore che nell’esercito celeste che canta le lodi di Dio e
annunzia agli uomini che è giunta nel mondo la vera Pace.
Il vangelo in poche parole

«Ho sempre pensato - e forse è un azzardo - che il mistero dell'Incarnazione sia più grande di quello della Resurrezione. Perché un Dio che si fa bambino,... e poi ragazzo,... e poi uomo, quando muore non può che risorgere». Edith Stein
Altri commenti affidabili, semplici, profondiEnzo Bianchi:
Oggi è nato per voi un salvatore (testo)
p. Ermes Ronchi:
La vertigine di Betlemme, l'Onnipotente in un neonato (testo)
p. Alberto Maggi:
www.studibiblici.it/videoomelie.html (testo; video)
don Claudio Doglio:
Ascoltarti è una festa! Natale del Signore 2016 (video; audio)
don Claudio Doglio:
Commento alle letture Natale del Signore 2016 (testo)
Scilla Ambrosi (ACLI):
Vivere l'avvento - Natale (testo)
sr. Mariangela Tassielli:
Nella notte risplende (testo)
madre Amata del Carmelo di Betania:
Il commento alle letture della domenica dal Carmelo di Valmadonna, diocesi di Alessandria (video)
Wilma Chasseur (teologa ed eremita):
In missione sul pianeta Terra (testo)
don Tonino Lasconi:
Perché il Natale è così bello (testo)
Paolo Curtaz:
Luce e tenebre (testo, audio, video)
Evangeli.net:
Commento e breve spiegazione teologica in meno di 450 parole (testo)
Per chi vuole qualcosa di più: Lectio divina e meditazioni
Carmelitani:
Il prologo di Giovanni (testo)