«Lava i nostri piedi che prima erano puliti,
ma che si sono sporcati camminando sulla terra
per venire ad aprirti».
Sant’Agostino
Compromettersi
Uno dei testi che mi ha maggiormente influenzato nella mia formazione spirituale è Il guaritore ferito di H. Nouwen, in cui l’autore si chiede cosa voglia dire servire
nel nostro contesto sociale. Chi vuole mettersi a servizio degli altri,
dice Nouwen, non può che fare appello alle ferite del proprie cuore,
solo così sarà possibile comprendere e avvicinare gli altri. Se per
esempio vuoi salvare un bambino dalle fiamme di un incendio, non puoi
non mettere in conto di essere toccato tu stesso dal fuoco.
In effetti, la vita acquista senso solo quando diventa restituzione,
cioè solo quando diventa cura di coloro che la vita di volta in volta mi
mette davanti. Le mie ferite e la mia fragilità non sono per nulla
indifferenti alla costruzione del senso della mia vita, ma sono la via
preferenziale per accorgermi che la vita ha senso. Solo a partire dal
riconoscimento del mio bisogno, infatti, posso anche riconoscere il
bisogno dell’altro e prendermene cura.
Sporcarsi
Potremmo
leggere così questo desiderio di Gesù di sporcarsi nelle stesse acque
in cui sono appena passati gli uomini e le donne che egli vuole servire.
Le acque del Giordano somigliano alle fiamme di quell’incendio, di
cui parlava Nouwen: occorre passarci dentro per afferrare e strappare
l’uomo da ciò che lo intrappola e lo rende schiavo!
Gesù scende, si compromette personalmente in questo proposito di salvezza.
Gesù scende e inevitabilmente si sporca, a differenza della sposa del Cantico dei Cantici,
che al bussare dello sposo, che ha attraversato la notte rugiadosa per
arrivare da lei, fa la ritrosa: «mi sono già lavata i piedi, come
sporcarli ancora?» (Ct 5,3).
Gesù scende, si sporca e si confonde. Non c’è più differenza tra lui e
i peccatori, proprio come quando dietro le fiamme vedi solo le ombre e
le cose ti appaiono indistinte. Gesù si confonde talmente tanto con i
peccatori da essere confuso con uno di loro.
Incomprensione
L’azione
di Dio passa per lo più attraverso l’incomprensione. Il compimento
della giustizia di Dio, cioè l’attuazione dell’idea con cui Dio ha
creato il mondo, passa attraverso vie misteriose.
Anche Giovanni Battista è smarrito davanti al gesto di Gesù. Dio sembra irriconoscibile. Quante volte Dio ci chiede di lasciar fare,
anche se non capiamo. L’agire di Dio ci appare spesso insensato. Non
risponde ai nostri schemi. Vorremmo che Dio ci salvasse in un modo
diverso, più consono alle nostre modalità ordinarie.
Ascolto
Ma Dio è proprio questo, non un altro. Dio non è quello che mi sono costruito nella testa: questi è il Figlio mio prediletto! Ascoltatelo! È sempre delicato capire se sto seguendo Dio o la mia idea su di Lui.
Questo Gesù è colui che viene a prenderci al Giordano,
ovvero nel luogo in cui il popolo di Israele si era fermato prima di
entrare nella terra promessa. A quel tempo, Giosuè aveva preso per mano
il popolo e, attraversato il Giordano, l’aveva fatto entrare nella terra
promessa. Adesso un nuovo Giosuè – Gesù appunto – ritorna al Giordano,
prende per mano il nuovo popolo di Dio e lo fa entrare nella nuova terra
promessa, la vita eterna, per sempre.
Da questo momento i cieli resteranno aperti, Dio continuerà a parlare
con l’umanità. Da molti secoli, infatti, in Israele la profezia era
terminata e i cieli erano chiusi.
Gesù è il figlio grazie al quale il Padre ritorna a parlare con
l’uomo. E in Gesù il Padre promette di non restare più in silenzio,
perché il Figlio stesso è la Parola.
In Gesù trovano senso e compimento tutte le parole che Dio ha detto…come una colomba.
L’immagine della colomba attraversa tutta la Scrittura e rievoca
diversi passi della Bibbia. È probabilmente un’immagine attraverso la
quale l’evangelista vuole mostrare che l’intera Scrittura attesta che
Gesù è il Figlio di Dio:
- e la colomba tornò a lui sul far della sera; ecco, essa aveva nel becco un ramoscello di ulivo. Genesi 8,11
- Dico: «Chi mi darà ali come di colomba, per volare e trovare riposo? Salmo 54,7
- O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi,
mostrami il tuo viso. Cantico dei Cantici 2,14
Ma potremmo pensare anche allo spirito che aleggiava sulle acque
all’inizio della creazione e anche al profeta Giona, il cui nome vuol
dire appunto colomba.
Missione
Ognuno
di noi è una parola che Dio vuole portare a compimento. Ogni uomo e
ogni donna si porta nel cuore una missione da compiere. Riconoscere
questo compito vuol dire trovare il senso della propria vita. Al
Giordano, Gesù ci insegna a prendere su di noi il motivo della nostra
esistenza. Gesù scende nella volontà del Padre e la assume. È l’inizio
della realizzazione di un progetto. Anche noi, prima di cominciare a
costruire, abbiamo bisogno di riconoscere e aderire al progetto che ci
portiamo nel cuore.