Gesù, narratore di parabole, sceglie sempre parole di casa, di orto, di
lago, di strada: parole di tutti i giorni, dirette e immediate, laiche.
Racconta storie di vita e le fa diventare storie di Dio, e così
raggiunge tutti e porta tutti alla scuola delle piante, della senape,
del filo d'erba, perché le leggi dello spirito e le leggi profonde della
natura coincidono; quelle che reggono il Regno di Dio e quelle che
alimentano la vita dei viventi sono le stesse. Reale e spirituale
coincidono.
Accade nel Regno ciò che accade nella vita profonda
di ogni essere. C'è una sconosciuta e divina potenza che è all'opera,
instancabile, che non dipende da te, che non devi forzare ma attendere
con fiducia. Gesù ha questa bellissima visione del mondo, della terra,
dell'uomo, al tempo stesso immagine di Dio, della Parola e del regno:
tutto
è in cammino, un fiume di vita che scorre e non sta fermo. Tutto il
mondo è incamminato, con il suo ritmo misterioso, verso la fioritura e
la fruttificazione. Il paradigma della pienezza regge la nostra fede.
Mietiture fiduciose, abbondanti. Gioia del raccolto. Sogni di pane e di
pace. Positività.
Il terreno produce da sé, per energia e armonia
proprie: è nella natura della natura di essere dono, di essere crescita.
È nella natura di Dio. E anche dell'uomo. Dio agisce in modo positivo,
fiducioso, solare; non per sottrazione, mai, ma sempre per addizione,
aggiunta, incremento di vita. Con l'atteggiamento determinante della
fiducia!
Il terreno produce spontaneamente. Non fa sforzo alcuno il
seme, nessuna fatica per il terreno, la lucerna non deve sforzarsi per
dare luce se è accesa; il sale non fa sforzo alcuno per dare sapore ai
piatti. Dare è nella loro natura. È la legge della vita: per star bene
anche l'uomo deve dare. Quando è maturo infine il frutto si dà, si
consegna, espressione inusuale e bellissima, che riporta il verbo stesso
con cui Gesù si consegna alla sua passione. E ricorda che l'uomo è
maturo quando, come effetto di una vita esatta e armoniosa, è pronto a
donarsi, a consegnarsi, a diventare anche lui pezzo di pane buono per la
fame di qualcuno. Nelle parabole, il Regno di Dio è presentato come un
contrasto: non uno scontro apocalittico, bensì un contrasto di crescita,
di vita. Dio viene come un contrasto vitale, come una dinamica che si
insedia al centro, un salire, un evolvere, sempre verso più vita. Quando
Dio entra in gioco, tutto entra in una dinamica di crescita, anche se
parte da semi microscopici:
Dio ama racchiudere
il grande nel piccolo:
l'universo nell'atomo
l'albero nel seme
l'uomo nell'embrione
la farfalla nel bruco
l'eternità nell'attimo
l'amore in un cuore
se stesso in noi.
(Ferruccio Parrinello, Ho buttato tutto ciò che potevo per fare più spazio al cuore, Scripsi Edizioni, ® Copyright 2014)
Il vangelo in poche parole