La strada di Emmaus racconta di cammini di delusione, di sogni in cui
avevano tanto investito e che hanno fatto naufragio. E di Dio, che ci
incontra non in chiesa, ma nei luoghi della vita, nei volti, nei piccoli
gesti quotidiani.
I due discepoli hanno lasciato Gerusalemme: tutto
finito, si chiude, si torna a casa. Ed ecco che un Altro si avvicina,
uno sconosciuto che offre soltanto disponibilità all'ascolto e il tempo
della compagnia lungo la stessa strada.
Uno che non è presenza
invadente di risposte già pronte, ma uno che pone domande. Si comporta
come chi è pronto a ricevere, non come chi è pieno di qualcosa da
offrire, agisce come un povero che accetta la loro ospitalità.
Gesù
si avvicinò e camminava con loro. Cristo non comanda nessun passo,
prende il mio. Nulla di obbligato. Ogni camminare gli va. Purché uno
cammini. Gli basta il passo del momento, il passo quotidiano.
E
rallenta il suo passo sulla misura del nostro, incerto e breve. Si fa
viandante, pellegrino, fuggitivo, proprio come i due; senza distanza né
superiorità li aiuta a elaborare, nel racconto di ciò che è accaduto, la
loro tristezza e la loro speranza: Che cosa sono questi discorsi che
state facendo tra voi lungo il cammino?
Non hanno capito la croce, il
Messia sconfitto, e lui riprende a spiegare: interpretando le
Scritture, mostrava che il Cristo doveva patire.
I due camminatori
ascoltano e scoprono una verità immensa: c'è la mano di Dio posata là
dove sembra impossibile, proprio là dove sembra assurdo, sulla croce.
Così nascosta da sembrare assente, mentre sta tessendo il filo d'oro
della tela del mondo. Forse, più la mano di Dio è nascosta più è
potente.
E il primo miracolo si compie già lungo la strada: non ci
bruciava forse il cuore mentre ci spiegava le Scritture? Trasmettere la
fede non è consegnare nozioni di catechismo, ma accendere cuori,
contagiare di calore e di passione. E dal cuore acceso dei due
pellegrini escono parole che sono rimaste tra le più belle che sappiamo:
resta con noi, Signore, perché si fa sera. Resta con noi quando la sera
scende nel cuore, resta con noi alla fine della giornata, alla fine
della vita. Resta con noi, e con quanti amiamo, nel tempo e
nell'eternità.
E lo riconobbero dal suo gesto inconfondibile, dallo spezzare il pane e darlo.
E
proprio in quel momento scompare. Il Vangelo dice letteralmente:
divenne invisibile. Non se n'è andato altrove, è diventato invisibile,
ma è ancora con loro. Scomparso alla vista, ma non assente. Anzi, in
cammino con tutti quelli che sono in cammino, Parola che spiega,
interpreta e nutre la vita. È sulla nostra stessa strada, «cielo che
prepara oasi ai nomadi d'amore» (G. Ungaretti).
Il vangelo in poche parole