L’attività di Gesù si concentra in una
giornata a Cafarnao (Mc 1,21–45), poi la sua missione si allarga a tutta la Galilea.
La «giornata di Cafarnao» è il modello in piccolo di quello che
sarà tutto il ministero di Gesù. Lo riassumiamo così: Gesù insegna, caccia i demoni,
guarisce i malati, prega. Questo è il ritmo fondamentale della vita di Gesù: attività e
preghiera.
L’attività di Gesù comprende due elementi: parole e opere. Marco
ama rilevare soprattutto la potenza e l’autorità con cui Gesù parla e agisce. Egli
si presenta così: una potenza sovrumana, una compassione che si avvicina a ogni povero,
malato, peccatore.
Gesù incontra gli uomini del suo tempo lì dove essi sono normalmente:
mentre celebrano il sabato o si dedicano alle loro occupazioni. Li avvicina nelle
situazioni in cui si trovano: tormentati interiormente, colpiti da malattia, immersi nella
loro miseria.
La potenza di Gesù si manifesta nella sinagoga, poi in casa, quindi
alla porta della città: tutto lo spazio, sacro e profano, viene riempito dalla sua
presenza.
«Spirito immondo». La Bibbia definisce immondo o impuro tutto ciò
che si oppone alla santità divina. I demoni sono forze d’opposizione all’azione
di Dio, quindi sono detti immondi.
La proclamazione del Vangelo scatena la guerra. Tra Gesù e satana
c’è un contrasto netto e irriducibile. La novità del Vangelo è la vittoria di
Gesù sul male sotto qualunque forma si presenti. Il male non viene solo dall’uomo:
dentro di lui c’è un inquilino che lo degrada e lo distrugge. Gesù è venuto a
scacciarlo.
Senza Cristo siamo tutti in balia delle forze del male e incapaci di
entrare in comunione con Dio, anche se siamo nella sinagoga (v. 23): la religione che
salva non è la pratica di un culto o la presenza materiale nei luoghi sacri o
l’adempimento di un precetto, ma l’incontro personale con Cristo.
«Il Santo di Dio». Questo titolo rivela la vera identità di Gesù e
la sua autorità divina. Il Santo di Dio è l’avversario dichiarato del peccato che
solo Dio può smascherare e perdonare.
Dopo la guarigione dell’indemoniato, la meraviglia di tutti si
manifesta in forma corale. L’avvenimento è provocante perché Gesù non ha agito
come gli esorcisti del suo tempo, con incantesimi o formule magiche, ma soltanto con la
sua parola.