Abbiamo tra le mani il Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco. Vogliamo
leggerlo con amore, con fede, con calma: leggerlo, rileggerlo, meditarlo e pregarlo.
Vogliamo lasciarci invadere dalla Presenza che lo riempie, evitando di soffocare la Parola
con le parole. Desideriamo tradurlo senza tradirlo: tradurlo in linguaggio semplice,
serio, corretto e rispettoso. Ci proponiamo tre mete, sicuramente non facili da
raggiungere: chiarezza, essenzialità e attualizzazione.
La Parola di Dio è una Persona, è Gesù Cristo.
Leggere il Vangelo significa dunque mettersi in relazione con Qualcuno
vivo, presente, e sentirsi invadere da questa presenza che trasforma la vita, perché il
Vangelo è una Persona viva prima di essere un libro.
La domanda centrale che ci poniamo, il mistero centrale che desideriamo
capire è: Chi è Gesù? Ma accanto a questa prima domanda ne sorge subito un’altra:
Chi è il discepolo? La rivelazione progressiva di Gesù e del discepolo non avviene solo
attraverso discorsi sempre più espliciti, ma soprattutto attraverso una storia che si
chiarisce vivendola: il Vangelo è racconto, dramma, storia, non un catechismo. E chi
vuole capire deve condividere questa storia, deve farsi discepolo.
L’iniziazione cristiana è un viaggio dall’esterno
all’interno, dalla periferia al centro, da una conoscenza per sentito dire ad
un’esperienza personale. Il mistero cristiano si coglie solo dall’interno: non
c’è posto per l’osservatore neutrale.
Marco non si limita solo a rivelare il mistero cristiano: conduce il
lettore a scoprire le proprie paure, la propria ignoranza, le proprie resistenze. Il suo
Vangelo si muove contemporaneamente su due linee: la rivelazione del mistero di Gesù e la
manifestazione del cuore dell’uomo.
E’ il continuo scontro tra questi due aspetti che rende il Vangelo
secondo Marco attuale, drammatico e inquietante. L’uomo vede i gesti di Gesù, sente
le sue parole, ma non comprende, resta incredulo perché ha il cuore indurito (6,52) e
gravemente malato (7,20–23).
Il vangelo secondo Marco è quello che ci presenta meglio
l’umanità di Gesù: ci fa sentire il peso del suo sguardo, la sua pietà per la
folla, i momenti di delusione nei riguardi degli apostoli, la tristezza per
l’incomprensione dei farisei, dei familiari, dei discepoli. Ne esce un’immagine
umanissima. Gesù appare, di volta in volta, tenero, incisivo, fraterno, vicino e
improvvisamente misterioso, uno che ci pone delle domande e uno di cui ci si pone la
domanda: Chi è costui?
E’ il paradosso di Gesù, incompreso e respinto dagli uomini, ma
inviato ed esaltato da Dio, che interessa soprattutto il vangelo di Marco. Il suo tema
essenziale è la manifestazione del Messia crocifisso.