Oratorio

Un pilastro portante di ogni comunità cristiana è l’oratorio. Seguendo gli esempi di san Filippo Neri e di san Giovanni Bosco, gli oratori sono nati come occasioni educative per i ragazzi e i giovani, ad opera di adulti motivati e preparati, che vogliano bene ai ragazzi e collaborino con gli altri adulti (i genitori in primis) per la loro crescita umana e cristiana. Le attività oratoriane possono svolgersi in qualsiasi spazio o ambiente. L’”oratorio” infatti, prima ancora che un insieme di spazi e strutture, è innanzitutto uno stile, una cura, un’attenzione della Comunità tutta verso i più giovani.

Nella nostra Valle le diverse iniziative si svolgono a rotazione nei diversi spazi disponibili. L’attività più conosciuta, oltre alla catechesi e alle feste ad essa collegate, è l’avventura estiva del GREST, che coinvolge attivamente famiglie, educatori e diversi animatori.

Ma anche durante l’anno diverse sono le occasioni per “educare divertendo” e “divertire educando”: in alcuni paesi un gruppo di volontari adulti garantisce l’apertura settimanale dell’oratorio, proponendo attività ludiche e ricreative molto varie; in altri ci sono proposte di animazione liturgica e di canto adatte alla fascia dei ragazzi; ci sono poi proposte occasionali legate a tornei, teatri, compleanni, feste del paese, ecc.

Suggerimenti e materiali per l’animazione cristiana degli oratori sono a disposizione anche sul sito diocesano di pastorale giovanile: www.pgcomo.org.

Avvisi

Vangelo Ragazzi: Gesù apre il mondo e i cuori

Vangelo Ragazzi: Gesù apre il mondo e i cuori

Videovangelo della domenica in cartoni animati

XXIII domenica TO anno B


Anche noi vogliamo capire








La riflessione (commento a cura di sr. Piera Cori)

Buongiorno ragazzi come state?

Eccoci qui, tornati dalle vacanze, per iniziare un nuovo anno con tanta gioia e impegno. Ci ritroviamo insieme, convocati dal Signore, all'appuntamento settimanale con Lui per conoscere il suo amore per tutti noi. Amore che ci fa crescere, che ci aiuta a rendere la nostra vita bella.

Avete sentito il Vangelo di oggi? Brevissimo, solo 6 versetti. Un episodio facile da ricordare e anche da raccontare. Ma, attenzione... come sempre, davanti a un brano di Vangelo, non possiamo fermarci al semplice racconto perché (e ormai lo abbiamo imparato bene) gli evangelisti non vogliono raccontarci un fatto di cronaca, un episodio della vita di Gesù ma, attraverso queste narrazioni, vogliono dirci delle verità di fede. Cosa vuol dire? Vogliono comunicarci qualcosa che ci aiuti a crescere nella fede, a diventare davvero cristiani, cioè a essere somiglianti a Gesù.

“È una cosa difficile”, direte voi, ma la vita dei santi e di tante persone che conosciamo, ci mostra che è davvero possibile.
Allora guardiamo insieme questo episodio.

L'evangelista Marco spende le prime parole per raccontarci il luogo dove avviene questo fatto. Egli vuole dirci che Gesù si trova in territorio pagano. Sì, perché il Maestro, a differenza dei suoi discepoli, non vuole escludere nessuno dalla salvezza, neppure coloro che non fanno parte del popolo eletto.

I discepoli invece sono un po' chiusi, un po' sordi a questo messaggio. Vogliono Gesù solo per loro e per la gente del loro popolo. Come dire: “Basta che stiamo bene noi, basta che Gesù aiuti noi, il resto non ci interessa”.

Gesù vuole rompere questa chiusura di cuore dei discepoli. Ed ecco che Marco ci dice come.

La figura dell'uomo sordomuto (la traduzione giusta sarebbe balbuziente), rappresenta in questo caso proprio i discepoli, il loro atteggiamento chiuso. Come vedete, il personaggio non ha nome, ed allora glielo possiamo dare noi. L'evangelista, attraverso quel personaggio, intende parlare dei discepoli di Gesù ma, siccome il Vangelo lo stiamo ascoltando noi, possiamo provare a vedere se anche noi, con il nostro atteggiamento, siamo un po' chiusi nei confronti degli altri.

A volte, per esempio, lo siamo nei confronti dei fratelli, degli amici, dei genitori, dei nonni. Non vi è mai capitato di sentirvi dire da mamma e papà:

“Questa cosa te l'ho detta dieci volte, possibile che non ascolti?”.... e se uno non ascolta un genitore che parla e a volte grida, come può ascoltare Gesù, che parla sì, ma in modo soave?

Quando portano il balbuziente sordo da Gesù, egli compie un gesto significativo: gli mette le dita nelle orecchie come a volergliele aprire, a volergliele stappare....

È la prima azione importante che compie il Maestro perché, se uno non sente, allora non impara neppure a parlare, anzi non può parlare e, se parla, parla male al punto tale che gli altri fanno fatica a capirlo.

Poi, il secondo gesto che compie Gesù è quello di bagnargli la lingua con la sua saliva. È un'azione importante. Per gli antichi la saliva era considerata il soffio condensato, il fiato condensato. Se soffiate su un vetro si appanna e, a volte, si formano anche delle goccioline... il soffio liquido possiamo dire.

Il Soffio, nella Bibbia, è sempre un soffio vitale, perché ci rimanda al soffio dello Spirito. Ad esempio, nel Vangelo di Giovanni leggiamo che, sulla croce, Gesù emette lo Spirito: per l'evangelista, quel soffio diventa il dono dello Spirito, dono di vita per tutti noi.

Così, in quel momento, dona il suo spirito al balbuziente e gli dice: “Effatà” che vuol dire “Apriti”!

Aprire è il contrario di chiudere, di eliminare, di escludere. A volte succede.
“Aprire” è avere un cuore aperto e accogliente verso tutti.

Avete sentito la seconda lettura presa dalla lettera di san Giacomo? Parla proprio di questo.

Giacomo mette in guardia i primi cristiani dal fare i favoritismi. Cosa vuol dire concretamente? Che non bisogna stare solo e soltanto con chi ci piace perché è simpatico, ha tanti amici, tanti giochi, una casa grande, un bel giardino. Il credente in Gesù è uno che ama come lui e Gesù ama sempre chi è più povero, più misero, più peccatore.

Oggi noi viviamo in un mondo che deve necessariamente aprirsi. I fatti che accadono ci parlano di popoli poveri, dilaniati dalla guerra, dalla fame e dalla siccità, bambini che non hanno di che vivere. Chiudere il cuore a questi fratelli significa essere sordi e muti.

Chiediamo al Signore la forza e la grazia di aprire il nostro cuore alla sua parola e di imparare da lui a vivere in modo accogliente nei confronti di tutti. La Comunione che riceviamo nella Eucarestia e l'Amen che pronunciamo prima di riceverla, diventano, per ciascuno di noi, un impegno a vivere così.
Buona domenica a tutti!

La vignetta di Fano




«Che domenica stiamo?»: Commento alle Letture con i ragazzi e con don Roberto Faruggio

                                                                                                
Un simpatico prete di Sarno in Campania, don Roberto Farruggio , ogni settimana risponde alle domande dei ragazzi della sua parrocchia sulle letture della domenica. Un altro modo bello e divertente per riflettere sul vangelo e conoscere meglio Gesù.

https://1.bp.blogspot.com/_EJTm1g__MX4/R4tFvRrqwkI/AAAAAAAAADo/LIOEEYdcZ4A/s200/torno_subito_forse.JPG

«Che domenica stiamo?»: Don Roberto Farruggio con i suoi ragazzi ci spiega la Parola

#Strade Dorate:
Dalla postazione radio di Radio Fra Le Note il sacerdote genovese Don Roberto Fiscer commenta il Vangelo della domenica per i ragazzi.



Un giovane prete di Genova ex dj da discoteca, don Roberto Fiscer, ha aperto una radio nel suo oratorio e tra le altre cose fa una brevissima trasmissione anche in video #Strade Dorate in cui spiega il vangelo della domenica per i ragazzi e con i ragazzi.

Dalla postazione radio di Radio Fra Le Note il sacerdote genovese Don Roberto Fiscer commenta il Vangelo della domenica per i ragazzi.09 settembre 2018

08/09/2018 Categoria: Torna all'elenco