Oratorio

Un pilastro portante di ogni comunità cristiana è l’oratorio. Seguendo gli esempi di san Filippo Neri e di san Giovanni Bosco, gli oratori sono nati come occasioni educative per i ragazzi e i giovani, ad opera di adulti motivati e preparati, che vogliano bene ai ragazzi e collaborino con gli altri adulti (i genitori in primis) per la loro crescita umana e cristiana. Le attività oratoriane possono svolgersi in qualsiasi spazio o ambiente. L’”oratorio” infatti, prima ancora che un insieme di spazi e strutture, è innanzitutto uno stile, una cura, un’attenzione della Comunità tutta verso i più giovani.

Nella nostra Valle le diverse iniziative si svolgono a rotazione nei diversi spazi disponibili. L’attività più conosciuta, oltre alla catechesi e alle feste ad essa collegate, è l’avventura estiva del GREST, che coinvolge attivamente famiglie, educatori e diversi animatori.

Ma anche durante l’anno diverse sono le occasioni per “educare divertendo” e “divertire educando”: in alcuni paesi un gruppo di volontari adulti garantisce l’apertura settimanale dell’oratorio, proponendo attività ludiche e ricreative molto varie; in altri ci sono proposte di animazione liturgica e di canto adatte alla fascia dei ragazzi; ci sono poi proposte occasionali legate a tornei, teatri, compleanni, feste del paese, ecc.

Suggerimenti e materiali per l’animazione cristiana degli oratori sono a disposizione anche sul sito diocesano di pastorale giovanile: www.pgcomo.org.

Avvisi

Non amiamo a parole ma con i fatti - 19 novembre: Prima Giornata mondiale dei Poveri

Non amiamo a parole ma con i fatti - 19 novembre: Prima Giornata mondiale dei Poveri

[...] Siamo chiamati, pertanto, a tendere la mano ai poveri, a incontrarli, guardarli negli occhi, abbracciarli, per far sentire loro il calore dell’amore che spezza il cerchio della solitudine. La loro mano tesa verso di noi è anche un invito ad uscire dalle nostre certezze e comodità, e a riconoscere il valore che la povertà in sé stessa costituisce. [...]

Queste parole, tratte dal messaggio di papa Francesco (disponibile cliccando sotto), raccontano lo stile di vita che ognuno di noi dovrebbe essere in grado di seguire nei confronti dei poveri, vera e viva testimonianza di Cristo tra i fratelli.

Festeggiamo la prima Giornata mondiale dei Poveri perché, secondo le indicazioni del papa, le comunità cristiane diventino sempre più e meglio segno concreto della carità di Cristo per gli ultimi e i più bisognosi.


Perché la giornata mondiale dei poveri?
“In tutto il mondo le comunità cristiane diventino sempre più e meglio segno concreto della carità di Cristo per gli ultimi e i bisognosi”. La giornata mondiale dei poveri porta a completamento le Giornate Mondiali già promosse dalla Chiesa introducendo “un elemento … squisitamente evangelico, cioè la predilezione di Gesù per i poveri”. (n.6 Messaggio GMP). Il Papa stesso indica alcune modalità per vivere questa giornata che deve essere non una giornata della povertà ma dei poveri. Invita infatti a mettere al centro di questa giornata l’incontro con i volti dei poveri chiedendo di tenere insieme l’incontro con i poveri e il darsi la mano (vedi logo della GMP) con la vocazione missionaria della Chiesa; chiedendo a tutti “… di impegnarsi perché con questa Giornata Mondiale dei Poveri si instauri una tradizione che sia un contributo concreto all’evangelizzazione nel mondo contemporaneo.” Sapendo che “I poveri non sono un problema: sono una risorsa a cui attingere per accogliere e vivere l’essenza del Vangelo.” (n.9).

Il “Padre Nostro” è uno stile di vita

Non posso dire Padre, se non mi comporto da figlio.
Non posso dire Nostro, se vivo chiuso nel mio egoismo.
Non posso dire che sei nei cieli, se mi preoccupo solo delle cose della terra.
Non posso dire sia santificato il tuo nome, se non ti onoro e non ti amo.
Non posso dire venga il tuo regno, se penso solo ai miei interessi.
Non posso dire sia fatta la tua volontà, se non l’accetto quando non combacia con la mia.
Non posso dire dacci oggi il nostro pane, se non mi importa di chi ha fame.
Non posso dire rimetti i nostri debiti, se continuo a conservare rancore.
Non posso dire non c’indurre in tentazione, se ho intenzione di continuare a peccare.
Non posso dire liberaci dal male, se non combatto ciò che non è buono.
Non posso dire amen, se non prendo sul serio le parole del “Padre Nostro”.

11/11/2017 Categoria: Torna all'elenco