Oratorio

Un pilastro portante di ogni comunità cristiana è l’oratorio. Seguendo gli esempi di san Filippo Neri e di san Giovanni Bosco, gli oratori sono nati come occasioni educative per i ragazzi e i giovani, ad opera di adulti motivati e preparati, che vogliano bene ai ragazzi e collaborino con gli altri adulti (i genitori in primis) per la loro crescita umana e cristiana. Le attività oratoriane possono svolgersi in qualsiasi spazio o ambiente. L’”oratorio” infatti, prima ancora che un insieme di spazi e strutture, è innanzitutto uno stile, una cura, un’attenzione della Comunità tutta verso i più giovani.

Nella nostra Valle le diverse iniziative si svolgono a rotazione nei diversi spazi disponibili. L’attività più conosciuta, oltre alla catechesi e alle feste ad essa collegate, è l’avventura estiva del GREST, che coinvolge attivamente famiglie, educatori e diversi animatori.

Ma anche durante l’anno diverse sono le occasioni per “educare divertendo” e “divertire educando”: in alcuni paesi un gruppo di volontari adulti garantisce l’apertura settimanale dell’oratorio, proponendo attività ludiche e ricreative molto varie; in altri ci sono proposte di animazione liturgica e di canto adatte alla fascia dei ragazzi; ci sono poi proposte occasionali legate a tornei, teatri, compleanni, feste del paese, ecc.

Suggerimenti e materiali per l’animazione cristiana degli oratori sono a disposizione anche sul sito diocesano di pastorale giovanile: www.pgcomo.org.

Avvisi

Le lettere di don Pio dalla prima guerra mondiale. Edolo, 18 maggio 1915

Le lettere di don Pio dalla prima guerra mondiale. Edolo, 18 maggio 1915

A 70 anni dalla morte di don Pio Parolini vogliamo ricordare questo sacerdote, malenco di nascita e di ministero, attraverso la pubblicazione delle lettere che egli inviò, come cappellano militare, al vescovo Archi durante la prima guerra mondiale e che sono attualmente conservate presso l’Archivio Storico della nostra diocesi. Grazie a queste potremo approfondire la conoscenza di un santo sacerdote che ha tanto amato il Signore e che ha impiegato la sua vita per portarLo agli uomini. Ogni settimana pubblicheremo su questo sito una lettera realizzando, così, una speciale rubrica settimanale. Un prezioso lavoro a cura di Nicola Bergomi e Anselmo Fabiano. Pubblichiamo la prima lettera datata 18 maggio 1915 scritta a Edolo.



È questa la prima lettera scritta al vescovo Archi. Don Pio fa riferimento a don Giovanni Battista Rapella, nativo di Morbegno, a quell’epoca rettore del seminario minore e quindi suo diretto superiore. Da questa lettera apprendiamo che don Pio iniziò il servizio militare alla fine di aprile del 1915, prima ancora che l’Italia dichiarasse guerra all’impero austro-ungarico il 24 maggio del 1915. È interessante notare come in questa prima fase di vita militare don Pio non sia ancora cappellano, ma svolga la funzione di soldato semplice. In particolare ci rivela lui stesso che era scritturale, l’addetto all’ufficio amministrativo dell’ospedale.
Inoltre, don Pio fa riferimento ai quattro peccati mortali la cui remissione era riservata al vescovo diocesano.
Infine, ironia della Provvidenza, don Pio si trovò a collaborare in guerra con don Giovanni Gatti, a cui, tanti anni dopo, sarebbe succeduto come parroco di Caspoggio.

Il file in formato pdf scaricabile con il testo della lettera e il relativo commento

04/07/2020 Categoria: Torna all'elenco