Oratorio

Un pilastro portante di ogni comunità cristiana è l’oratorio. Seguendo gli esempi di san Filippo Neri e di san Giovanni Bosco, gli oratori sono nati come occasioni educative per i ragazzi e i giovani, ad opera di adulti motivati e preparati, che vogliano bene ai ragazzi e collaborino con gli altri adulti (i genitori in primis) per la loro crescita umana e cristiana. Le attività oratoriane possono svolgersi in qualsiasi spazio o ambiente. L’”oratorio” infatti, prima ancora che un insieme di spazi e strutture, è innanzitutto uno stile, una cura, un’attenzione della Comunità tutta verso i più giovani.

Nella nostra Valle le diverse iniziative si svolgono a rotazione nei diversi spazi disponibili. L’attività più conosciuta, oltre alla catechesi e alle feste ad essa collegate, è l’avventura estiva del GREST, che coinvolge attivamente famiglie, educatori e diversi animatori.

Ma anche durante l’anno diverse sono le occasioni per “educare divertendo” e “divertire educando”: in alcuni paesi un gruppo di volontari adulti garantisce l’apertura settimanale dell’oratorio, proponendo attività ludiche e ricreative molto varie; in altri ci sono proposte di animazione liturgica e di canto adatte alla fascia dei ragazzi; ci sono poi proposte occasionali legate a tornei, teatri, compleanni, feste del paese, ecc.

Suggerimenti e materiali per l’animazione cristiana degli oratori sono a disposizione anche sul sito diocesano di pastorale giovanile: www.pgcomo.org.

Avvisi

"Capisci ciò che leggi?" - Lettura continua del Vangelo di Marco: Mc 16,9-14

Mc 16,9  Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. 10 Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. 11 Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero.
Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. 13 Anch'essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro.
14 Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto.

L’apparizione del Risorto a Maria di Magdala è un riassunto dei versetti 11–18 del capitolo 20 di Giovanni. Per caratterizzare la figura della Maddalena, l’autore ricorre al testo di Luca (8,2), dove è detto che Gesù scacciò da lei sette demoni. Da tale notizia non è lecito dedurre che Maria fosse una grande peccatrice, ma piuttosto che era affetta da grave malattia, dalla quale Gesù l’aveva guarita.

Particolarmente stringato è il riassunto della storia dei due discepoli in cammino verso Emmaus, tratto dal capitolo 24 di Luca. All’evangelista interessa, anche questa volta, solo il fatto che i discepoli non credettero al racconto dei compagni.

Infine l’autore ricorda l’apparizione di Gesù agli Undici, riferendosi chiaramente al racconto di Luca (24,36–43). In questo brano viene denunciata pesantemente la mancanza di fede dei discepoli (vv. 11.13.14). Gli apostoli passano dal dubbio alla fede sotto l’urto delle manifestazioni di Gesù.

La fede nella risurrezione non è una scoperta umana, ma il prodotto di un annuncio fatto a noi da Dio mediante angeli o inviati vestiti di bianco (colore delle vesti del paradiso), e attraverso l’incontro diretto, visibile e palpabile con il diretto interessato, il Cristo risorto.

La risurrezione di Cristo (e la nostra futura risurrezione) è corporea, come lo fu anche la sua morte. La prova è il sepolcro vuoto, testimoniata da tutti e quattro i vangeli, ma soprattutto l’incontro con il Risorto, che non è un fantasma, ma ha carne e ossa, come hanno potuto constatare i discepoli, e che mangia davanti a loro una porzione di pesce arrostito (cf. Lc 24).

Gesù, il Nazareno crocifisso, è risorto. Questa è la parola fondamentale della fede cristiana.

28/09/2019 Categoria: Torna all'elenco