Oratorio

Un pilastro portante di ogni comunità cristiana è l’oratorio. Seguendo gli esempi di san Filippo Neri e di san Giovanni Bosco, gli oratori sono nati come occasioni educative per i ragazzi e i giovani, ad opera di adulti motivati e preparati, che vogliano bene ai ragazzi e collaborino con gli altri adulti (i genitori in primis) per la loro crescita umana e cristiana. Le attività oratoriane possono svolgersi in qualsiasi spazio o ambiente. L’”oratorio” infatti, prima ancora che un insieme di spazi e strutture, è innanzitutto uno stile, una cura, un’attenzione della Comunità tutta verso i più giovani.

Nella nostra Valle le diverse iniziative si svolgono a rotazione nei diversi spazi disponibili. L’attività più conosciuta, oltre alla catechesi e alle feste ad essa collegate, è l’avventura estiva del GREST, che coinvolge attivamente famiglie, educatori e diversi animatori.

Ma anche durante l’anno diverse sono le occasioni per “educare divertendo” e “divertire educando”: in alcuni paesi un gruppo di volontari adulti garantisce l’apertura settimanale dell’oratorio, proponendo attività ludiche e ricreative molto varie; in altri ci sono proposte di animazione liturgica e di canto adatte alla fascia dei ragazzi; ci sono poi proposte occasionali legate a tornei, teatri, compleanni, feste del paese, ecc.

Suggerimenti e materiali per l’animazione cristiana degli oratori sono a disposizione anche sul sito diocesano di pastorale giovanile: www.pgcomo.org.

Avvisi

@ Diario di un prete: La morte cantando

@ Diario di un prete: La morte cantando

Per aiutarvi ad arrivare vivi alla morte, vi voglio parlare di suor Maria Rizzi, una suorina di 101 anni, deceduta in questi giorni nel pensionato delle Figlie di Maria Ausiliatrice a Clusone, dove io presto servizio da quando sono emerito.

Per dare l’idea del clima della casa, le suore stesse, tra le quali c’è un’altra prossima centenaria e diverse ultranovantenni, lo chiamano “il centro giovanile di Clusone”.

Ma torniamo a suor Maria. Vi offro una sintesi delle chiacchierate che noi facevamo di frequente.

«È vero, suor Maria, che non sei venuta molto volentieri a Clusone?». «Verissimo!».
«Perché? È così bello qui». «Sì, sì, ma io avevo promesso al Signore di stare sempre con i giovani».
«E allora?”. «Allora, qui sono in mezzo solo a persone vecchie».
«Tu quanti anni hai?”. «Centouno».
«E allora che cosa sei? Non sei vecchia anche tu?».
«Sono vecchia nel corpo, ma sono giovane nello spirito».
«Perché ti sei fatta suora?». «Per diventare santa».
«E ci sei riuscita?”. «Non ancora».
«Come non ancora? Hai già centouno anni. Che cosa aspetti?». «Quello che Dio vuole».
«E perché ti sei fatta Figlia di Maria Ausiliatrice e figlia di Don Bosco?».
«Don Bosco è stato furbo con me. Ha trovato la maniera di farmi entrare tra le sue suore».
«Che cos’hanno di speciale le suore di don Bosco?».
«Son sempre allegre e a me l’allegria piace. Ho chiesto al Signore di essere allegra fino all’ultimo».
«Significa che vuoi morire allegra». «Certamente!».
«Allora facciamo un patto. Quando starai per morire mi fai chiamare. Io vengo e facciamo una cantata». «Come farò a cantare se starò per morire?».
«Tu non pensarci. Vedrai che ci riuscirai». «Va bene. Allora ti farò chiamare».
«E che cosa canteremo?». Qui la suorina intona «Al ciel, al ciel, al ciel».
«Ma non canteremo solo roba religiosa, vero?». «Che vuoi che cantiamo d’altro?».
«Ci sai la Violetta la va, la va…?». «Sicuro». E qui canta la Violetta.
«Ho saputo che sei di Viggiù. Ci sai I Pompieri di Viggiù?».
«Come no?» E giù a cantare anche quella.
«Senti. Se tu potessi parlare ai giovani e alle ragazze, che cosa gli diresti?».
«Che non sprechino la loro vita, ma facciano sempre quello che piace al Signore».
«E tu vuoi bene al Signore?».
«Con tutto il cuore. Gli ho dato la mia vita. Ma adesso dammi la tua benedizione. E poi dammi anche un bacio, perché io ti voglio bene».

Sfido io, che suor Maria è sempre stata gioiosa.

Quando esprimeva così sentitamente il suo amore per il Signore, mi veniva sempre in mente ciò che diceva ai suoi preti il mio compagno di ordinazione, mons. Cesare Bonicelli Vescovo di Parma: «Noi abbiamo, come tutti, una sola vita; l’abbiamo messa in gioco per il Vangelo. Nonostante le difficoltà, nulla è in grado di toglierci la Fede e la Gioia per avere dato tutta la nostra vita a Gesù».

Quando suor Maria stava per morire non è riuscita a chiamarmi e non siamo riusciti a cantare insieme come avevamo pattuito. Mi sono chinato su di lei e ho cantato da solo anche per lei: «Al ciel, al ciel, al ciel…».

Riposa in pace suor Maria e prega perché i giovani non dimentichino la tua raccomandazione.

don Giacomo Panfilo


Da www.santalessandro.org

23/03/2019 Categoria: Torna all'elenco