Oratorio

Un pilastro portante di ogni comunità cristiana è l’oratorio. Seguendo gli esempi di san Filippo Neri e di san Giovanni Bosco, gli oratori sono nati come occasioni educative per i ragazzi e i giovani, ad opera di adulti motivati e preparati, che vogliano bene ai ragazzi e collaborino con gli altri adulti (i genitori in primis) per la loro crescita umana e cristiana. Le attività oratoriane possono svolgersi in qualsiasi spazio o ambiente. L’”oratorio” infatti, prima ancora che un insieme di spazi e strutture, è innanzitutto uno stile, una cura, un’attenzione della Comunità tutta verso i più giovani.

Nella nostra Valle le diverse iniziative si svolgono a rotazione nei diversi spazi disponibili. L’attività più conosciuta, oltre alla catechesi e alle feste ad essa collegate, è l’avventura estiva del GREST, che coinvolge attivamente famiglie, educatori e diversi animatori.

Ma anche durante l’anno diverse sono le occasioni per “educare divertendo” e “divertire educando”: in alcuni paesi un gruppo di volontari adulti garantisce l’apertura settimanale dell’oratorio, proponendo attività ludiche e ricreative molto varie; in altri ci sono proposte di animazione liturgica e di canto adatte alla fascia dei ragazzi; ci sono poi proposte occasionali legate a tornei, teatri, compleanni, feste del paese, ecc.

Suggerimenti e materiali per l’animazione cristiana degli oratori sono a disposizione anche sul sito diocesano di pastorale giovanile: www.pgcomo.org.

Avvisi

@ Diario di un prete: Il Sinodo della Chiesa Italiana. Sognando alcuni scenari possibili

@ Diario di un prete: Il Sinodo della Chiesa Italiana. Sognando alcuni scenari possibili

In questi giorni, ho spesso riflettuto sul Sinodo per la Chiesa italiana che il Papa, dopo averne espresso il desiderio anni fa, al Convegno di Firenze, ha nuovamente incoraggiato, lo scorso 30 gennaio, rivolgendosi ai partecipanti all’incontro promosso dall’Ufficio catechistico nazionale della CEI. In molti hanno scritto su questo, anche sul nostro settimanale, con competenze di ben altro livello rispetto alle mie. Per questo, mi accodo umilmente a loro, consegnando a voi lettori alcune riflessioni che mi sono sorte, una sera, nella quale pensavo a questa sollecitazione del papa (che buon tempo un curato che la sera può pensare a queste cose… ah, benedetto coprifuoco delle 22!). Sono riflessioni semplici: per questo, se dovesse capitare che qualche Vescovo le incrocia, spero abbia la bontà di sorridere dinanzi all’ingenuità del sottoscritto, che capisce poco e sogna tanto; spero anche riconosca il bene che voglio alla Chiesa e al mio Vescovo, che considero padre, avendo io promesso a lui e ai suoi successori, il giorno dell’ordinazione, filiale rispetto e obbedienza. 

Nelle mie riflessioni molto concrete e poco teologiche, ho immaginato quattro scenari possibili, due “negativi” e due “positivi”. Inizio con quelli negativi, per lasciare il “vino buono” alla fine, secondo l’insegnamento del Vangelo di Giovanni.

Primo scenario negativo possibile: i nostri Vescovi faranno orecchi da mercante e non ascolteranno papa Francesco. Lo lasceranno parlare, ma non si lasceranno interrogare dalla sua insistenza sul tema. L’unica novità, quindi, sarà che non ci sono novità. Spero vivamente questo scenario desolante non si realizzi: la fedeltà al Papa è costitutiva del ministero episcopale e un eventuale silenzio dinanzi alla richiesta del Santo Padre non sarebbe una buona testimonianza né per noi preti né per la nostra gente.

Secondo scenario negativo possibile: il Sinodo per la Chiesa italiana si farà, ma soltanto per dare un “contentino” al papa. È l’atteggiamento di chi fa perché si sente costretto a salvare quantomeno un’impressione di obbedienza. Formalmente quindi il Sinodo viene celebrato, si parla di tutto con il rischio di non riflettere seriamente su nulla, si predispone infine un bel volume sintetico, teologicamente perfetto, ma che non porta nulla alle questioni serie della Chiesa italiana. Così, il Papa è sistemato e il volume che raccoglie gli atti sinodali finisce sugli scaffali delle diocesi a prender polvere. Anche questo sarebbe triste, molto.

Finalmente, ecco il primo scenario positivo possibile: i vescovi dicono al Papa che non se la sentono di celebrare il Sinodo, che è ancora presto, che le nostre diocesi non sono pronte a questo passo. Qualcuno si starà chiedendo: perché parli di scenario positivo, se il Sinodo non viene celebrato? Rispondo in modo convinto a questa eventuale domanda, certamente pertinente: io credo che l’obbedienza autentica contempli la possibilità del “no”. Quando la richiesta supera le mie capacità o le mie possibilità, o chiede qualcosa per il quale non sono ancora pronto, è obbedienza anche rispondere: “Chiedo scusa, ma non me la sento, non riesco, non sono in grado”. È quindi, questa, una possibilità positiva, perché scaturisce da una considerazione seria della proposta del papa, da una riflessione profonda accompagnata da intensa preghiera, in spirito di obbedienza e di confronto schietto e sincero.

Infine, ecco il secondo scenario positivo possibile. I Vescovi, ascoltando il Papa e il suo appello a un cammino sinodale serio per la Chiesa italiana, colgono nella richiesta di Francesco un invito che viene dallo Spirito; con impegno, unito a fatiche che certamente non possono mancare, iniziano il difficile percorso di preparazione, che occuperà il tempo che si riterrà necessario, per poi, finalmente, celebrare un Sinodo che metta al centro la situazione effettiva della Chiesa italiana, tenendo presenti le diversità delle diverse realtà diocesane, che costituiscono per tutti una ricchezza e un patrimonio di inestimabile valore spirituale, teologico e pastorale. Cosa accadrà, alla fine? Non lo so, spero solo che ciò che accadrà sia frutto di un cammino insieme, nell’ascolto attento delle parole del successore di Pietro e sotto la guida dello Spirito. 

Don Alberto Varinelli


Da www.santalessandro.org

06/03/2021 Categoria: Torna all'elenco