Gruppo missionario

La missionarietà è una delle caratteristiche fondanti della Chiesa. Non c’è Chiesa se non c’è la voglia di testimoniare il vangelo e di annunciarlo con le opere, le parole, la vita, l’esempio. La vita di ogni comunità cristiana poggia infatti sui tre pilastri dell’annuncio della Parola di Dio (catechesi), della liturgia (celebrazione) e della testimonianza della carità (servizio).

Oltre alle diverse iniziative singole a sostegno di missionari o altre proposte occasionali (vedi adozioni a distanza, negozi equosolidali, stampa missionaria, ecc.), anche nella nostra Valle si è costituito un gruppo di persone che ha come scopo di tenere viva nelle parrocchie l’attenzione verso la missionarietà e l'apertura della comunità cristiana e, in qualche circostanza, organizzare anche qualche raccolta di soldi o di altri beni a sostegno delle opere missionarie.

Per saperne di più, puoi consultare il sito www.centromissionariocomo.it oppure, per uno sguardo nazionale, vai su: www.chiesacattolica.it, alla voce “missio” .

Avvisi

LA PAROLA È LA MIA CASA - La misericordia disegna nuove vie per il cammino della Chiesa di oggi

LA PAROLA È LA MIA CASA - La misericordia disegna nuove vie per il cammino della Chiesa di oggi

Aprendo il collegamento è possibile scaricare il testo distribuito nelle chiese insieme agli avvisi parrocchiali.

Vangelo V dom TQ C - Del Giorgio don Andrea.pdf

 

Questo bellissimo episodio inserito nel vangelo di Giovanni (leggendo ciò che c’è prima e ciò viene dopo è facile rendersi conto che il nostro brano rompe la continuità della narrazione giovannea) ha delle origini misteriose ed è stato considerato canonico solo dopo qualche secolo. La narrazione è efficace e piena di suggestioni. La sottolineatura della misericordia ha toni molto simili a quelli dell’evangelista Luca. La scena ha uno stile da sceneggiatura cinematografica, dalla donna in mezzo tra gli accusatori e Gesù, a quest’ultimo che, mettendosi con gesto teatrale a scrivere nella polvere, lascia la posizione seduta del maestro per porsi più in basso ed evitare così di assumere verso la donna lo sguardo giudicante, dall’alto verso il basso, usato da scribi e farisei. Infine, la scena finale dopo che gli accusatori, uno a uno, dai più saggi ai più accaniti, se ne sono andati: «sono rimasti due, la misera e la misericordia» (Sant’Agostino). Un’altra suggestione molto  bella ci viene dall’accostamento tra questo vangelo e la prima lettura. Il libro del profeta Isaia al popolo di Israele, sfiduciato e in esilio a Babilonia, annuncia che Dio sta riscrivendo nella storia presente i cammini di liberazione dell’Esodo e disegnando nuove vie nel deserto della tragedia seguita alla distruzione di Gerusalemme, strade per aprire il mare di sofferenza che sembra sommergere gli ebrei, alvei di fiume nella steppa arida che sembra escludere un futuro per i credenti in Jahvé. Nel vangelo è Gesù che scrive per terra le nuove vie che la misericordia sta tracciando nella vita della donna adultera. Un ultimo elemento, suggerito dall’immagine frequente nei libri dell’Antico Testamento, dove la sposa adultera rappresenta il popolo di Dio infedele: Gesù, sposo della Chiesa, fa vivere a quest’ultima l’esperienza della misericordia, invitandola ad assumere meno il ruolo da giudice irreprensibile e più quello da peccatrice perdonata … queste sono le strade feconde e liberatrici tracciate dal dito di Dio per le comunità di discepoli nel mondo di oggi.

01/04/2022 Categoria: Torna all'elenco