Gruppo missionario

La missionarietà è una delle caratteristiche fondanti della Chiesa. Non c’è Chiesa se non c’è la voglia di testimoniare il vangelo e di annunciarlo con le opere, le parole, la vita, l’esempio. La vita di ogni comunità cristiana poggia infatti sui tre pilastri dell’annuncio della Parola di Dio (catechesi), della liturgia (celebrazione) e della testimonianza della carità (servizio).

Oltre alle diverse iniziative singole a sostegno di missionari o altre proposte occasionali (vedi adozioni a distanza, negozi equosolidali, stampa missionaria, ecc.), anche nella nostra Valle si è costituito un gruppo di persone che ha come scopo di tenere viva nelle parrocchie l’attenzione verso la missionarietà e l'apertura della comunità cristiana e, in qualche circostanza, organizzare anche qualche raccolta di soldi o di altri beni a sostegno delle opere missionarie.

Per saperne di più, puoi consultare il sito www.centromissionariocomo.it oppure, per uno sguardo nazionale, vai su: www.chiesacattolica.it, alla voce “missio” .

Avvisi

LA PAROLA È LA MIA CASA - La dimensione pasquale della misericordia: terra promessa che ci fa nuove creature

LA PAROLA È LA MIA CASA - La dimensione pasquale della misericordia: terra promessa che ci fa nuove creature

Aprendo il collegamento è possibile scaricare il testo distribuito nelle chiese insieme agli avvisi parrocchiali.

Vangelo IV dom TQ C - Del Giorgio don Andrea.pdf

 

Convertirsi e fare l’esperienza della misericordia di Dio è giungere alla terra promessa dopo un lungo percorso nel deserto (prima lettura), è risorgere e divenire una nuova creatura (seconda lettura), essere ritrovati dopo essersi perduti. Il vangelo del padre misericordioso e dei due figli ci trasmette la constatazione che tutti si possono perdere. Non solo i “figli minori”, che in maniera più eclatante se ne  vanno sbattendo la porta e si perdono nei deserti di una vita senza senso. Come i pubblicani e i peccatori che ascoltano Gesù, come la pecorella smarrita che si allontana dall’ovile. Sono anche i “figli maggiori” a perdersi, magari dietro una apparente dedizione e devozione, ma impolverata di malcontento e mormorazione, di logiche più da dipendente in credito di attenzioni dal padrone che da figlio riconoscente  che condivide la casa con il padre. Come i farisei e gli scribi che mormorano sulla condotta di Gesù, come una monetina dispettosa che si perde dentro casa. Ma come tutti ci si perde, verso tutti, “minori” e “maggiori”, esce il Padre misericordioso per invitarci ad entrare in quella casa che è sua, ma è anche nostra.
E il vangelo non conclude, non dice se il figlio maggiore è poi entrato alla festa riconoscendo come “suoi” il padre e il fratello o se il figlio minore, dopo essere tornato per fame, abbia poi capito la misericordia che ha  sperimentato o se ne sia andato un’altra volta dopo essersi saziato e aver racimolato qualche soldo. La conclusione è tutta da scrivere dentro la vita di ciascuno di noi. Che ci siamo perduti fuori casa o dentro  casa.

26/03/2022 Categoria: Torna all'elenco