Quando la nostra fede diventa stanca e abitudinaria, gridiamo a
Gesù di ridarci la vista, gettiamo via il mantello e torniamo a
seguirlo.
Il racconto della guarigione del cieco di Gerico scorre via
semplice come tanti altri episodi del vangelo. Se, però, lo si legge o
lo si ascolta con un po' più di attenzione, ci si accorge di alcuni
particolari che invitano a una riflessione più approfondita.
Il cieco mendicante "sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!".
Il poveretto non grida: "Gesù Nazareno, abbi pietà di me", ma "Figlio di Davide, abbi pietà di me".
La sua è una professione di fede. Non solo quindi conosce Gesù, ma
crede che sia il Messia. L'avrà sentito parlare altre volte a Gerico?
Gliene avranno parlato? Non lo sappiamo, però sicuramente lo conosce e
sa che può avere da lui ciò che desidera.
Chiamato su richiesta di Gesù: "egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù".
Sappiamo
come si muove un cieco. Il nostro Bartimeo avrebbe dovuto alzarsi con
la cautela di chi non vede, e magari avrebbe dovuto essere accompagnato a
Gesù. No. Egli balza in piedi e va, come chi ci vede benissimo. Come se
la vista l'abbia già ricevuta. Poi c'è quel mantello gettato via...
Perché questo particolare? I vangeli sono molto avari nel fornirci
particolari e curiosità che chissà quanto pagheremmo per avere:
l'aspetto fisico dei personaggi, la descrizione dei luoghi, le date
precise... Invece niente. Di conseguenza quando ne troviamo uno,
soprattutto se appare assolutamente marginale, come un mantello gettato
via, vuol dire che c'è un significato da scoprire. Infatti! Per i poveri
il mantello era indumento per il giorno e coperta per la notte. Per i
mendicanti, poi, era la casa per il giorno e per la notte, come il
rotolo di cartoni per i barboni di oggi. Gettando via il mantello, il
cieco butta via la sua vita di mendicante cieco, per ricominciare a
vivere da vedente come prima di diventare cieco. Quello che avviene dopo
la sua richiesta: "rabbunì, che io veda di nuovo!" è
la conferma di ciò che già è avvenuto. Lo ha salvato la sua fede per la
tenacia nell'invocare Gesù nonostante la folla lo rimproverasse, e
volesse farlo tacere.
Sorprendente anche conclusione: "E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada". Non esulta per la vista riacquistata. Non corre a dirlo ai suoi parenti. Non chiede a Gesù di seguirlo. Lo segue lungo la strada.
Bartimeo è ciascuno di noi, bisognosi come siamo di tornare a vedere
la realtà con gli occhi di Gesù, dal momento che questa nostra capacità
fa presto a indebolirsi e perfino a scomparire. Il mantello da
gettare via è il rischio sempre in agguato di una fede statica, fatta di
formule da credere e da riti da osservare, non di un
continuamente rinnovato impegno a seguire Gesù "lungo la strada", dove
incontriamo persone, viviamo fatti, affrontiamo situazioni come egli
incontrava le persone, viveva i fatti, affrontava le situazioni.
Il mantello da gettare via quando Gesù ci chiama con
un nuovo giorno, nuovi rapporti, nuove situazioni è affrontare il nuovo
giorno, le nuove persone, le nuove situazioni senza le diottrie della
fede, riservando a Gesù, se ci ricordiamo, un pensiero alla fine della
giornata, prima di addormentarci, quando ormai quello che è stato
vissuto e come è stato vissuto non si recupera più.
Per evitare questa cecità, all'inizio di ogni giorno portiamoci sulla
strada di Gerico, insieme a Bartimeo, e anche se una folla di motivi e
scuse vorrebbe farci smettere di chiamarlo, gridiamogli forte finché non
ci manda a chiamare: "Figlio di Davide, abbi pietà di me. Fa' che io ti veda di nuovo". Poi gettiamo via il mantello e ricominciando a seguirlo.