Gruppo missionario

La missionarietà è una delle caratteristiche fondanti della Chiesa. Non c’è Chiesa se non c’è la voglia di testimoniare il vangelo e di annunciarlo con le opere, le parole, la vita, l’esempio. La vita di ogni comunità cristiana poggia infatti sui tre pilastri dell’annuncio della Parola di Dio (catechesi), della liturgia (celebrazione) e della testimonianza della carità (servizio).

Oltre alle diverse iniziative singole a sostegno di missionari o altre proposte occasionali (vedi adozioni a distanza, negozi equosolidali, stampa missionaria, ecc.), anche nella nostra Valle si è costituito un gruppo di persone che ha come scopo di tenere viva nelle parrocchie l’attenzione verso la missionarietà e l'apertura della comunità cristiana e, in qualche circostanza, organizzare anche qualche raccolta di soldi o di altri beni a sostegno delle opere missionarie.

Per saperne di più, puoi consultare il sito www.centromissionariocomo.it oppure, per uno sguardo nazionale, vai su: www.chiesacattolica.it, alla voce “missio” .

Avvisi

La Parola è la mia casa: Il demonio in casa (IV TO anno B)

La Parola è la mia casa: Il demonio in casa (IV TO anno B)

I testi della liturgia del 28 gennaio da www.chiesacattolica.it

Il commento alle letture
(da www.tiraccontolaparola.it)

IL DEMONIO IN CASA
di Paolo Curtaz



È il primo miracolo raccontato dal primo vangelo, quello di Marco, che ci accompagnerà nel corso di quest’anno.

Un esorcismo.

Ma non pensate ad una di quelle scene truculente viste in un film horror col sacerdote che alza un crocefisso di legno davanti ad un ossesso.

Quelle sono le rappresentazioni delle nostre paure che amano immaginare l’opera del demonio come qualcosa di evidente, eclatante, sensibile, inquietante.

Poveri illusi.

Come se il demonio avesse interesse a spaventarci.

Come se fosse intelligente, da parte sua, farsi riconoscere.

Macché.

L’indemoniato del vangelo di oggi è in sinagoga e sta pregando. E prega anche bene visto che nessuno obietta. E deve essere anche uno di quei bravi fedeli visto che suscita così tanto scompiglio la scoperta che, in realtà, appartiene al nemico.

Perché così agisce il demonio, quello vero, affascinante e ragionevole. Non ama farsi notare, figuriamoci. Si insinua in mezzo a noi con ragionamenti convincenti. Si nasconde dietro questioni di principio, magari anche sante. Ci fa immaginare di essere nel giusto, di essere dei profeti, dei paladini, dei salvatori, degli innovatori, dei riformatori dei costumi della Chiesa. Che è troppo retrograda. O troppo progressista.

Soprattutto nella Chiesa. Soprattutto fra uomini di Chiesa.

Sì, perché, tenetevi forte, il primo miracolo che fa Gesù nel primo vangelo scritto da Marco, discepolo di Pietro, è l’esorcismo di uno che prega. Di un grande credente.

Come se Marco/Pietro dicesse: smettetela di vedere il demonio intorno a voi, nel mondo depravato o malvagio. La prima purificazione da fare, il primo esorcismo da praticare è da compiere all’interno della comunità.

Ahia.

Maestro

Insegna Gesù. E la gente si stupisce.

Marco riserva il verbo insegnare al Maestro. Gli apostoli non faranno che riportare il suo insegnamento. Stupisce perché ha autorevolezza.

Autorevole è chi dice ciò che pensa e ciò che vive. Che non si nasconde dietro il ruolo, che non si appella all’autorità che deve essergli riconosciuta. Che non pensa di dover essere ascoltato e basta. E magari anche obbedito.

Basta guardarsi intorno in questo tempo di clima pre-elettorale. Fiumi di parole e di promesse. Abili sofismi che non cercano la verità ma il consenso.

Ma il delirio dell’autoritarismo può colpire anche noi.

Devi darmi retta perché sono tuo padre, tua madre, il tuo parroco, il tuo vescovo.

Devi!

Gesù non ha nessun titolo per parlare. Eppure lo fa.

Non ha nemmeno studiato, cosa che gli sarà rimproverata molte volte. Eppure insegna.

E il suo insegnamento rivela le vere intenzioni dei cuori.

Fa uscire la tenebra. Anche quella che alberga nel mio cuore.

La sfida

Grida, ora, l’ossesso. Interrompe la liturgia, tutti si voltano, intimoriti.

È un credente a parlare, certo. Ma la sua fede è una fede demoniaca.

Che vuoi da noi?

È demoniaca una fede che pensa a Dio come a qualcuno cui dover rendere conto, come un inesorabile esattore, come un controllore, uno spione, uno pronto a giudicare e a condannare. E quanti, fra noi, pur frequentando la sinagoga, portano nel cuore quest’ombra infamante.

Sei venuto a rovinarci!

È demoniaca una fede che crede in un dio avversario dell’uomo, un dio invidioso della nostra libertà, un dio che vuole trarre in inganno per cogliere in fallo. Molti, ancora oggi, pensano che se Dio c’è loro sono rovinati. E molti cristiani, purtroppo, che vivono la loro fede da castrati non da redenti e da uomini risolti e in fioritura.

So chi tu sei! Il Santo di Dio!

È demoniaca una fede che si fonda sulla conoscenza senza contagiare la vita, la decisione, l’azione. Una fede astratta, appiattita sul culto, sull’abitudine, relegata in sacrestia. Grandi devozioni dentro la chiesa. Giudizi taglienti, razzismo, rabbia, odio appena usciti dalla porta.

Sant’Agostino diceva: non vantarti di credere che Gesù è il Santo di Dio. Ancora non ti distingui dai demoni!

Taci, esci

Il demone esce, straziando il credente.

Non è indolore la conversione, non si acquista in saldo. Costa e costa molto. A volte ci sembra che costi davvero troppo.

Ma è l’unica strada per essere liberi, per diventare liberi, per diventare quei pescatori di umanità che Gesù cerca come collaboratori alla diffusione del Regno.

E anche noi, come la folla, restiamo stupiti.

Liberaci, Maestro.
 

Il vangelo in poche parole


«Egli insegnava come uno che ha autorità e non come gli scribi”. Infatti non diceva: “Così dice il Signore”, né “Così dice Colui che mi ha inviato”; parlava a nome suo, lui che originariamente aveva parlato per mezzo dei profeti. Vi è una sfumatura fra le espressioni “Sta scritto” e “Così dice il Signore”; ma è ancora diverso dal dire “In verità, io vi dico ...” Nessuno è autorizzato a cambiare la legge, tranne il re in persona».

Girolamo

La Parola da vivere


Parola da vivere durante la settimana: UN INSEGNAMENTO NUOVO

È facile trovarsi in condizione di «divisione» tra le proposte di nostro Signore e la potenza di seduzione di molti idoli. L’atto della liberazione non è ricompensa o frutto di un processo di ascesi e di elevazione della mente, non è preparato nemmeno dal pentimento. Proviene unicamente dal chinarsi di Cristo Gesù su di me, con un atto d’amore così radicale da riuscire a separare me dal mio male.

Altri commenti affidabili, semplici, profondi

p. Marko Ivan Rupnik: www.clerus.va (testo)
Piero Stefani: www.ilregno.it (testo)
Enzo Bianchi: www.monasterodibose.it (testo)
p. Ermes Ronchi: www.avvenire.it (testo)
p. Alberto Maggi: www.studibiblici.it (testo; video)
don Claudio Doglio: dondoglio.wordpress.com (video; audio)
don Claudio Doglio: www.symbolon.net (testo)
p. Gaetano Piccolo: cajetanusparvus.com (testo)
Acli.it: vivere la domenica (testo)
sr. Mariangela Tassielli: cantalavita.com (testo)
Ileana Mortari (teologa): www.chiediloallateologa.it (testo)
Wilma Chasseur (teologa ed eremita): www.incamminocongesu.org/ (testo)
don Enzo Pacini (cappellano del carcere di Prato): www.toscanaoggi.it (testo)
Paolo Curtaz: www.tiraccontolaparola.it (testo, audio, video)
don Tonino Lasconi: www.paoline.it (testo)
Evangeli.net: Commento e breve spiegazione teologica in meno di 450 parole (testo)

Per chi vuole qualcosa di più: Esegesi, lectio divina e meditazioni

Comunità Kairòs: Lectio (testo)
Carmelitani: Lectio divina quotidiana (testo)
Combonianum.org: Lectio divina (testo)
Centro apostolato biblico: www.centroapostolatobiblico.it (testo)

27/01/2018 Categoria: Torna all'elenco