"Capisci ciò che leggi?" - Lettura continua del Vangelo di Marco: Mc 14,12-16
Mc 14,12 Il
primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi
discepoli gli dissero: "Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu
possa mangiare la Pasqua?".
13 Allora mandò
due dei suoi discepoli, dicendo loro: "Andate in città e vi verrà
incontro un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo.
14
Là dove
entrerà, dite al padrone di casa: "Il Maestro dice: Dov'è la mia stanza,
in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?".
15
Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi".
16
I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.
Tutto
il vangelo di Marco è una lunga introduzione al racconto della
passione, morte e risurrezione di Gesù, agnello della nostra Pasqua.
Bisogna
conoscere bene la Pasqua ebraica, perché solo alla sua luce è
comprensibile l’eucaristia cristiana, compimento di cui l’Esodo è
promessa.
La
Pasqua ebraica è la liberazione dagli idoli che schiavizzano, la
fine dell’oppressione dell’uomo da parte dell’uomo, perché Dio
non tollera l’ingiustizia e, infine, è rottura con il peccato e
con la morte e attesa di cieli nuovi e terra nuova. Tutti questi vari
elementi della Pasqua ebraica sono la promessa che trova compimento
nella croce di Gesù e servono per capirne pienamente la portata.
La
Pasqua di Gesù è martirio, ossia testimonianza di un amore più
forte di ogni male e della stessa morte, capace di farsi solidale coi
fratelli fino alla debolezza estrema: «Fu crocifisso per la sua
debolezza» (2Cor 13,4).
Mangiare
la Pasqua con lui significa essere associati alla sua stessa passione
per il mondo, disposti a pagarne i costi, che assumiamo liberamente,
nonostante le paure e le resistenze contrarie.