"Capisci ciò che leggi?" - Lettura continua del Vangelo di Marco: Mc 12,35-37
Mc 12,35Insegnando nel tempio, Gesù diceva: "Come mai gli scribi dicono che il Cristo è figlio di Davide?
36Disse infatti Davide stesso, mosso dallo Spirito Santo:
Disse il Signore al mio Signore:
Siedi alla mia destra,
finché io ponga i tuoi nemici
sotto i tuoi piedi.
37Davide stesso lo chiama Signore: da dove risulta che è suo figlio?". E la folla numerosa lo ascoltava volentieri.
Nella
lettura del Vangelo di Marco ritorna con insistenza la domanda: Chi è
Gesù? E ci è stata data la risposta con chiarezza: Gesù è il
Messia (Mc 8,29). Ma subito si è riproposta un’altra domanda: Che
cosa significa per Gesù essere il Messia e quale relazione ha il
Messia con Dio? E la risposta è stata: Il Messia compirà la sua
missione nella sofferenza (tre annunci della passione); il Messia è
l’ultimo inviato di Dio, e il Figlio che Dio tanto ama (Mc 12,1–8).
Ora
qui si ripropone un problema importante: Chi è il Messia? Ogni ebreo
poteva rispondere con semplicità e senza alcun dubbio: Il Messia è
il figlio di Davide. E questa risposta trova il fondamento negli
oracoli dei profeti, a cominciare da Natan (2Sam 7). E tuttavia la
risposta è incompleta. Il Messia non è solamente il figlio di
Davide; è il Figlio di Dio.
Gesù
fonda il suo ragionamento sull’interpretazione del salmo 110 , un
salmo che la Bibbia attribuisce a Davide. Dunque è Davide stesso che
parla e dice: «Disse il Signore (cioè Dio stesso) al mio Signore
(cioè al Re–Messia): siedi alla mia destra». Dunque, dice Gesù,
Davide chiama il Messia «mio Signore». Vuol dire, dunque, che il
Messia è molto di più che «il figlio di Davide»: è addirittura
«il Signore di Davide».
Ne
consegue che se Gesù è il Figlio di Dio, il suo regno non può
essere ridotto al regno di Davide. Sarebbe un regno tra i regni di
questo mondo o in alternativa ad essi. Invece il regno di Dio li
supera, li trascende e non è legato alla loro realtà materiale.