Carissima sorella, ho 66 anni, un divorzio alle spalle, i figli
sono grandi, stanno per conto loro. Si comincia a sentire il distacco da
tutte le generazioni, presenti e future. Ho voluto mantenere fede nella
vita alla scelta di rimanere solo. Sono molto impegnato in parrocchia:
ho quindi trovato conforto nella fede .
Ma quanta fatica la vita! Vorrei da te, che ammiro molto, una parola di incoraggiamento!
Gigi
Il Signore ti dia pace!
La vita è un cammino che, nelle sue diverse tappe, porta a
intraprendere vie impreviste, non sempre facili da percorrere. Si parte
con sogni, ideali, progetti e ci si può ritrovare lontani da dove si
pensava di arrivare. L’esistenza è un percorso, carissimo Gigi, che
trova impreparati, un cammino che chiede pazienza e perseveranza,
fiducia e amore, obbedienza agli eventi che accadono.
FEDELTÀ
In questo viaggio, una parola accompagna e illumina i passi a volte
stanchi e incerti del credente, incoraggia e conforta la solitudine, dà
forza al vivere, all’amare e al soffrire: è la parola della croce, della
fede di chi sa affidarsi anche quando non comprende, della fedeltà di colui che sa rimanere in ciò che ha creduto, scelto e promesso.
È la promessa di Dio su di te che ancora ti dice: «Tu sei mio figlio,
l’amato!». La fedeltà di Dio è ciò che ha sostenuto e sostiene la tua
fedeltà: quella verso te stesso, per le scelte fatte, il coraggio di
rimanere dentro una solitudine che può spezzare il cuore perché parla
anche di abbandono. Ma lì è il momento più alto per riaffermare la tua
fiducia e la tua consegna, per deporre nelle mani del Padre la tua
esistenza. La sfida è quella di affidarsi, di credere: la solitudine
rimane, ma è abitata dalla Sua presenza; il futuro appare incerto, ma è
racchiuso nella provvidenza di Dio. La vita, nel presente, si apre alle
relazioni, alla decisione di essere per gli altri nella tua parrocchia,
con i tuoi figli o gli amici.
LA SAPIENZA DELLA FEDE
La fedeltà a ciò che sei e credi è la forma più alta dell’amore, è il
frutto maturo del cuore ancorato alla croce di Cristo, che si è
lasciato spogliare dalla vita, ma che sa vedere ancora in essa la sua
bellezza. Il tuo cammino si dischiude a una sapienza che non si
apprende dai libri, ma è inscritta in ogni “oggi” che vivi e attraversi e
diventa dono, restituzione. È la sapienza sorgiva della fede
che, pur nella fatica, porta a pienezza la tua realtà di uomo e di
credente. Abbiamo bisogno di fratelli come te, testimoni del Dio fedele!
Uomini che hanno trasformato le ferite della loro esistenza in feritoie
di Grazia per sé e per il mondo! Grazie per la tua testimonianza!