Le recensioni del Cinema Bernina: BOHEMIAN RAPSODY – di Bryan Singer, 2018
Pubblichiamo
una recensione su Bohemian Rhapsody molto ben scritta da un amico e
volontario di Cinema Bernina, Sebastiano Miotti. "Bohemian Rapsody" sarà proiettato al Cinema Bernina sabato 12 gennaio alle ore 21:00.
~ All’indomani della serata dedicata alla premiazione dei Golden
Globes (anticamera dei più famosi Premi Oscar) vediamo trionfare alla
categoria Miglior film drammatico proprio “Bohemian Rapsody”.
PERCHÈ VEDERLO?
Che
sia sia nostalgici fan della band o che si ami semplicemente una storia
personale tormentata raccontata con delicatezza questo film sa
soddisfare entrambe le esigenze. La cura con cui sono state riprodotte
fattezze e gestualità dei membri della band è da applausi, così come
l’intervento sul comparto del montaggio sonoro, tanto che per il gran
finale al “Live Aid” del 1985 sono state mixate le voci di decine di
migliaia di fan che hanno mandato il brano cantato da loro a una
campagna indotta dai produttori della pellicola. Il sogno di Freddie
Mercury di essere amato per quello che era si intreccia alle mire più
ampie di una band emergente entrambi avvolti nell’infinito carisma di
questo frontman.
UN’ULTERIORE CONSIDERAZIONE CHE MI HA SUSCITATO IL FILM
Di
ritorno dalla visione di "Bohemian Rapsody" (2018) ho notato una cosa:
pregevole il lavoro del regista, ottimo l'apporto degli
scenografi-costumisti, eccezionali gli attori ed il
compositore-montatore, ma la rivelazione di questa produzione penso sia
stato lo sceneggiatore, chi ha scritto il copione e la trama, Anthony
McCarten, neozelandese, che negli ultimi quattro anni assieme a questo
film ha scritto anche "L'ora più buia" (2017), sulla figura di Winston
Churchill, e l’ormai molto noto "La teoria del tutto" (2014), su Stephen
Hawking.
McCarten è anche scrittore e drammaturgo, ed ha
un'indiscussa abilità nel tenere in equilibrio struttura narrativa
sensazionalistica e precisione documentaristica da film biografico.
CURIOSITA'
Tre
anni fa Eddie Redmayne vinse il Premio Oscar al miglior Attore
Protagonista proprio per il film su Stephen Hawking. L'anno scorso è
stato il turno di Gary Oldman per la sua interpretazione di Churchill.
Viene da chiedersi se il prossimo 25 febbraio Rami Malek proseguirà la
tradizione. Lui è stato eccelso e il premio al miglior attore
protagonista ai Golden Globes del 6 gennaio scorso fa ben presagire.
Il
che porta anche a domandarsi quanto di una straordinaria
interpretazione attoriale derivi dalla scrittura che del personaggio ha
fatto lo sceneggiatore. Verosimilmente azioni e battute di livello
galvanizzano ulteriormente un professionista e lo lusingano, portandolo a
recitare come mai prima di allora. Basti pensare alle performance nei
film di Woody Allen. Prendiamo il film "Café Society" (2016), ad
esempio.
Si noti che è da poco reperibile (e speriamo più
diffusamente distribuito in futuro) un nuovo film scritto da McCarten,
"The Pope", anch’esso un biopic sui due papi in carica ed il delicato
passaggio verso l’elezione di Papa Francesco. Gli attori protagonisti
saranno di grandissima levatura, non ve li rivelo lasciandovi la
curiosità di documentarvi a riguardo.
P.S. pare che in cantiere lo sceneggiatore abbia anche un script su John Lennon e Yoko Ono
Sebastiano Miotti