Gruppi volontari

In tutti i nostri paesi esistono diversi gruppi, costituiti formalmente oppure spontanei, che in diverse occasioni dell’anno promuovono, organizzano e animano incontri, feste, tornei, gite, corsi di formazione, spettacoli, teatri, serate a tema, sagre, eventi sportivi, culturali, artistici, musicali, ecc.

Molte persone offrono il loro impegno a pi gruppi e donano buona parte del loro tempo libero al servizio degli altri senza nessun fine di lucro, solo perché credono al valore di ciò che fanno. I nostri paesi devono moltissimo a questa numerosa schiera di volontari che, chi più in vista, chi più nel nascondimento, impiegano tempo, forze, risorse ed energie per creare occasioni di aggregazione sana, vivace, bella e arricchente, preziose sia per i residenti che per i turisti.

Alcune di queste attività hanno anche un risvolto sociale, perché ci si mette al servizio degli altri in un’ottica educativa o di aiuto e sostegno alle persone: si pensi ad alcune proposte rivolte ai bambini, ai ragazzi, ai giovani, alle famiglie; a chi ha bisogno di ascolto, accoglienza, attenzione, integrazione; alle persone sole, anziane o fragili.

Alcuni di questi volontari operano direttamente all’interno delle proposte parrocchiali e il loro servizio è accennato nelle varie sezioni di questo sito. A tutti va il nostro apprezzamento e la nostra gratitudine.

Avvisi

La Parola è la mia casa: Combattenti del bene (XXV TO C, Lc 16,1-13)

La Parola è la mia casa: Combattenti del bene (XXV TO C, Lc 16,1-13)

I testi della liturgia di domenica 18 Settembre 2016 da www.chiesacattolica.it/liturgia_del_giorno

Il commento a Lc 16,1-13
(da http://www.paoline.it/blog/liturgia/1306-combattenti-del-bene.html)

COMBATTENTI DEL BENE
di d. Tonino Lasconi



In questa XXV domenica del tempo ordinario la parabola dell'amministratore disonesto, compresa nel suo significato autentico, diventa un severo richiamo anche per noi cristiani di oggi, inclini, nonostante il pungolo di papa Francesco, a lamentarci degli "amministratori disonesti", ma poco decisi a contrastarli.

La lode del padrone per il suo amministratore disonesto, che per rimediare alle conseguenze del licenziamento ricorre a un furbo atto di disonestà, esprime chiaramente il parere di Gesù, lasciandoci perplessi, tant'è vero che non mancano tentativi di spiegazioni più meno contorti per evitare che la parabola venga intesa come un invito alla disonestà. In realtà, per scansare ogni equivoco, basta ricordare che il significato delle parabole non sta nei particolari del racconto, ma nel messaggio che attraverso di essi l'autore vuole comunicare. Se così non fosse, la parabola delle vergini sagge che non dividono il loro olio con le stolte, sarebbe un invito all'egoismo (Mt 25,1-13). Ciò che Gesù vuole comunicare diventa chiaro nel suo commento: "I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce". Per Gesù, quindi, l'amministratore disonesto è un "figlio di questo mondo", e non viene lodato perché tale, ma per essere di stimolo ai "figli della luce", agli onesti, affinché non si accontentino di essere brave persone che non fanno il male, ma perché - per dirla con san Paolo - vincano il male con il bene (Cfr. Rm 12,21).

Compresa nel suo significato autentico, la parabola dell'amministratore disonesto diventa un severo richiamo anche per noi cristiani di oggi, inclini, nonostante il pungolo di papa Francesco, a lamentarci degli "amministratori disonesti", ma poco decisi a contrastarli.

Per non rimanere nel campo delle esortazioni generiche, scendiamo nella realtà con un profeta schietto e concreto: Amos. Egli ammonisce i "figli di questo mondo" che Dio non dimenticherà le loro opere disoneste. Cosa facevano questi amministratori disonesti degli averi del padrone, di Dio? Esattamente quello che fanno oggi.
* Non rispettavano e non sopportavano il sabato, perché considerato un tempo sottratto ai commerci e ai profitti: "Quando sarà passato ... il sabato, perché si possa smerciare il frumento?".
Oggi. Macché domenica! Macché giorno del Signore! I negozi devono essere sempre aperti.
* Preoccupati soltanto dei loro profitti, ignoravano il bene delle persone, pronti a sfruttare i più deboli, ricorrendo a ogni imbroglio: "diminuendo l'efa e aumentando il siclo e usando bilance false".
Oggi. Pensiamo allo sfruttamento vergognoso dei bambini, degli stranieri, delle donne. Per loro, come allora, i poveri valgono meno di un paio di sandali.
* Ricorrevano alle frodi, alla corruzione, ai guadagni illeciti: "Venderemo anche lo scarto del grano".
Oggi. Cosa trovano i NAS quando mettono il naso nei magazzini delle aziende, nei rispostigli dei ristoranti, nelle mense dei ricoveri dei vecchi e perfino di quelle delle scuole?

Di fronte a questi "figli del mondo" qual è l'impegno dei "figli della luce"? Debole e incerto, dietro la scusa che noi singoli non possiamo farci niente: ci deve pensare il governo. In realtà, se tutti "i figli della luce" decidessero di rifiutarsi di andare per negozi la domenica, è sicuro che non otterrebbero nessuno risultato? Se fossero attenti e pronti a denunciare ogni ingiustizia e sfruttamento, non si costruirebbe un argine contro il malcostume?
Possiamo comunque fare poco? Il poco diventa molto per il Signore: "Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti". Il resto lo otterremo da lui, pregando "per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla". E più giusta.
Decidiamoci dunque a essere combattenti per il bene, rendendo più limpida e decisa la nostra scelta, perché "Nessun servitore può servire due padroni. Non potete servire Dio e la ricchezza".

Altri commenti affidabili, semplici, profondi

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Per chi vuole qualcosa di più: Lectio divina e meditazioni

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Carmelitani: La parabola dell’amministratore infedele. La fedeltà a Dio come unico Signore.

17/09/2016 Categoria: Torna all'elenco