Gruppi volontari

In tutti i nostri paesi esistono diversi gruppi, costituiti formalmente oppure spontanei, che in diverse occasioni dell’anno promuovono, organizzano e animano incontri, feste, tornei, gite, corsi di formazione, spettacoli, teatri, serate a tema, sagre, eventi sportivi, culturali, artistici, musicali, ecc.

Molte persone offrono il loro impegno a pi gruppi e donano buona parte del loro tempo libero al servizio degli altri senza nessun fine di lucro, solo perché credono al valore di ciò che fanno. I nostri paesi devono moltissimo a questa numerosa schiera di volontari che, chi più in vista, chi più nel nascondimento, impiegano tempo, forze, risorse ed energie per creare occasioni di aggregazione sana, vivace, bella e arricchente, preziose sia per i residenti che per i turisti.

Alcune di queste attività hanno anche un risvolto sociale, perché ci si mette al servizio degli altri in un’ottica educativa o di aiuto e sostegno alle persone: si pensi ad alcune proposte rivolte ai bambini, ai ragazzi, ai giovani, alle famiglie; a chi ha bisogno di ascolto, accoglienza, attenzione, integrazione; alle persone sole, anziane o fragili.

Alcuni di questi volontari operano direttamente all’interno delle proposte parrocchiali e il loro servizio è accennato nelle varie sezioni di questo sito. A tutti va il nostro apprezzamento e la nostra gratitudine.

Avvisi

"Capisci ciò che leggi?" - Lettura continua del Vangelo di Marco: Mc 8,11-13

Mc 8,11 Vennero i farisei e si misero a discutere con lui, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova. 12Ma egli sospirò profondamente e disse: "Perché questa generazione chiede un segno? In verità io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno". 13Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l'altra riva.


A questo punto la situazione di Gesù è veramente tragica e la sua immagine impressionante. E’ un uomo addolorato per il rifiuto dei farisei e meravigliato e deluso per il comportamento dei discepoli che ancora non capiscono.

I primi sono totalmente chiusi alla fede. Se chiedono a Gesù un segno, un miracolo, non è perché vogliono credere in lui, ma per tendergli un tranello (v. 11). Gesù capisce la loro manovra, rifiuta il segno e li abbandona (vv. 12–13). E’ la rottura definitiva.

La differenza tra i farisei e i discepoli sta nel fatto che questi ultimi non hanno deciso di farlo morire e non l’abbandonano. E questo non è poco. Per il resto sono uguali: il loro atteggiamento di incomprensione nei confronti di Gesù è colpevole. Hanno il cuore indurito perché si ostinano a non capire e non riflettono su ciò che vedono e odono (vv.17–18).

Gesù si sforza di farli ragionare; ricorda loro le due moltiplicazioni dei pani, ma deve concludere con una amara constatazione: «E non capite ancora?» (v. 21). Sono ciechi e sordi davanti a Dio che si rivela.

Gesù ci ha già dato il suo massimo segno donandoci se stesso nel suo pane. Non bisogna chiedergli altri segni, ma credere nel segno che ci ha dato. Oltre a questo non c’è più niente: è Dio stesso, tutto per noi. Non resta che riconoscere, adorare, gustare e viverne.

Il discepolo, invece di chiedere segni, chiede la capacità di vedere quelli che Gesù gli ha già dato.

03/11/2018 Categoria: Torna all'elenco