"Capisci ciò che leggi?" - Lettura continua del Vangelo di Marco: Mc 3,13-19
Mc 3.13Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui.
14Ne costituì Dodici - che chiamò apostoli -, perché stessero con lui e per mandarli a predicare
15con il potere di scacciare i demòni.
16Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro,
17poi Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè "figli del tuono";
18e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo
19e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì.
E’
inutile cercare di localizzare questo monte perché «la montagna»,
in Marco, indica soprattutto il luogo delle rivelazioni divine,
mentre il mare, come vedremo (4,35–39; 5,46–52), appare come il
luogo della prova e delle dure realtà umane.
Il
numero dodici ha un chiaro valore simbolico: deve, evidentemente,
essere messo in relazione con quello delle dodici tribù d’Israele
presenti al Sinai per formare la comunità dell’Alleanza (Es 24,4;
Dt 1,23; Gs 3,12; 4,2ss).
La
funzione dei Dodici viene subito precisata: «Ne costituì Dodici che
stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perché avessero
il potere di scacciare i demoni» (vv. 14–15). Marco ha descritto
Gesù come colui che predica e scaccia i demoni (1,39); ora afferma
la stessa cosa dei suoi discepoli. La missione di Gesù continua e si
rende visibile nel mondo attraverso i suoi inviati.
Gesù
sceglie e chiama. E’ il cerchio di Gesù che si allarga: partecipa
ad altre persone la sua forza e la sua autorità. In Gesù il regno
di Dio si è fatto vicino agli uomini; ora si dilata nei Dodici e
attraverso di loro si estenderà al mondo intero.
Questi
uomini sono presi dalla gente comune, con pregi e difetti, e sarebbe
ingenuo e sbagliato idealizzare il gruppo che ne è uscito: non è
una comunità di puri né un gruppo di educande. Il seguito del
vangelo ce ne darà puntuale conferma.
Il
cristianesimo non è un’ideologia: è una compagnia reale con Gesù,
in un rapporto da persona a persona, che ci coinvolge totalmente. E
da questo coinvolgimento con Gesù, veniamo spinti verso tutti gli
uomini fino agli estremi confini della terra: «L’amore di Cristo
ci spinge… (2Cor 5,14).
Andare
verso tutti gli uomini e stare con lui sembrano due cose
contraddittorie. Ma, in realtà, il Cristo va insieme con i
cristiani: «Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre
il Signore operava con loro e confermava la parola con i prodigi che
l’accompagnavano» (Mc 16,20).
Non
c’è alternativa tra contemplazione e azione. La nostra missione
nasce dall’essere in Cristo, e la nostra prima occupazione è di
restare uniti con lui come il tralcio alla vite (cf. Gv 15,1ss), fino
ad essere contemplativi nell’azione.