Gruppi volontari

In tutti i nostri paesi esistono diversi gruppi, costituiti formalmente oppure spontanei, che in diverse occasioni dell’anno promuovono, organizzano e animano incontri, feste, tornei, gite, corsi di formazione, spettacoli, teatri, serate a tema, sagre, eventi sportivi, culturali, artistici, musicali, ecc.

Molte persone offrono il loro impegno a pi gruppi e donano buona parte del loro tempo libero al servizio degli altri senza nessun fine di lucro, solo perché credono al valore di ciò che fanno. I nostri paesi devono moltissimo a questa numerosa schiera di volontari che, chi più in vista, chi più nel nascondimento, impiegano tempo, forze, risorse ed energie per creare occasioni di aggregazione sana, vivace, bella e arricchente, preziose sia per i residenti che per i turisti.

Alcune di queste attività hanno anche un risvolto sociale, perché ci si mette al servizio degli altri in un’ottica educativa o di aiuto e sostegno alle persone: si pensi ad alcune proposte rivolte ai bambini, ai ragazzi, ai giovani, alle famiglie; a chi ha bisogno di ascolto, accoglienza, attenzione, integrazione; alle persone sole, anziane o fragili.

Alcuni di questi volontari operano direttamente all’interno delle proposte parrocchiali e il loro servizio è accennato nelle varie sezioni di questo sito. A tutti va il nostro apprezzamento e la nostra gratitudine.

Avvisi

"Capisci ciò che leggi?" - Lettura continua del Vangelo di Marco: Mc 12,1-12


Mc 12,1 Si mise a parlare loro con parabole: "Un uomo piantò una vigna, la circondò con una siepe, scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. 2Al momento opportuno mandò un servo dai contadini a ritirare da loro la sua parte del raccolto della vigna. 3Ma essi lo presero, lo bastonarono e lo mandarono via a mani vuote. 4Mandò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo insultarono. 5Ne mandò un altro, e questo lo uccisero; poi molti altri: alcuni li bastonarono, altri li uccisero. 6Ne aveva ancora uno, un figlio amato; lo inviò loro per ultimo, dicendo: "Avranno rispetto per mio figlio!". 7Ma quei contadini dissero tra loro: "Costui è l'erede. Su, uccidiamolo e l'eredità sarà nostra!". 8Lo presero, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna. 9Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e farà morire i contadini e darà la vigna ad altri. 10Non avete letto questa Scrittura:

La pietra che i costruttori hanno scartato
è diventata la pietra d'angolo;
11 questo è stato fatto dal Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi?".

12E cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro. Lo lasciarono e se ne andarono.

L’immagine della vigna, designa spesso nei profeti il popolo di Israele. Il cantico della vigna (Is 5,1–7) era nella memoria di tutti: il profeta ne aveva fatto una parabola di giudizio per i capi di Gerusalemme e gli abitanti della Giudea.

Non c’è molta differenza tra questi vignaioli e i falsi pastori di Ez 34, che invece di pascere le pecore pascono se stessi. Nell’uno e nell’altro caso, coloro che Dio ha posto come suoi rappresentanti in mezzo al popolo sfruttano la loro posizione a proprio beneficio.

La citazione del salmo 118: «La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata testata d’angolo» vuol dire che Dio è capace di annullare l’azione degli uomini e di capovolgerne il risultato. Gli uomini hanno ucciso suo Figlio, ma Dio l’ha risuscitato: «Dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri!».

Con questa parabola allegorica, Gesù dà la chiave di lettura della storia di Israele e della storia di ogni uomo, come scontro senza incontro tra la fedeltà di Dio e l’infedeltà dell’uomo. La sua offerta d’amore si trova sempre davanti il muro del nostro rifiuto ostinato.

Alla sua crescente bontà corrisponde un crescendo della nostra cattiveria. Sembra proprio un amore infelice, senza possibilità di riuscita. Ma il Signore opera una meraviglia ai nostri occhi, facendo della croce, che è il vertice del nostro male e del nostro peccato, il dono del suo massimo amore e del suo perdono. Noi lo uccidiamo togliendogli la vita, e lui ci fa vivere donandoci la sua vita.

La nostra malvagità non vanifica il suo piano di salvezza. Tutto il nostro male e quello della storia umana non fa fallire il disegno di Dio, ma lo compie in un modo più sublime, mostrando il suo potere che è solo e tutto misericordia.

Il potere dell’uomo è quello di fare il male dal bene; quello di Dio è di fare il bene dal male. Egli vorrebbe diversamente, ma rispetta la nostra libertà. Egli è Dio proprio perché sa colmare la nostra miseria con la sua misericordia, rispondendo al nostro rifiuto con la sua offerta incondizionata d’amore. E’ la vittoria della croce, scontro inevitabile, che diventa incontro definitivo.

Gesù è il Figlio unigenito che si è fatto servo e ultimo di tutti, dando la vita per noi che gli diamo la morte. Questo è il suo potere: la sua fedeltà al di là di ogni nostra infedeltà.

09/03/2019 Categoria: Torna all'elenco