Gruppi volontari

In tutti i nostri paesi esistono diversi gruppi, costituiti formalmente oppure spontanei, che in diverse occasioni dell’anno promuovono, organizzano e animano incontri, feste, tornei, gite, corsi di formazione, spettacoli, teatri, serate a tema, sagre, eventi sportivi, culturali, artistici, musicali, ecc.

Molte persone offrono il loro impegno a pi gruppi e donano buona parte del loro tempo libero al servizio degli altri senza nessun fine di lucro, solo perché credono al valore di ciò che fanno. I nostri paesi devono moltissimo a questa numerosa schiera di volontari che, chi più in vista, chi più nel nascondimento, impiegano tempo, forze, risorse ed energie per creare occasioni di aggregazione sana, vivace, bella e arricchente, preziose sia per i residenti che per i turisti.

Alcune di queste attività hanno anche un risvolto sociale, perché ci si mette al servizio degli altri in un’ottica educativa o di aiuto e sostegno alle persone: si pensi ad alcune proposte rivolte ai bambini, ai ragazzi, ai giovani, alle famiglie; a chi ha bisogno di ascolto, accoglienza, attenzione, integrazione; alle persone sole, anziane o fragili.

Alcuni di questi volontari operano direttamente all’interno delle proposte parrocchiali e il loro servizio è accennato nelle varie sezioni di questo sito. A tutti va il nostro apprezzamento e la nostra gratitudine.

Avvisi

@ Diario di un prete: L’oratorio è per tutti ma non è di tutti

@ Diario di un prete: L’oratorio è per tutti ma non è di tutti

L’amico parroco di Belsito si è rifatto vivo dopo un lungo momento di silenzio. Lo sapevo indaffarato e quindi non mi ero preoccupato. L’altro giorno mi ha chiamato per sentire il mio parere su una controversia che ha avuto riguardo all’oratorio. In parrocchia da un po’ di tempo c’erano discussioni accese sul comportamento educativo da avere con gli adolescenti sia da parte delle famiglie, sia da parte degli educatori, e quindi anche dell’oratorio.

ADOLESCENZA, ETÀ DIFFICILE

Egli sa molto bene che l’adolescenza è una delle età critiche della vita. Io non esito a dire che è la più critica, perché è il momento in cui ci si fa o ci si disfa. Ma è anche l’età in cui le possibilità di intervento formativo sono molto alte, perché, come si diceva una volta, la pianta è ancora tenera e plasmabile. Per formare negli adolescenti degli uomini veri, occorrono perciò interventi di “contenimento” e di “orientamento”, oltre che, naturalmente, di “proposta forte”.

L’amico, manco a dirlo, è d’accordo, ed ecco perché, insieme con il consiglio parrocchiale e con il consiglio dell’oratorio, ha ritenuto di dover  proporre delle regole di comportamento ai frequentatori dell’oratorio di qualsiasi età, soprattutto agli adolescenti, per le ragioni dette prima.

Però, durante un’assemblea, risultata a dir poco assai vivace, ci sono state critiche e rimostranze. Qualcuno è arrivato a sostenere che l’oratorio è di tutti e quindi con la libertà per tutti di tenere il comportamento che più aggrada. Qualcun altro ha detto: «No, le regole ci vogliono, ma, soprattutto per gli adolescenti, non devono essere rigide».

REGOLE E ACCOGLIENZA

In vista della ripresa della discussione in una prossima assemblea, l’amico voleva sentire il mio parere. Per me, dico la verità, è stato come un invito a nozze. Ho sentito in cuore un vero e proprio trasalimento di nostalgia per la passata, ma mai dimenticata pratica della pastorale giovanile.

Gli ho detto subito: Parti dall’ultimo intervento, quello delle regole che ci vogliono, ma non devono essere rigide. Come dar torto a uno che parla così? Don Bosco, un riconosciuto esperto in materia, diceva che nell’attività educativa ci vuole FERMEZZA E AMOREVOLEZZA. Questo vale per i genitori, che devono avere un forte desiderio di allevare dei campioni e non dei lumaconi; vale per gli allenatori sportivi e vale per i più diversi tipi di educatori dell’oratorio.

A riguardo in particolare dell’oratorio. sempre secondo don Bosco, che se ne intendeva, l’oratorio non è solo un ricreatorio, anche se “il cortile” ne è una componente essenziale. L’oratorio, secondo le Costituzioni dei salesiani, ha quattro punti cardinali:

1) È Casa che accoglie  (l’ambiente, il clima, le persone devono essere calorosamente accoglienti);

2) È Parrocchia che evangelizza (è il luogo, insieme con  la chiesa, dove si educa alla fede);

3) È Scuola che educa alla vita (non devono mancare attività istruttive in supporto alla scuola);

4) È Cortile per stare insieme in allegria, (perché «all’oratorio – diceva S. Domenico Savio, allievo di don Bosco – noi facciamo consistere la santità nello stare molto allegri»).

EDUCARE

A mio parere perciò, caro amico parroco di Belsito,  devi fare di tutto per far capire che non è vero, che “l’oratorio è di tutti”. L’ORATORIO È PER TUTTI (casa accogliente senza esclusione alcuna, come voleva don Bosco), MA L’ORATORIO NON È DI TUTTI. L’oratorio è della comunità cristiana di Belsito che non è la totalità della popolazione. Nei nostri paesi la percentuale di chi “sente” davvero le cose di chiesa non va molto oltre il 30%, tant’è che non tutti contribuiscono alla realizzazione delle iniziative parrocchiali. Anche a Belsito infatti non tutti hanno contribuito alla realizzazione dell’oratorio. Ora, una comunità cristiana (la Parrocchia) quando progetta un oratorio  e lo realizza, lo fa, con sacrifici non piccoli, per chiare finalità educative. Quindi la Parrocchia, e solo la Parrocchia, ha il diritto di poter attuare queste finalità, con regole e iniziative adeguate, senza interferenze esterne. A questo scopo sarà importante che il consiglio dell’oratorio e più ancora il consiglio pastorale della Parrocchia, insieme con il Parroco, veglino e, con tutta l’amorevolezza possibile, ma anche con tutta la dovuta fermezza, facciano in modo che le finalità per cui l’oratorio è stato fatto siano attuate. Con sicuro profitto e grande soddisfazione per tutti.

Ho detto all’amico di farmi sapere il seguito della storia.

Don Giacomo Panfilo


Da www.santalessandro.org

02/02/2020 Categoria: Torna all'elenco