Gruppi volontari

In tutti i nostri paesi esistono diversi gruppi, costituiti formalmente oppure spontanei, che in diverse occasioni dell’anno promuovono, organizzano e animano incontri, feste, tornei, gite, corsi di formazione, spettacoli, teatri, serate a tema, sagre, eventi sportivi, culturali, artistici, musicali, ecc.

Molte persone offrono il loro impegno a pi gruppi e donano buona parte del loro tempo libero al servizio degli altri senza nessun fine di lucro, solo perché credono al valore di ciò che fanno. I nostri paesi devono moltissimo a questa numerosa schiera di volontari che, chi più in vista, chi più nel nascondimento, impiegano tempo, forze, risorse ed energie per creare occasioni di aggregazione sana, vivace, bella e arricchente, preziose sia per i residenti che per i turisti.

Alcune di queste attività hanno anche un risvolto sociale, perché ci si mette al servizio degli altri in un’ottica educativa o di aiuto e sostegno alle persone: si pensi ad alcune proposte rivolte ai bambini, ai ragazzi, ai giovani, alle famiglie; a chi ha bisogno di ascolto, accoglienza, attenzione, integrazione; alle persone sole, anziane o fragili.

Alcuni di questi volontari operano direttamente all’interno delle proposte parrocchiali e il loro servizio è accennato nelle varie sezioni di questo sito. A tutti va il nostro apprezzamento e la nostra gratitudine.

Avvisi

@ Diario di un laico: Tempo di covid, tempo di semina. Anche in parrocchia: ripartiamo dall’essenziale

@ Diario di un laico: Tempo di covid, tempo di semina. Anche in parrocchia: ripartiamo dall’essenziale

Sono invitato a tenere gli Esercizi Spirituali in una parrocchia non lontano da Bergamo. Mi vengono chieste tre riflessioni, una al mattino, una al pomeriggio e l’ultima la sera. Confesso che quando parto da casa, penso che saranno poche le persone, per lo più anziane, ad ascoltarmi. La sorpresa è dunque grande quando – entrando in Chiesa – la trovo affollata di gente di varie età. A giusta distanza e con le mascherine, è occupato ogni posto a disposizione. Così succede anche nel pomeriggio, stavolta sotto il grande Tendone, ben riscaldato,  allestito nel campo nell’oratorio. Un po’ meno le presenze della sera. La stessa sorpresa quando la domenica partecipo all’Eucarestia presso una piccola parrocchia a ridosso della città o, talvolta, al Patronato San Vincenzo. Qui – addirittura – i giovani presenti sono davvero tanti. 

Sono “istantanee” che non hanno nessuna pretesa di fotografare una realtà complessa e articolata come è la Chiesa bergamasca ma che stridono con il mainstream dominante e diffuso da tanti preti: la pandemia ha azzerato la partecipazione dei fedeli all’eucarestia domenicale e reso problematica ogni attività pastorale. Non metto in dubbio che da molte parti questo possa essere vero e che il protrarsi dell’emergenza sanitaria ci metta a dura prova. Mi chiedo però quanto serva insistere con i piagnistei e le lamentazioni tirandoci sempre fuori dalle situazioni e dalle responsabilità.

O se non serva, piuttosto, ricominciare a fare con cura le cose che contano. Rimettere al centro le poche cose che valgano veramente. Togliere l’inutile ed accudire l’essenziale.

Che vuol dire cura liturgica (che non è estetismo), predicazione accurata (che non è moralismo), vicinanza alle persone (che non è verbalismo). 

Una comunità cristiana che parli dell’uomo e dell’umanità di Dio, perché nella cura delle piccole cose si genera il mondo. Non preoccupata dei numeri, piuttosto preoccupata, più che di sé, di seguire la verità del Vangelo che sta sempre davanti. Non dietro o, peggio, in tasca. Mi torna spesso alla mente il Vangelo secondo Matteo di Pasolini: Cristo in questo splendido film è ripreso spesso di spalle. 

È lui che cammina avanti. Anche in questo tempo. Tempo di semina e di grazia. Nonostante tutto. Nonostante noi.

Daniele Rocchetti


Da www.santalessandro.org

10/04/2021 Categoria: Torna all'elenco